CULTURAMARCHE

Lo psicoanalista Roland Gori nell’ultimo libro prende posizione sul coronavirus

Lo psicoanalista Roland Gori nell’ultimo libro prende posizione sul coronavirus

di TIBERIO CRIVELLARO

Chi meglio di Roland Gori, psicoanalista e Professore di psicopatologia all’Université “Aix-Marseill”, profondo conoscitore delle mille insidie velenose del neoliberismo, che da anni studia meticolosamente  l’infausto fenomeno, e a cui ha dedicato almeno 6 libri, poteva esprimere un suo autorevole pensiero anche sul  Coronavirus? Pandemia esplosa nel fermento di altri “virus” quali: le termo-industrie e derivati che stanno mettendo in pericolo l’ecosistema e la libertà dell’essere umano.

Il suo ultimo libro, uscito la fine dello scorso giugno, edito dalle edizioni parigine LLL “Et si l’effondrement avait déjà eu lieu – l’èntrance défaite de nos croyances” (E se il crollo fosse già avvenuto. – Singolare sconfitta delle nostre convinzioni), doveva uscire a dicembre del 2019. Ma Gori, intuendo l’aggravarsi de la “question” internazionale, ha preferito proseguire nella scrittura includendo successivamente il tema della pandemia quale una delle conseguenze.

L’intento, inizialmente era programmato sulla possibilità di ripensare, di trovare un diverso nodo di “progresso” che non sia nocivo. Dove si evince quanto importante sia coinvolgere “il pensiero”, le arti e il coraggio di molti intellettuali a esporsi oltremodo senza asservire i “poteri” più o meno oscuri: dalle Università, ai media, dalla politica alle grandi industrie considerando quanto si stia camminando pericolosamente su un filo sottile e tagliente. Sotto un baratro senza fine.

Quello degli interessi economici di pochi a sfavore di interi popoli… L’ho detto più volte, e lo ribadisco: “occorre leggere anche le importanti “ragioni” di autori stranieri” e, in questo caso, mi rivolgo alla Case Editrici che dovrebbero tradurli e proporli a tutti coloro che ne siano interessati, senza pensare solo ai grandi ricavi dei best seller. Intanto, c’è da farsi poche illusioni con le attuali credenze che ci vengono “scientificamente” inculcate dai poteri occulti e dal consumismo sfrenato: siamo già nel crollo senza avvedercene. Basta pensare ai climi impazziti, al sociale quasi disgregato… E metteteci voi il resto della giaculatoria infernale.

Allora è possibile evitare altri crolli che stanno allargando la voragine su cui siamo perigliosamente sospesi?, si chiede Roland Gori. Bisogna cominciare sul serio a salvaguardare i valori etici e comportamentali e non cadere nell’illusorio che fuorvia dal reale. Ripensare, suggerisce Gori, le nozioni di progresso e i vicoli ciechi del produttivismo liberale rinnovando il nostro rapporto con il tempo e la storia.

La pandemia ha causato morti e sofferenze dappertutto (e a quanto dicono i virologi, il peggio non è passato…) che sta a dimostrare  la ragione dell’attuale crollo che, a partire dagli anni ’70, con il “rapporto di Roma” che metteva in luce quanto rischiava il pianeta di collassare. Già da allora si poteva presagire cosa sarebbe accaduto. E porta in causa la responsabilità di quei psicoanalisti che non hanno colto l’imminente disastro strutturale per le convinzioni di allora. Certe categorie di pensiero sono rimaste legate all’erudizione di un ‘800 produttivo basato sulla competizione e “selezione” facendo si che i “comportamenti” non brillassero socialmente incarnando la filosofia evolutiva di Herbert Spencer.

Per cui occorre evitare i gravi squilibri di ricchezza e potere, scartando le troppe promesse che ognuno, individualmente, possa  diventare detentore di oggetti “luccicanti”, infine opachi e senza sostanza; promesse di “felicità” facilmente acquistabile con una manciata di euro, della “bellezza” effimera data da miracolosi prodotti o dal bisturi che spesso “toglie”. Mi trovate fastidioso e rompipalle? Se preferite ve la racconto alla “Grande Fratello”… Beh, intanto dico quello che penso e quello che mi rimanda la lettura di codesto libro. Poi…a voi interrogarvi seriamente.

Pensate alla biosfera intubata, alle biodiversità, ai rischi epidemici, a quelli nucleari, alle scorie e rifiuti sopra cui si vive brindando alla gioia di esistere. Esistere? Cosa significa “esistere” oggi? Vivere nei “portali” Internet o surrogati simili può impedire di pensare, di accedere alle mille conoscenze  portate dalle  arti, dall’autentica cultura, dalla storia, dalla logica matematica e quant’altro strida oggi per coloro che assoggettano e colonizzano. Bisogna, non perché lo dico io, si riaccenda quella “curiosità intellettuale” per accorgersi dei gravi danni e “pensare” oltre. Vi sto chiedendo troppo?. Mi basta e basta all’autore di cui parlo, che ciascuno avverta la particolare sconfitta subita nell’essere convinti dalle convenzionalità. Il debito da pagare è alto, ma può diventare impagabile. Allora occhio al crollo avvenuto, per evitarne altri di peggiori.

————————————————–

ROLAND GORI

ET SI L’EFFONDREMENT AVAIT DÉJÀ EU LIEU

L’éntrange défait de nos croyances

(Editions LLL)

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it