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Il Pd sulle emergenze delle Marche: “La Regione è nel totale abbandono”

Il Pd sulle emergenze delle Marche: “La Regione è nel totale abbandono”

ANCONA – Un governo nazionale lontanissimo dai reali bisogni marchigiani e completamente inerte di fronte alle vecchie e nuove emergenze che continuano a pregiudicare la crescita della regione. È il giudizio nettamente negativo che emerge nelle valutazioni del Partito Democratico delle Marche sul governo Meloni, sulla giunta Acquaroli e il sistema delle autonomie a guida centrodestra. Insomma, la cosiddetta filiera istituzionale, divenuta negli ultimi anni un vero e proprio cavallo di battaglia elettorale dei partiti di governo.
“Una filiera piuttosto sfilacciata – commenta il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi – considerato che le Marche, specialmente nei territori che nel corso degli anni hanno subito calamità naturali, non solo continuano a vivere in una condizione di perenne emergenza, ma hanno perso ogni contatto con il governo Meloni e la giunta Acquaroli. Due esempi che lo chiariscono bene: l’alluvione e il terremoto che nel 2022 hanno colpito a poche settimane di distanza l’una dall’altro le province di Ancona e Pesaro Urbino, le cui conseguenze sono ancora oggi drammaticamente visibili. Rispetto all’alluvione, a oggi i fondi stanziati sono serviti a risarcire solo una minima parte i danni subiti dalle abitazioni, dalle imprese e dal patrimonio pubblico. Ne servono molti altri per arrivare a una copertura completa che permetta di ripristinare le condizioni di partenza. La bocciatura dell’emendamento proposto nei giorni scorsi dall’onorevole Augusto Curti è un errore grave da parte del centrodestra, perché allontanando per un tempo indefinito gli stanziamenti necessari si toglie a molti cittadini la speranza di rientrare al più presto nelle proprie case e ad altrettante imprese la possibilità di rilanciarsi o addirittura di evitare lo spettro del fallimento.
“Un altro errore è stato quello di non promuovere un Tavolo di coordinamento tra i Comuni alluvionati affinché tutti fossero edotti reciprocamente in merito ai criteri di riparto e alla stima della copertura dei danni. favorire un Analoga la situazione dei cittadini che dal 9 novembre del 2022 sono ancora fuori delle loro abitazioni rese inagibili dal terremoto. Il terremoto dimenticato dal governo Meloni e dal commissario Castelli, che dopo aver stanziato la misera cifra di 5 milioni, pari più o meno all’1% dei danni reali stimati, hanno rimosso la questione dalla loro agenda politica. Il terremoto di cui il presidente Acquaroli non si è neanche accorto, tanto è vero che, come si ricorderà, solo dopo le nostre reiterate e insistenti proteste, e grazie all’impegno in Parlamento del nostro deputato Augusto Curti, si decise ad avanzare al governo la richiesta lo Stato di Emergenza. Questo oblio va spezzato, rinnovando subito la richiesta dello Stato di Emergenza in scadenza ad aprile e iniziando a mettere le risorse necessarie per il ripristino delle strutture private”
“In questa regione – afferma l’onorevole Augusto Curti – abbiamo quattro emergenze importanti: il sisma del 2016 nel sud delle Marche, l’alluvione e il terremoto che nel 2022 hanno colpito le province di Ancona e Pesaro Urbino, la nuova alluvione del 2023, che pur interessando soprattutto la Romagna, ha coinvolto anche i territori del nord delle Marche. In ognuna di queste situazioni, con l’avvento del governo Meloni, le comunità sono rimaste in balìa di sé stesse. Anzi, nel caso delle alluvioni e del terremoto più recente, il governo non è stato capace di dare una risposta minimamente degna di un paese civile: alle prime risorse stanziate, del tutto inadeguate (basti dire che per l’alluvione del 2022 sono stati erogati 400 milioni di euro, quando il solo comune di Cantiano ha ricevuto danni per 90 milioni), è seguito un assordante silenzio. Ma non solo, i pochi soldi arrivati fanno fatica a essere spesi. Il governo Meloni, nonostante i nostri solleciti non ha previsto personale tecnico e amministrativo dedicato alle strutture per le emergenze, il cui lavoro finisce sempre più in carico ai dipendenti dei piccoli comuni che sono già oberati dalle loro mansioni ordinarie e dalla gestione dei progetti riguardanti il Pnrr, provocando il rallentamento delle procedure. In Parlamento abbiamo prodotto vari emendamenti per aumentare le risorse disponibili, per il potenziamento del personale, per prorogare i termini del Superbonus nei territori del cratere sismico. Proposte che la destra ha puntualmente bocciato, girando le spalle alle Marche. Gli unici progetti che riescono ad avanzare, seppur a fatica, sono quelli del cratere sismico del 2016, grazie al lavoro svolto dai governi nazionali precedenti, nonostante ci sia chi provi a “metterci il cappello”.

“Quanto sta accadendo ai terremotati di Ancona – aggiunge il consigliere Antonio Mastrovincenzo – è di una gravità inaudita. Anzitutto auspico che non si perda altro tempo e si proroghi immediatamente lo stato di emergenza in scadenza l’11 aprile. Poi, è ora che il governo Meloni e la giunta Acquaroli affrontino il tema delle risorse per ripristinare gli edifici pubblici e privati danneggiati nel novembre del 2022. Fino ad oggi abbiamo visto un poco edificante rimpallo di responsabilità sulla pelle dei terremotati, che certifica il totale fallimento della filiera istituzionale Meloni-Acquaroli-Silvetti. Non solo hanno smentito le promesse non mettendo neanche un euro nella Legge di Stabilità e nel decreto Milleproroghe, ma non hanno avuto neppure il coraggio di incontrare i terremotati. Tutto ciò, mentre è notizia di questi giorni che il commissario Castelli ha dirottato oltre 23 milioni sull’ospedale di Tolentino, sottraendoli ad altri progetti di edilizia sanitaria, tra cui quasi 9 milioni di euro all’ospedale Profili di Fabriano. Ciò, per dare un’idea di come opera la principale figura istituzionale incaricata dal governo Meloni di gestire le ricostruzioni post sisma”.

“Il sisma del 2022 – spiega il consigliere Andrea Biancani – ha provocato 62 milioni di euro di danni al patrimonio pubblico. Per la ricostruzione delle case e degli edifici privati e per le imprese non solo non è arrivato neanche un euro, ma non sono neppure previsti fondi. Dopo l’alluvione i sindaci dei Comuni colpiti avevano chiesto l’istituzione un Ufficio per la Ricostruzione che potesse distribuire direttamente e in tempi brevi a cittadini e imprese le risorse che sarebbero arrivate. Invece ciò non è stato fatto e quei pochi soldi che sono giunti tardano a essere erogati perché i Comuni devono fare tutto da sé e non hanno personale a sufficienza. Tra l’altro, avevamo chiesto degli indennizzi ad hoc per le attività che nel pesarese, oltre ai danni subiti dall’alluvione, hanno subito un aggravio dovuto alla chiusura per 8 mesi della strada della Contessa. Nonostante le passerelle di ministri, assessori e consiglieri regionali, ad oggi non si è visto un euro”.
“Vediamo che il commissario Castelli passa gran parte del suo tempo a inaugurare opere finanziate dai vecchi governi – aggiunge la consigliera Anna Cassini – ma non fa nulla per far progredire la Ricostruzione nelle aree interessate dal sisma del 2016. La legge urbanistica approvata recentemente dalla Regione Marche sta addirittura peggiorando le cose, creando nuovi problemi. Basti dire che con l’eliminazione del Piano Casa, intervenire nelle abitazioni lesionate ma caratterizzate da piccoli abusi edilizi, ovvero il 90% delle case nelle aree rosse, non sarà più possibile”.

“Il governo Meloni e la giunta Acquaroli – conclude la segretaria regionale del Pd Marche Chantal Bomprezzi – proseguono nella loro politica di annunci e di promesse puntualmente disattese, dietro cui si cela c’è il vuoto politico di questa destra. La loro incompetenza è dimostrata chiaramente dal fatto che neppure governando a ogni livello riescono a rispondere ai problemi della comunità marchigiana. Ma ciò che è peggio, è che continuano a bocciare sia in consiglio regionale
che in Parlamento tutte quelle proposte che il Partito Democratico mette in campo. Proposte che spesso sono coerenti con le stesse promesse che fanno ai cittadini ma che poi non sono in grado di tradurre in provvedimenti concreti”.

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