CULTURAMARCHE

In “Colloqui di pace” si intrecciano storie di guerra e d’amore

In “Colloqui di pace” si intrecciano storie di guerra e d’amore

di TIBERIO CRIVELLARO

Più spesso di quanto crediate, in storie di guerra si intrecciano anche quelle d’amore. Qualcosa, in tema, lo racconta lo scrittore londinese Tim Finch in “Colloqui di pace” (E/O Edizioni).

Magister romanzo d’intima vicenda con due ingredienti che pare facciano a pugni: umorismo e malinconia. Ancora malinconia? Si, miei cari, quella che molti di voi se la baloccano nel segreto della propria cameretta.

La stesura del libro ci alita qualcosa di “formalmente” epico. Parole grosse? Sappiate che uso le parole moderatamente, senza mai esagerare. Riflessioni a parte, Eduard Behrends, il protagonista con la moglie Anna, è un famoso diplomatico, ossia mediatore nei negoziati di pace internazionali.

I suoi interventi permettono di analizzare e trovare soluzioni a scontri che sembrerebbero non trovar soluzione. Ora, soggiorna in un hotel stellare nel Tirolo, in alta montagna, tra l’aria pura incontaminata e la pace dell’amenità. E ha la fortuna di avere dalla moglie Anna amore, confidenze, e buoni confronti.

Edvard, sta come un pisello in un baccello: legge, passeggia, ascolta musica assieme alla compagna. Comunista? O biancoscudata? Fate voi. Ma nell’alienabile desiderio di tranquillità, nella topografia del posto dove stanno, emergono altri luoghi, oscuri nell’animo umano. Un resoconto di ciò che significhi negoziare la pace non solo con gli altri ma anche con se stessi. Quale racconto inaspettato, a questo punto? Come faccio a dirvelo? Sono tutt’ora sotto shock.

TIM  FINCH

COLLOQUI DI PACE

E/O Edizioni

 

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