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Nelle Marche scatta l’emergenza nelle case di riposo

Nelle Marche scatta l’emergenza nelle case di riposo

La Lega: “L’imperativo è curare ospiti e personale con protocolli e personale ospedaliero”. L’impegno dell’assessore regionale Saltamartini

ANCONA – Nei giorni scorsi sono emersi due focolai Covid a Fabriano: uno presso la Casa di Riposo Vittorio Emanuele II e l’altro presso la Comunità La Buona Novella. Nella casa di riposo Vittorio Emanuele II, nonostante la struttura abbia sempre osservato scrupolosamente tutte le misure per evitare i contagi e il personale si sia prodigato per curare gli ospiti con ogni premura e capacità, si è manifestato il contagio di tutti i ricoverati.

La situazione è stata da subito presa in carico dall’Asur Regionale, su sollecitazione dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, unitamente al consigliere regionale della Lega Chiara Biondi, i quali hanno chiesto un intervento specifico per le due strutture, con terapie e interventi di tipo ospedaliero.

Gli ospiti delle case di riposo, infatti, godono dell’assistenza dei medici di famiglia che, tuttavia, nonostante l’impegno, non possono garantire la continuità assistenziale e terapeutica.

L’Asur ha così deciso di invertire il sistema facendo seguire i malati direttamente con protocolli farmaceutici ospedalieri Asur.

L’assessore Saltamartini – che ha ringraziato Chiara Biondi per la sensibilità dimostrata – ha detto che in questa fase dell’epidemia è fondamentale salvare le vite di persone a noi molto care che hanno ricostruito l’Italia distrutta da una guerra. “Queste persone – ha aggiunto – meritano tutto il sostegno proprio in considerazione della loro fragilità.  Stiamo cercando, con un intervento innovativo e l’aiuto di tutti, anche del personale della cooperativa, di trasformare la Casa di Riposo Vittorio Emanuele II in una “quasi corsia di Ospedale” utilizzando professionalità ospedaliere anziché l’assistenza affidata ai soli medici di famiglia. Monitoreremo costantemente la situazione e, nel frattempo, in aggiunta al personale già reperito, la Regione ha richiesto anche l’invio di medici militari”.

 

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