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Nuove rivelazioni in Tribunale sul crack di Banca Marche

Nuove rivelazioni in Tribunale sul crack di Banca Marche

Nell’ultima udienza sono comparsi testimoni che, nell’istituto di credito, hanno ricoperto ruoli di dirigenti apicali. Riferiti aspetti rilevanti

ANCONA – Si è tenuta al Tribunale di Ancona una nuova udienza per il processo sul crack di Banca Marche. Udienza importante in quanto sono comparsi testimoni – su istanza degli avvocati Borzone e Bellani dell’imputato Bianconi – che nella banca hanno ricoperto ruoli di dirigenti apicali e, nella circostanza, hanno riferito aspetti rilevanti ed utili a far emergere le cause della crisi bancaria che ha colpito 44.000 risparmiatori marchigiani.

Il primo teste ad essere sentito è stato  il dottor Polini, il quale ha riferito che – a marzo 2013 – il bilancio relativo all’anno 2012 della banca, chiuso con oltre 500 milioni di  perdite, fu approvato dal Cda  lo stesso giorno in cui fu nominato lo stesso Polini proprio quale responsabile del bilancio della banca senza però costui averne contezza.

Modalità analoga Polini la riferisce in merito alla semestrale 2013, approvata ad agosto 2013 dopo che le perdite passarono da  € 49.000 dei primi giorni del mese ad  € 250.000 del 20 agosto .

A domanda specifica dell’avvocato Corrado Canafoglia, che tutela oltre 3.000 risparmiatori, Polini ha ammesso che tali perdite sono il risultato di un’attività svolta allora dal responsabile crediti dottor Candolfo – assunto pochi mesi prima e proveniente da Cariferrara – senza avere la possibilità, per i membri del comitato valutazione rischi, di conoscere le motivazioni concrete che avevano portato a tali importanti rettifiche.

E’ stata poi la volta del dottor Bocchini , responsabile del servizio finanza della banca che, incalzato dall’avvocato Canafoglia,  ha riferito che  2,4 miliardi di euro di titoli, durante il commissariamento,  furono ceduti a soggetti istituzionali  tra i quali Goldman Sachs, Mogan Stanley e banche che operano nel settore finanziario.

Ma, soprattutto, il teste Bocchini ha riferito che, a maggio  2015, i commissari della banca hanno ceduto crediti cartolarizzati ottenendo un recupero del loro ammostare di circa il 98% , valore di recupero molto distante da quel 17% poi individuato.

Infine è stata la volta del dottor Giorgi, vice direttore della Banca, il quale ha riferito che, con l’avvento di Goffi quale nuovo direttore generale, sono stati svalutati crediti in misura superiore a quella che la normativa consentiva, così contribuendo a far emergere perdite milionarie nei bilanci 2012 e nella semestrale 2013 portando la Banca al commissariamento.

“Ogni volta  che esco da un’udienza del processo di Banca Marche mi sembra di aver assistito ad una puntata di “Report” la trasmissione di giornalismo di inchiesta , in quanto emergono sempre nuovi aspetti della vicenda del crack, ignoti ai risparmiatori, e che dovrebbero far aprire una riflessione e, soprattutto, spingere le autorità competenti a trovare una soluzione soddisfacente per i tanti risparmiatori ai quali sono stati sottratti i risparmi – ci ha detto l’avvocato Corrado Canafoglia – ma il silenzio regna sovrano”.

 

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