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Shilajit, che cos’è, perché fa bene e come assumerlo

Shilajit, che cos’è, perché fa bene e come assumerlo

Spesso si ricercano degli elisir di bellezza e di lunga vita e ci si affida a soluzioni non del tutto canoniche nella speranza di un “miracolo”. Perché fare tutto questo quando è possibile, invece, curare la nostra salute, e dunque anche la bellezza, in modo regolare e naturale? Lo sanno bene gli abitanti del Tibet e dell’India del Nord che da secoli utilizzano un integratore naturale che porta all’organismo un sacco di benefici, un ingrediente apprezzato tantissimo dalla tradizione ayurvedica e considerato proprio una specie di “elisir di lunga vita”.

Parliamo dello shilajit, una biomassa che si è sviluppata nel corso dei secoli nella profondità delle rocce himalayane, ricca di composti benefici e nutrienti, in particolare l’acido fulvico, che regala all’organismo molti effetti positivi. In Occidente è ancora poco conosciuto e abbastanza insolito ma in Italia si può acquistare sullo store di CiboCrudo.

Ma come si presenta? È di colore nero, dall’odore pungente, anche un po’ sgradevole: due caratteristiche che potrebbero ingannare e invece attestano la sua qualità. Lo shilajit è un alimento 100% vegetale, di qualità superiore, con almeno l’80% di acido fulvico e meno del 20% di maltodestrina. Prima della lavorazione, lo shilajit è una sostanza vischiosa e fangosa che affiora dalle rocce delle montagne dell’Himalaya e viene raccolto in estate, quando i ghiacciai si sciolgono, secondo una precisa tecnica che consente di rimuovere potenziali micotossine che possono dar luogo a controindicazioni.

Così è puro e privo di scorie o impurità. Lo shilajit viene lasciato essiccare naturalmente prima di essere ridotto in polvere finissima, lavorato a basse temperature e così si dimostra crudo e privo di glutine. Fattori questi che preservano e lasciano integre le sue proprietà così da essere un prezioso contributo al benessere fisico e mentale.

Tutta la lavorazione viene eseguita scrupolosamente da esperti artigiani locali che tramite schede tecniche e analisi dettagliate certificano l’assenza di sostanze nocive all’interno dello shilajit in polvere. Le proposte non pure, infatti, possono condurre a rischio di intossicazione per la presenza di micotossine, metalli pesanti come piombo, mercurio e arsenico, agenti ossidanti e radicali liberi.

Ma come assumerlo? Lo shilajit puro in polvere può essere sciolto in acqua o in una bevanda vegetale, in quantità che vanno dai 300 ai 500 mg al giorno, ma può essere anche aggiunto a qualche ricetta come una cioccolata fredda, un cappuccino tibetano energizzante o un frullato antiossidante fino ad una golosa torta crudista himalayana.

 

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