CRONACAIN PRIMO PIANOMARCHE

Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori”

Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori”

Il Pontefice si è rivolto alle migliaia di terremotati del centro Italia, arrivati dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia ed Ascoli Piceno, ricevuti nell’aula Paolo VI. Dopo aver ascoltato le loro testimonianze Papa Bergoglio ha aggiunto che “bisogna ricominciare senza perdere la capacità di sognare”. Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, al termine dell’udienza: “Una iniezione di fiducia”

Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori”Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori”Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori” Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori” Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori” Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori” Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori” Papa Francesco ai terremotati: “Bisogna ricostruire le case ed anche i cuori”

CITTA’ DEL VATICANO – “Ricostruire, ricominciare, ricominciare da capo, ma anche ricominciare senza perdere la capacità di sognare. Sognare, avere il coraggio di sognare una volta di più. Ricostruire non solo le case, ma anche i cuori”. Così Papa Francesco si è rivolto alle migliaia di terremotati del centro Italia, arrivati dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia ed Ascoli Piceno, ricevuti nell’aula Paolo VI, dopo aver ascoltato le loro testimonianze.

“Don Luciano ha detto che è orgoglioso della sua gente”, ha spiegato il Pontefice, “anche io devo dire che sono orgoglioso dei miei parroci che non hanno lasciato la terra, è buono avere pastori che se vedono il lupo non corrono: abbiamo perso, ma siamo diventati una grande famiglia in altro modo”.
Al suo ingresso in aula Paolo VI, Papa Francesco è stato accolto con grande calore, ha stretto mani e accarezzato bambini, e ha ricevuto anche alcuni doni, tra cui disegni, un cesto di prodotti tipici e una felpa. Dopo aver ascoltato le testimonianze di Raffaele e di don Luciano Avenati, parroco della abbazia di Sant’Eutizio in Preci, e averle commentate, ha invitato a pregare una Ave Maria.

“Voi sapete che vi sono vicino e vi dico una cosa – ha proseguito papa Francesco – : quando me ne sono accorto di quello che era accaduto quella mattina, appena svegliato ho trovato un biglietto dove si parlava delle due scosse e ho pensato due cose: ci devo andare e poi ho sentito dolore, molto dolore, e con questo dolore sono andato a celebrare la messa in quel giorno”.

Papa Bergoglio ha quindi ringraziato le popolazioni colpite dal terremoto “per tutto quello che avete fatto per aiutarci a ricostruire i cuori, le case, il tessuto sociale e anche per ricostruire con il vostro esempio l’egoismo dei nostri cuori, di noi che non abbiamo avuto questa sofferenza”.

“Ricostruire”. Il Papa, “toccato nel cuore” come lui stesso ha detto, parte da questa parola, citando alternativamente nel suo discorso le due testimonianze che lo hanno accolto. Ricorda le parole di Raffaele che ha raccontato i minuti del terremoto, invocato la preghiera e la necessità della ricostruzione, e don Luciano, parroco dell’Abazia di Sant’Eutizio di Spoleto-Norcia, che ha detto: “Abbiamo perso le case, ma siamo diventati una grande famiglia”.

“Una parola che è stata come un ritornello, quella del ‘ricostruire’, quello che Raffaele ha detto molto concisamente e molto forte: ‘Ricostruire i cuori ancor prima delle case’. ‘Ricostruire – ha detto don Luciano – il tessuto sociale e umano della comunità ecclesiale’. Ricostruire”.

Francesco parla delle “ferite del cuore”, delle persone che ha incontrato, che hanno perso la casa, i propri cari: bambini, genitori, anziani.

“Non c’è posto per l’ottimismo qui: sì per la speranza ma non per l’ottimismo. L’ottimismo è un atteggiamento che serve un po’ in un momento o ti porta avanti ma non ha sostanza. Oggi serve la speranza per ricostruire e questo si fa con le mani”.

Papa Francesco ha poi riportato, ancora una volta, le parole di don Luciano che ha raccontato, dicendosi orgoglioso, “il coraggio la tenacia, la pazienza, la solidarietà nell’aiuto vicendevole” della gente.

“Anche io devo dire che sono orgoglioso dei parroci che non hanno lasciato la terra e questo è buono: avere pastori che quando vedono il lupo non fuggono”.

Ricominciare ribadisce il Papa “senza perdere la capacità di sognare” avendo “il coraggio di sognare una volta in più”.

Alla fine “il grazie” a tutti per la testimonianza offerta: “Grazie per essere venuti oggi e in alcune udienze di questi mesi; grazie per tutto quello che voi avete fatto per aiutarci per costruire, ricostruire i cuori, le case, il tessuto sociale, anche per ricostruire col vostro esempio l’egoismo che è nel nostro cuore che non abbiamo sofferto questo”.

“Un bel modo di iniziare il nuovo anno – ha affermato al termine dell’incontro con papa Francesco il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli – il 2017 sarà molto impegnativo perché la ricostruzione non è più semplice dell’emergenza, anzi, i cittadini nel tempo sono sempre più provati da quello che è successo e quindi serve ancora più energia per restituire serenità e forza alla nostra comunità. Il messaggio del papa,  l’accoglienza che ha riservato ai cittadini, alle popolazioni, alle istituzioni dei territori colpiti dal terremoto, è un atto di grandissima vicinanza che ci aiuta a tenere alto lo spirito e il cuore con cui affrontare quello che ci aspetta. Il papa vuole essere vicino non solo a parole ma anche nei fatti con la propria presenza oggi a Roma tutti insieme e domani di nuovo nei territori colpiti dal sisma.

“Questa iniezione di fiducia – ha aggiunto Ceriscioli – ci aiuterà nel duro lavoro che porteremo avanti nel rispetto delle responsabilità di ognuno. Eravamo insieme tutte le Regioni, con il commissario, con il direttore del dipartimento di protezione civile, i sindaci delle città delle quattro regioni colpite e tanti cittadini che ho visto salutare in lacrime il papa: una comunità che si è ritrovata in una giornata speciale”.

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it