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Caso Biogas Marche, Pergolesi (M5S): “Rispettare i diritti dei cittadini e le sentenze della magistratura”

Caso Biogas Marche, Pergolesi (M5S): “Rispettare i diritti dei cittadini e le sentenze della magistratura”

Caso Biogas Marche, Pergolesi (M5S): “Rispettare i diritti dei cittadini e le sentenze della magistratura” Caso Biogas Marche, Pergolesi (M5S): “Rispettare i diritti dei cittadini e le sentenze della magistratura”

ANCONA – Nel corso di una conferenza stampa la consigliera regionale Romina Pergolesi del Movimento 5 Stelle, presenti i rappresentanti dei Comitati aderenti al Coordinamento Regionale “Terre Nostre Marche”, ha illustrato la lunga vicenda delle autorizzazioni concesse alle centrali biogas da parte della Regione Marche.

A seguito della sentenza n.25629 del 14 dicembre scorso, la complessa vicenda del biogas arriva ad un punto cruciale: ormai a tutti i livelli di giudizio le tesi di cittadini e territori hanno prevalso sulle raffazzonate quanto infondate argomentazioni della Regione Marche, ribadendo l’ illegittimità delle autorizzazioni rilasciate senza preventiva sottoposizione a verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale.

Purtroppo la Regione Marche è diventata un modello esemplare a livello nazionale di come l’energia impropriamente chiamata pulita, può essere sporcata dagli affari delle grandi lobby” ha detto la Pergolesi, ricordando l’inchiesta della magistratura che vede indagati alcuni imprenditori e funzionari dell’ente regionale

Ora la Regione dovrebbe prendere atto della situazione ed adoperarsi per annullare in autotutela tutte le autorizzazioni rilasciate con modalità analoghe a quelle oggi definitivamente censurate dalla Cassazione, prevedendo la demolizione degli impianti costruiti sulla base di autorizzazioni in contrasto con la legge ed il ripristino dei siti.

Purtroppo sembra invece che la Regione si stia nuovamente addentrando in tentativi di sanare la situazione con nuovi procedimenti avviati in base all’istanza di alcune ditte proponenti volti a riattivare/convalidare autorizzazioni addirittura cancellate dai giudici amministrativi.

La consigliera Pergolesi ha sollevato dubbi puntuali sulla piena correttezza di tali iter ed aveva presentato una mozione discussa in Consiglio regionale il 18 ottobre 2016, finalizzata proprio a far acquisire alla Giunta ed ai competenti uffici regionali un parere pro veritate volto a chiarirne la reale percorribilità.

L’assessore Sciapichetti e la maggioranza, invece di accogliere favorevolmente una richiesta giusta che potrebbe evitare alla Regione di addentrarsi nell’ennesimo cul de sac, hanno bocciato la mozione.

“Inaccettabile, inadeguato ed irrispettoso l’atteggiamento dell’Assessore all’Ambiente nei confronti di una richiesta legittima volta a tutelare i diritti dei cittadini; lo stesso è riuscito a contraddirsi più volte in pochi minuti di intervento in Aula” questa la replica della Consigliera Pergolesi alle dichiarazioni fatte da Sciapichetti in aula.

Esattamente come nel 2012, ancora una volta parrebbe si stia procedendo con iter di dubbia percorribilità, nonostante comitati e territori abbiano nuovamente reso ufficialmente edotti funzionari ed amministratori sui rischi per le comunità e per l’erario pubblico che tali percorsi potrebbero comportare.

La consigliere Pergolesi si è perciò riservata di esercitare il proprio diritto/dovere di segnalare a tutti i soggetti cui competono prerogative di vigilanza e controllo, inclusi quelli di magistratura, quanto sta avvenendo, perché “è giusto che a pagare siano gli eventuali responsabili che nel caso sceglierebbero di proseguire con procedure che avvantaggerebbero le ditte private proponenti a scapito dell’interesse pubblico”.

Presenti alla conferenza i referenti dei vari comitati nobiogas aderenti al Coordinamento Terre Nostre Marche, rappresentati dal presidente Massimo Gianangeli che ha manifestato l’intenzione delle associazioni di procedere con nuove istanze di verifica e revoca in autotutela dei provvedimenti emessi e dei procedimenti in corso, chiarendo inoltre come, a seguito della pronuncia della Cassazione, ricorrono ormai le condizioni per individuare le responsabilità, anche personali, di chi in Regione ha provocato questa situazione penalizzante per l’Ente ed i cittadini.

Non è ammissibile che i costi degli errori fin qui compiuti ricadano sulle comunità locali. A nostro giudizio, il conto va presentato a chi, nel caso, ha prima sbagliato, poi perseverato”.

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