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Josè Carreras: “Spero di poter tornare per molti anni a Pesaro”

Josè Carreras: "Spero di poter tornare per molti anni a Pesaro"Josè Carreras: “Spero di poter tornare per molti anni a Pesaro”

Nello splendido Auditorium Pedrotti del Conservatorio Rossini il grande tenore spagnolo si commuove per l’accoglienza di un pubblico entusiasta

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di PAOLO MONTANARI

PESARO – Il secondo masterclass, unico al mondo, tenuto dal grande tenore spagnolo José Carreras, ha visto quest’anno, nel concerto finale, svoltosi nello splendido Auditorium Pedrotti del Conservatorio Rossini, momenti di grande emozioni musicali ed umane. Carreras, in questa seconda edizione del masterclass, a cui hanno partecipato allievi provenienti da tutto il mondo, ha capito di lavorare a casa sua, non solo per la presenza dell’amico, artista e pianista accompagnatore, Lorenzo Bavaj, il cui merito è stato di portare a Pesaro, una delle massime espressioni vocali del Novecento, soprattutto nei ruoli romantici, ma anche per la cornice di pubblico: il presidente del Conservatorio di Pesaro Giorgio Girelli, il direttore, Ludovico Bramanti e il sovrintendente del Rof, Gianfranco Mariotti, che si sono voluti stringere intorno a José Carreras.

Un concerto all’altezza della qualità del masterclass, con l’orchestra sinfonica G.Rossini diretta da Daniele Agiman, una bacchetta esperta e sempre più impegnata in un repertorio musicale variegato. “Spero di poter tornare a Pesaro per i prossimi anni, ha esordito di fronte ad un auditorium gremito di persone. Quest’anno dopo l’esibizione degli allievi, gli stessi, a conclusione del concerto, eseguiranno la preghiera dal Mosè in Egitto di Rossini”.

Oltre all’omaggio floreale, il presidente Girelli ha voluto donare a Carreras una scacchiera. “Gli scacchi mi sono sempre piaciuti, ed ora ho un nipotino di 10 anni, che mi batte”, ha detto il tenore, ringraziando per il dono.

Un Carreras con oltre 50 anni di carriera artistica, che ha lavorato con un repertorio lirico e concertistico in tutto il mondo, sotto la direzione di  Herbert von Karajan e Claudio Abbado. Poi i ricordi e una vena di tristezza, da parte del tenore, un po’ segnato dall’età, ma dagli occhi pieni di bontà e generosità, di fronte ad alcune mie domande, al termine del concerto.

– Maestro, in un certo senso si trova a casa sua a Pesaro, dove soggiornò l’amico e collega Luciano Pavarotti?

“Ah, Luciano, che bei ricordi, con Placido, abbiamo fatto dei concerti di fronte a migliaia di persone. Sono ricordi incancellabili, perché le rivalità artistiche sono state superate dalla sincera amicizia”.

– Maestro, la musica concilia i popoli. Come vede questo periodo per la cultura  

“La cultura sta subendo gravi rischi di sopravvivenza. Prima vi è stata la globalizzazione culturale che ha uniformato tutto. Adesso si inizia a costruire i muri. La situazione è preoccupante”.

Ma veniamo allo splendido concerto degli 11 finalisti della masterclass organizzata dal Conservatorio Rossini. Sono stati eseguiti brani musicali di Puccini, Verdi, Leha’r, Haydn,Bizet e non poteva mancare Gioachino Rossini con l’aria di Sofia dal Signor Bruschino. I giovani cantanti hanno eseguito con una buona interpretazione i brani, accompagnati dall’Orchestra Sinfonica G.Rossini diretta da Daniele Agiman. Poi la ciliegina sulla torta con l’interpretazione meravigliosa e romantica di due canzoni napoletane, del grande tenore Carreras, l’ultimo di una generazione del bel canto, che speriamo possa presto rifiorire.

(Le foto sono di MARTA FOSSA)

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