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Paolo Crepet ad Ancona, cronaca di un incontro piacevole

Paolo Crepet ad Ancona, cronaca di un incontro piacevole

Paolo Crepet ad Ancona, cronaca di un incontro piacevole Paolo Crepet ad Ancona, cronaca di un incontro piacevole

di MASSIMO CORTESE

ANCONA – Questa sera, alle ore 17.30, la Loggia dei Mercanti ha ospitato lo scrittore e psichiatra Paolo Crepet. Di fonte ad un pubblico attento e numeroso, Crepet ha dichiarato il suo grido di dolore verso la società odierna, caratterizzata da un certo concetto di libertà senza regole, dove molto è permesso, specialmente ai giovani. Non sapevo che il videogioco più diffuso in Italia riguardasse una sorta di eliminazione delle prostitute, più le elimini e di conseguenza consegui un punteggio maggiore: nel lungo periodo si finisce con il favorire una vera e propria società dell’indifferenza. Noi genitori non dobbiamo tagliare le ali ai nostri figli, mentre spesso impediamo loro di crescere e maturare: la madre che dice al figlio “perché non te ne vai, non stai bene qui?” è sicuramente una disgraziata.

Interessante la Circolare inviata da un Preside di una Facoltà Universitaria che ha invitato i docenti intenzionati a proporre libri con oltre ottocento pagine, di farne la sintesi per gli studenti: di questo passo si va verso la catastrofe culturale. Crepet non fa sconti a nessuno, se la prende- secondo me giustamente – per un tale che durante l’incontro, con lui che parlava, ha continuato a cliccare col cellulare: probabilmente non è riuscito a fare a meno di quella che è una dipendenza di oggi.

In conclusione, l’incontro è stato l’ennesimo campanello di allarme che Crepet ha rivolto ai non pochi anconetani accorsi ad ascoltarlo, a causa della sua fama di educatore ma anche per dimostrare a loro stessi di preoccuparsi comunque di un momento storico delicato, perché la situazione speso sta sfuggendo di mano, come tante tragedie di oggi rivelano. All’incontro non sono suonati i soliti cellulari, forse per paura dei presenti di sentire i rimbrotti di Crepet: a disturbare è rimasto un cane con il suo abbaiare, al  quale probabilmente non è parso vero di poter fare a mano del fastidioso trillo.

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