CRONACAL’INTERVENTOMARCHE

“Gli effetti devastanti dell’anoressia su tanti giovani”

“Gli effetti devastanti dell’anoressia su tanti giovani”

Il 15 marzo la Giornata nazionale contro i disturbi alimentari. La testimonianza di Paola Giorgi

di PAOLA GIORGI*

ANCONA – Ci sono date sottolineate in rosso, nei nostri calendari; nel mio una di queste è il 15 marzo, Giornata nazionale contro i disturbi alimentari.

E’ un dovere morale, un necessario atto di civismo o forse una spinta dal cuore per me, che quell’inferno l’ho vissuto e celebro oramai le nozze d’argento della mia guarigione, tornare di nuovo a testimoniare, parlare, chiedere soluzioni. Secondo l’Istituto superiore di sanità “anoressia sono una emergenza di salute mentale con effetti devastanti sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani. Possono condurre alla morte, per suicidio o arresto cardiaco”.

I disturbi alimentari costituiscono la prima causa di morte per malattia per i giovani dai 12 ai 25 anni, in Italia muoiono quasi 4000 ragazze e ragazzi all’anno a causa di DA e se un tempo la malattia poteva essere annoverata tra le questioni di genere, oggi l’incidenza sui ragazzi inizia a presentare dati allarmanti e la nascita di nuove forme di disturbo come da bigoressia. E ancor più preoccupante è che il disturbo alimentare si presenta anche su bambine e bambini di 8/9 anni.

In questo periodo di pandemia c’è stato un incremento di oltre il 30% di disturbo psichiatrico legato ai disturbi del comportamento alimentare. L’anoressia trova terreno fertile là dove c’è ricerca della perfezione e una conseguente manifestazione patologica del controllo su tutto ciò che circonda; ma controllare tutto è impossibile e allora tutte le attenzioni si focalizzano sul cibo, sul controllo di esso, una battaglia totalizzante contro ciò che in realtà ti sostiene, ti permette di vivere. Per me è stato così. E pensate cosa può essere il lockdown, la privazione di ogni certezza che tutti stiamo attraversando, per chi vive concentrato nel controllo. Un’ angoscia per l’anima con conseguenze demolenti sul corpo.

Ma dall’ anoressia si guarisce! Gli studi ci dicono che se affrontata precocemente, si ha un impatto positivo sui tempi di guarigione. Purtroppo solo il 10% di chi soffre di questo male chiede aiuto, perché le malattie dell’anima nel nostro Paese sono ancora un tabù e perché le risposte sanitarie non sono sufficienti; la cartina è, come spesso accade in sanità, disarmonica in Italia e la Regione Marche non brilla. Purtroppo negli ultimi anni è stato fatto molto poco per aiutare le famiglie e implementare la risposta sanitaria.

Ci sono centri ambulatoriali come quello di Fermo, o di Pesaro, dove agiscono professionisti instancabili, ma scarsamente affiancati nella loro quotidiana battaglia; c’è l’esperienza preziosa messa a disposizione dal Salesi per la malattia che si manifesta nel periodo dell’infanzia e preadolescenza, ci sono associazioni che operano, ma manca ancora una vera rete di risposte, nonostante già dal 2015 si fossero create le condizioni per metterla in piedi.

Parliamo di una malattia psichiatrica che va affrontata con determinazione, senza tentennamenti e abbandonando percorsi vecchi che hanno causato anni di immobilismo soprattutto per quanto concerne la realizzazione di una struttura residenziale necessaria per abbattere la migrazione verso strutture fuori Regione a cui sono costrette le famiglie dei ragazzi che soffrono del disturbo.

Oggi la sanità ha altre urgenze, ma nulla può essere accantonato e quando la pandemia avrà alleggerito il suo peso sulla nostra quotidianità e si potrà tornare a stabilire nuovi calendari di priorità, questa della battaglia contro i disturbi alimentari sia ai primi posti, sottolineata in rosso.

*Già assessore regionale

 

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it