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La cooperativa di Pesaro che ha ospitato uno degli stupratori di Rimini si difende e respinge critiche e accuse

La cooperativa di Pesaro che ha ospitato uno degli stupratori di Rimini si difende e respinge critiche e accuse

PESARO – Guerlin Butungu, il ventenne congolese arrestato domenica per gli stupri di Rimini, ritenuto il capo del branco, ha usufruito, in questi ultimi tempi – in quanto richiedente asilo politico in Italia, dove è giunto nel 2015 -, del servizio di accoglienza della Cooperativa Sociale Labirinto di Pesaro.

Nelle ultime ore, proprio per questo, la cooperativa pesarese è stata fatta segno, sulla sua pagina Facebook, di numerosi attacchi da parte di utenti indignati: tra i commenti, frasi come “grazie per aver ospitato lo stupratore di Rimini”, “vergognatevi”, “siete strutture inutili e piattaforme per la diffusione di esseri immondi”. La Cooperativa, nell’esprimere “solidarietà e profonda vicinanza verso le vittime delle aggressioni”, fornisce, con una nota, il suo punto di vista su tutta questa incresciosa vicenda.

“La Cooperativa Sociale Labirinto – vi si legge – opera nel territorio della provincia di Pesaro e Urbino e province limitrofe dal 1979, negli ambiti socioeducativi, sociosanitari e della formazione, offrendo risposte a soggetti pubblici e privati, con l’obiettivo di organizzare servizi efficaci e accoglienti, per tutti gli utenti che ne necessitano, siano essi bambini, disabili, migranti o anziani, sia che abbiano una dipendenza patologica o subito violenze di genere, rinnovando ogni giorno, con responsabilità, l’impegno verso la comunità.

“Da oltre quattro anni la Labirinto – si legge sempre nel comunicato diffuso – si misura anche con il tema dell’accoglienza dei migranti, prendendosi cura professionalmente di richiedenti asilo e rifugiati nei circuiti Cas e Sprar.

“In riferimento ai gravi fatti di Rimini – si legge in un altro passo del comunicato -, la Cooperativa esprime la sua solidarietà e profonda vicinanza verso le vittime delle aggressioni. Con rispetto verso le forze dell’ordine e gli inquirenti deputati a far luce su quanto accaduto, la Labirinto condanna fermamente comportamenti illeciti e lesivi della libertà e dignità altrui.

“In riferimento alle conversazioni che si sono sviluppate online, è comprensibile che le persone, d’istinto, possano andare oltre la realtà contingente, nell’impotenza che tutti provano di fronte a questo orribile reato, ma è altrettanto vero che alcuni di questi commenti non sono costruttivi né di aiuto alle vittime, e non possono in alcun modo essere utili al dialogo attorno alla complessa tematica delle migrazioni. Quanto è accaduto è un reato grave, e come tale va condannato.

“Soprattutto nelle situazioni che coinvolgono le persone, la cooperativa Labirinto – si legge sempre nel comunicato – ritiene che sia corretto esprimersi con cautela, valutando con attenzione le possibili conseguenze di quanto si dichiara, schierandosi a favore del bene comune e non contro qualcuno o qualcosa”.

 

 

 

 

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