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Convegno del Fai a Pesaro per portare alla luce i mosaici del Duomo

Convegno del Fai a Pesaro per portare alla luce i mosaici del Duomo

cattedrale-mosaici1di PAOLO MONTANARI

PESARO – Dopo il boom delle visite al pubblico dei mosaici del Duomo di Pesaro, il FAI ha cavalcato l’onda ed ha riunito a Pesaro al Teatro Sperimentale,i migliori esperti e il vicario generale dell’Arcidiocesi di Pesaro, per discutere dei mosaici un tesoro nascosto, che sta continuando a sollevare discussioni e polemiche sulla sua frubilità e visibilità.

Presenti il capo delegazione del Fai di Pesaro e Urbino che ha subito chiarito ad altre associazioni come l’Archeoclub da tempo impegnate sul recupero dei mosaici: “Non vogliamo proporre una soluzione , ma promuovere un dibattito per giungere alla soluzione”, Andrea Carandini, Daniele Manacorda e Giuliano Volpe, moderati dall’archeologo Pier luigi Dall’Aglio, di cui già conosciamo le sue medicine per salvare il malato nascosto. Se don Stefano Brizzi ha voluto sottolineare il valore spirituale della cattedrale, facendo allontanare anche i fantasmi di uno stacco che potrebbe trasformare la Cattedrale in un prezioso contenitore, l’assessore alla Bellezza del comune di Pesaro Daniele Vimini, ha dato manforte al Vicario generale, dicendo che non si può parlare di stacco o spostamento del tappeto musivo. Il neo soprintendente ai Beni ArcheologiciCarlo Birrozzi, si è sentito un pò intimorito accanto a tanti archeologi, lui che di professione è un architetto. Ma in seguito, ma speriamo che non passi troppo  tempo, sarà proprio Birrozzi a decidere e speriamo che le parole sagge del cardinale Angelo Bagnasco, possano essere attuate de i pesaresi e i visitatori di tutto il mondo possano vedere nella loro interezza questo patrimonio universale, per adesso in gran parte ammuffito nel sotto sagrato.

Ed è la stessa provocazione che il Fai ha voluto lanciare con una intervista del 1999, anno in cui Bagnasco lanciò il suo appello, a Federico Zeri che disse in una famosa frase: I MOSAICI SI PESARO E’ UN INSULTO. D’altra parte anche il suo allievo poco riverente del suo maestro, Vittorio Sgarbi, fu dello stesso avviso.”Ma perché non rendere il palazzo Ducale, sede della Prefettura, museo della città, ha sottolineato l’archeologo romano Carandini, che si è opposto alle resistenze localistiche. “Se il Duomo di Pesaro si fosse trovato in Svizzere o Olanda, sicuramente, dopo un anno dlla scoperta dei mosaici, si sarebbe integrlamente scavato e Pesaro sarebbe diventata un’altra Aquileia, italiana. Nessun sacerdote si è posto il problema liturgico, in Europa, solo a Pesaro, il parroco si è rifatto a vecchie reminiscenze. Papa Francesco predica all’aperto. Valorizziamo il nostro patrimonio artistico.

E all’eretica proposta di Dall’Aglio degli anni ’90 di spostare il Duomo in un’altra chiesa, Carandini ha aggiunto un’altra proposta: il mosaico superiore del VI secolo è infinitamente più bello e importante di quello del IV secolo, inferiore. Perchè perlomeno non sostituire il pavimento attuale, uno sgorbio antiestetico, con un pavimento veramente trasparente, per far vedere interamente, il tappeto musivo superiore? In sostanza, Carandini ha di nuovo agitato gli animi della curia, con il placet del cardinale Bagnasco, e dell’amministrazione comunale, chiedendo di procedere allo scavo integrale della chiesa per documentare il tappeto musivo inferiore e far vedere nella sua integrità quello superiore. Un punto questo che ha visto concordi i convegnisti, Manacorda e Volpe. Ma speriamo, anche in omaggio a don Giuseppe Signoretti e alla professoressa Polichetti, che ancora lo stacco non rimanga una semplice chimera, anche per rispetto per i migliaia di pesaresi che hanno firmato una petizione per rendere visibile questo patrimonio di tutti.

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