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STORIE DI DONNE / Dagmar Hagelin atleta desaparecida nel regime golpista di Jorge Videla

STORIE DI DONNE / Dagmar Hagelin atleta desaparecida nel regime golpista di Jorge Videla

Mentre oggi si decide, da parte di vari Paesi, se partecipare o boicottare le Paralimpiadi in Cina a causa della guerra in Ucraina e dell’alleanza della Repubblica popolare cinese con l’invasore russo, non possono non emergere eventi storici di boicottaggio di altre precedenti competizioni atletiche, olimpiche e di campionati mondiali di calcio.

Tra i più recenti, quello del 1980 quando, Jimmy Carter presidente, negò la partecipazione Usa alle Olimpiadi di Mosca perché l’Unione sovietica aveva appena invaso l’Afghanistan dei Talebani: 65 Nazioni ritirarono la propria partecipazione, ma altre 15, tra cui l’Italia, vi parteciparono. Tutti presenti, invece, nel 1978, ai Campionati mondiali di Calcio in Argentina due anni dopo l’insediamento del golpista Generale Jorge Videla che aveva soppresso con la violenza il governo di Isabelita Peron: “Campionati della vergogna” furono denominati, ma solo a posteriori.

Il regime militare del dittatore Videla si era già mostrato in tutta la sua crudeltà ancor prima di prendere il potere, durante la cosiddetta “guerra sporca” contro Peron: i sostenitori di Peron venivano cercati casa per casa e sequestrati, torturati, uccisi, come poi continuò ad accadere durante la dittatura di Videla anche a due passi dallo stadio nel quale si giocava, intanto, il torneo mondiale. Si chiamavano desaparecidos (gli “scomparsi”) quegli oppositori del regime: di oltre 30mila di essi ancor oggi non si è saputo più nulla: dopo essere stati brutalizzati, furono fatti sparire dai militari golpisti (molti di essi, cadaveri, furono scaricati nell’Oceano dagli aerei del regime e mangiati dagli squali). Tra questi anche una ragazza di doppia nazionalità svedese-argentina: si chiamava Dagmar Hagelin, aveva diciassette anni, era un’atleta e viveva a Buenos Aires quando nel 1977, fu identificata dai servizi segreti militari che, in seguito, cercarono di nasconderne l’omicidio. Il 27 Gennaio 1977, Dagmar Hagelin era andata a trovare un’amica, Norma Burgos moglie di uno dei leader del movimento di guerriglieri dei Montoneros che combattevano contro il regime militare, quando fecero irruzione in casa le squadre di Alfredo Astiz (conosciuto come l’ “Angelo biondo della morte”, uno dei più efferati assassini del regime militare).

Dagmar tentò di fuggire e, essendo un’atleta, aveva già guadagnato molto vantaggio sugli inseguitori quando fu raggiunta da un colpo di pistola che la colpì alla testa, ma non così gravemente: era lucida, cosciente quando la caricarono nel bagagliaio di un’auto e lei (dissero poi i testimoni) si dibatteva per evitare che i rapitori chiudessero il cofano sopra di lei. Così, fu rapita e portata all’Esma (Scuola di Meccanica della Marina), luogo tristemente noto per essere centro di detenzione e campo di sterminio degli oppositori del Generale Videla. Gli atti che ricostruiscono la sua breve e dolorosa storia dicono che tre testimoni (prigionieri come lei all’Esma) riuscirono a parlarle durante la prigionia rivelando anche che le sue condizioni fisiche andavano migliorando. All’Esma, Dagmar Hagelin fu torturata e uccisa. Il suo cadavere non fu mai più trovato.

er tanti anni la famiglia di Dagmar Hagelin cercò giustizia. I fatti ricostruiti dicono che si trattò di un errore di persona: quel giorno i persecutori volevano arrestare la moglie di Carlos Caride, Norma Burgos, ma, in realtà non fu questo il motivo del suo assassinio: Dagmar non era attivista politica ma il suo patrigno, Edgardo Weissmann, era avvocato di numerosi appartenenti alla formazione dei Montoneros e avvocato di uno dei leader dei Montoneros, proprio quel Carlos marito della sua amica Norma Burgos, che Weissmann aveva già difeso nel 1974. Quindi non si trattò di uno scambio di persona, ma di una ritorsione contro chi appoggiava la resistenza contro il regime militare. Il suo rapimento e il suo assassinio furono celati per tanti anni: i suoi persecutori e torturatori decisero di ucciderla e di nascondere l’omicidio affinché non trapelassero notizie sulle atrocità che venivano commesse dentro quel campo di sterminio dell’Esma.

Il suo assassino, Alfredo Astiz, fu infine individuato e nel 2011 condannato all’ergastolo per il rapimento e l’assassinio di 5 persone, e poi ancora condannato all’ergastolo nel 2017 per l’assassinio di Dagmar Hagelin.

 

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