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Denunciato a Montelabbate dai Carabinieri forestali un cacciatore

Denunciato a Montelabbate dai Carabinieri forestali un cacciatore

Sequestrati il fucile ed il richiamo acustico, sempre acceso per attrarre tordi, bottacci e sasselli

PESARO – Aveva abilmente nascosto il richiamo acustico tra le fronde di un ramo nei pressi del capanno di caccia, ma nonostante ciò il cacciatore è stato sorpreso in flagranza di reato dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Pesaro.

Alle prime luci dell’alba l’uomo aveva azionato nei pressi del suo capanno un richiamo acustico, che in base alle norme vigenti costituisce un “mezzo di caccia non consentito” e pertanto vietato.

I Carabinieri Forestali – nell’ambito della ordinaria attività di controllo sulla regolare conduzione dell’attività venatoria – dopo essersi appostati per accertare la sussistenza dell’illecito, sono intervenuti nell’immediatezza del fatto per interrompere il reato.

L’uomo, residente nel comune di Vallefoglia, è stato deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di esercizio venatorio con mezzi vietati, condotta proibita dall’articolo 21 comma 1, lettera “r” della Legge 157/92 e punita dall’articolo 30 comma 1, lettera “H” della medesima Legge con la pena prevista dell’ammenda fino a 1.549,37 euro.

Sono stati sottoposti a sequestro penale sia il richiamo, di cui è prevista la confisca, sia il fucile. L’utilizzo dei richiami acustici, oltre che costituire una violazione penale, rappresenta un comportamento eticamente scorretto nei confronti di tutti i cacciatori che svolgono l’attività venatoria in ossequio alle norme vigenti. Attraverso il richiamo “artificiale” è infatti più “facile” attrarre gli inconsapevoli uccelli verso i capanni o gli appostamenti di caccia: tale atteggiamento fraudolento comporta inesorabilmente il potenziale calo del carniere dei cacciatori onesti a causa dei furbetti che fanno man bassa della selvaggina in transito.

A testimonianza di questo atteggiamento, vi è il fatto che il denunciato non aveva segnato sul tesserino venatorio un tordo bottaccio che aveva abbattuto al fine di poter superare i limiti di capi abbattuti previsti dalla legge. Oltre a ciò, essendo l’abbattimento della fauna selvatica reso maggiormente facilitato, vi è anche la conseguenza negativa del danneggiare le specie migratorie che attraversano la nostra penisola in questo periodo dirette verso le calde terre africane.

L’attività dei Carabinieri Forestali prosegue per garantire il regolare svolgimento dell’attività venatoria e per reprimere eventuali comportamenti illeciti.

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