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Scatta a Pesaro la rivolta dei fiorai del cimitero centrale

Scatta a Pesaro la rivolta dei fiorai del cimitero centrale

La decisione è stata presa per la coincidenza del mercato generale al san Decenzio, in pratica nella stessa area, che sta accentuando la crisi

Scatta la rivolta dei fiorai del cimitero centrale di Pesarodi PAOLO MONTANARI

PESARO – “Il nostro è un settore in profonda crisi. Durante l’anno vendiamo pochissimi fiori e aspettiamo come una boccata d’ossigeno, le festività dei Santi e dei Morti. Ed ecco che quest’anno l’Amministrazione comunale ci fa un bello scherzetto, facendola coincidere con il mercato al San Decenzio, in pratica nella nostra area”. Il fioraio Latini, si fa portavoce della protesta generale dei fiorai che gestiscono la loro attività, in prossimità del cimitero centrale. “Pesante domani mattina, 1 novembre, che confusione ci sarà. Ingorghi di macchine, persone che andranno a comperare l’insalta o una maglia e i fiori, tradizione secolare della nostra terra, verranno di nuovo dimenticati’.

Ma Latini perché questa crisi ormai prolungata della vendita dei fiori freschi? 

“Già da circa tre anni vi è stata una grande flessione nella vendita dei fiori freschi, nonostante che il prezzo è rimasto immutato e in alcuni casi è anche calato. I motivi sono tanti: la crisi economica, per cui i fiori sono considerati un bene di lusso e le famiglie pesaresi, preferiscono mettere fiori di plastica, che vanno bene tutto l’anno. Un secondo ,motivo il calo consistente della frequenza del cimitero anche nelle giornate del 1 e 2 novembre. Le persone preferiscono fare il week end per i santi e i morti, andando a gremire gli agriturismi o visitare i musei, piuttosto che frequentare e pregare sulle tombe dei loro cari. Il terzo motivo è il susseguirsi di furti nel cimitero di fiori freschi che vengono portati in altre tombe. Insomma una vera e propria guerra dei poveri.”

Latini, la crisi comporterà anche un ridimensionamento dei posti di lavoro?

“Certamente nella mia piccola azienda floreale, ho dovuto licenziare alcune persone con grande dispiacere. Ma torniamo a questi giorni . Lo sa cosa sta succedendo nella tendenza del mercato pesarese? Che sto vendendo più zucche di Halloween che fiori in particolare i crisantemi, di cui la nostra provincia ha una buona produzione, che sta andando in crisi di anno in anno. Allora mi chiedo, quando frequentemente si trovano le tombe rovinate, vasi spezzati; insomma veri atti vandalici con simboli anche di sette sataniche nel cimitero di Pesaro, non significa un autentico rovesciamento della cultura e del sentimento religioso nei confronti dei morti?”

Abbiamo girato questa domanda del fioraio Latini, al noto teologo don Giorgio Giorgetti.

“Vede, la paura della Morte, è divenuto un fenomeno psicologico collettivo, che già il filosofo francese Focault, aveva evidenziato con profonda preoccupazione molti anni fa. Ora poi che la chiesa ha ammesso la cremazione dei defunti nel rito cristiano, con l’istruzione vaticana ” AD RESURGENDUM CUM CHRISTO”, nonstante abbia sottolineato chiaramente di preferire la sepoltura, che è una delle opere di misericordia corporale, vi è il rischio che il valore e la paura diventino una commercializzazione come avviene in America o in alcuni paesi orientali come il Giappone. Ma perché la paura? Perché noi paesi occidentali e capitalistici, siamo sopraffatti dagli oggetti e diamo più valore a questi che all’essere. Pier Paolo Pasolini, che fu sempre dilaniato dal conflitto fra l’ESSERE e l’AVERE,affermava che per lui gli oggetti che utilizzava li vedeva in un’ottica spirituale. Ma cosa è rimasto di spirituale anche nella nostra società pesarese? Girate i negozi del centro storico o gli iper in questi giorni. Siamo soffocati dalle maschere inquietanti della giornata di Halloween che poi non è neanche una nostra festa, ma di importazione, che sostituisce i sentimenti della PREGHIERA E DELLA DEVOZIONE PER I SEPOLCRI. Di questo passo prevarrà una cultura panteista,naturalista e nichilista, che permetterà la dispersione delle ceneri dei morti nell’aria o in acqua, oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o altri oggetti. La Chiesa nel suo recente documento evidenzia questi rischi, che però ritengo siano molto realistici e preoccupanti”.

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