La sfida di Gerusalemme – Un viaggio in Terra santa, con una lettera di Papa Francesco all’autore
La sfida di Gerusalemme – Un viaggio in Terra santa, con una lettera di Papa Francesco all’autore
di TIBERIO CRIVELLARO
Nell’essere (diventato da qualche anno) credente del Cristo, Eric-Emmanuel Schmitt, scrittore considerato tra i più importanti viventi, quando prima la sua filosofia era quella di un Io selvaggio individuale e ribelle “coltivato” sottomesso a certi ritmi senza un rapporto diretto a tale tradizione religiosa, perché avrebbe dovuto accogliere la strana richiesta di Lorenzo Fazzini (addetto culturale del Vaticano), pare su richiesta di Papa Francesco, di andare in Terra santa a scrivere un libro, o meglio un diario di viaggio sui luoghi dove nacque e visse Gesù sino alla sua crocifissione?
Difficile negare la richiesta del Papa e negare di essere quanto mai curioso in merito, e attratto da un’avventura fuori dal comune. Decide così di partire memore dell’esperienza mistica nel deserto dello Hoggar, descritto qualche anno fa ne “La notte di fuoco” (E/O Edizioni).
Il viaggio, qui descritto in “La sfida di Gerusalemme – Un viaggio in Terra santa, con una lettera di Papa Francesco all’autore”, a fine libro, (semper E/O Edizioni, e ancora una volta con la sostantiva traduzione dell’insostituibile, per autori di grosso calibro, Alberto Bracci Testasecca).
Viaggio di un mese tra Betlemme, Nazareth, la Galilea e Gerusalemme, città apparentemente chiusa, senza degna di note, ma che con le sue metafore, sembra sfidare l’autore attraverso alcuni dettagli trascurabili per il turista medio. Raccontare le molteplici emozioni descritte nel “diario” sarebbe come togliere la curiosità al lettore più accorto. Sarebbe un vero “delitto”.
Ma una nota dal libro val bene citarla: “Mi inginocchio, mi piego in avanti e…E…lo sento! Di colpo respiro l’odore di un corpo. Ne percepisco fisicamente il calore, vicinissimo a me. Trasalisco. Non è possibile” (…) Riapro gli occhi. Mi sento sempre lo sguardo addosso, pesante…teso, verso di me, un inevitabile l’odore si definisce…è effettivamente l’odore di un essere umano…Il calore emana da un essere che sta a pochi centimetri da me, come una persona invisibile da cui percepisco la vita organica”. Questo ciò che accade a Schmitt al Santo sepolcro.
Delirio o immaginazione? Altre sensazioni potenti le avverte percorrendo le stazioni della via crucis rivivendo come reali le tappe di Gesù fino alla sua crocifissione. Intanto, a guardarla, Gerusalemme, non si spiega quel certo senso di umorismo al “muro del pianto”, a questo teatrino ebraico continuamente in scena.
Può essere che in seguito a tanti e tali shock lo Schmitt abbia subito un’esperienza mistica? Sindrome di Gerusalemme? Il suo interrogarsi, prima del viaggio: “Perché partire? In tal caso bisognava sicuramente abbandonare una propria “cornice”, i soliti punti di riferimento fuori dalle abitudini di altri viaggi”. A fine libro Papa Francesco, nella sua lettera, darà la miglior risposta che l’autore andava cercando: “In Terra santa ci si va…per camminare dove tutto è iniziato…i luoghi dove Gesù è cresciuto e ha iniziato il suo “servizio” di annunciatore del Regno di Dio. E quindi testimoniare. Non convertire”.
Come disse Benedetto XVII: “La Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione”). Eric-Emmanuel Schmitt infine pare l’abbia capito. Padre nostro che sei nei cieli…dacci questo libro fuori dal quotidiano.
ERIC-EMMANUEL SCHMITT
LA SFIDA DI GERUSALEMME – UN VIAGGIO IN TERRA SANTA
Con una lettera di Papa Francesco all’autore
E/O Edizioni