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I campioni della vecchia Scavolini si ritrovano a Pesaro per l’ultimo saluto a Gianluca Del Monte

I campioni della vecchia Scavolini si ritrovano a Pesaro per l’ultimo saluto a Gianluca Del Monte

di PAOLO MONTANARI

PESARO – “In certe occasioni la Cattedrale di Pesaro diviene piccola, perché non riesce a contenere tanta gente, come oggi per dare l’ultimo saluto a Gianluca Del Monte, che era molto conosciuto in città, sia per il suo bel carattere umano, disponibile e sorridente e soprattutto perché negli anni Ottanta è stato un giocatore della Scavolini Pallacanestro. Per questo motivo oggi si sono riuniti oltre alla moglie, i tre figli e la compagna, tanti amici e i compagni di squadra”.

Sono le parole di don Stefano Brizzi, parroco del Duomo di Pesaro e vicario generale dell’Arcidiocesi, nell’accogliere la bara che è entrata in chiesa fra gli applausi della gente e portata a spalle da alcuni fra i suoi compagni di squadra. Presenti Ario Costa, Valter Magnifico, Athos Benevelli, Paolo Gurini, Roberto Terenzi, Luca Ponzoni e tanti altri provenienti da molte parti d’Italia, per stringersi intorno alla famiglia di Gianluca e ricordare con commozione le tante partite di pallacanestro giocate insieme.

Bob Terenzi, che ha perso il fratello Rudy, anch’egli giocatore di basket, ha evidenziato che con la scomparsa di Gianluca, sta per terminare una stagione della pallacanestro pesarese, che ha dato molto al circuito del basket italiano ed europeo. E forse il simbolo, di un filo di Arianna, esile, ma che ancora non si è spezzato, lo ha fatto l’ex dirigente di allora della Scavolini, Vito Amato, che avvicinandosi alla bara arricchita di fiori bianchi, segno di una gioventù innata in Gianluca, l’ha accarezzata.

Poi, nell’omelia, don Stefano ha voluto sottolineare il valore antropologico della morte improvvisa, che si catapulta in un terremoto interiore, che colpisce in primo luogo gli affetti che, in questo momento, devono arricchirsi dei valori cristiani, della Fede, Speranza e Carità, perché la nostra esistenza è nelle mani di Dio.

Al termine della funzione liturgica vi sono state due commoventi testimonianze. La prima di una figlia di Gianluca, Sofia, che ha voluto ripercorrere fra il pianto il difficile rapporto con il padre.

“Sono serviti due anni per far rincontrare i nostri occhi, quando ero piccola. E ti ho perdonato, e mi rendo conto che il perdono è la cosa più grande di tutto. Oggi sono ancora una bambina, di 23 anni, e ti amo alla follia. Non ho avuto la tua presenza paterna da piccolina, ma ti ho avuto dentro. Ne è nato nel tempo un rapporto difficile e meraviglioso. E quando ti ho visto, morto, ti ho tenuto per mano. La tua morte mi ha fatto capire che non avrò più paura di niente. Papà proteggimi perché sono ancora una bambina”.

La compagna di Gianluca si è soffermata sull’immagine surreale della Cattedrale di Pesaro, che vuole salutare Gianluca riconosciuto in città per la sua eleganza nei modi ed un sorriso per tutti. “Dopo Rudy Terenzi e Gianluca se ne va una parte della mia vita. Mi sforzerò di ritrovarlo fra i vicoli della città, perché è stata una persona speciale”.

 

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