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A Fabriano una mostra sul periodo d’oro del presepe napoletano

A Fabriano una mostra sul periodo d’oro del presepe napoletano

La collezione di Ezio Maria Tisi presentata al museo diocesano della città

di DANIELE GATTUCCI

FABRIANO – “La collezione esposta alla Mostra al Museo Diocesano – sono parole di Ezio Maria Tisi – è composta da ventisette statue alte 50 centimetri, a differenza delle più tradizionali che variano dai 30 ai 42 centimetri La struttura di ogni statua è di stoppia e fil di ferro potendo così assumere le più svariate posizioni, la testa è in terracotta policroma e gli occhi in vetro. Mani e piedi in legno o terracotta policroma. Meravigliosi gli abiti dei tre re Magi e del seguito di orientali. Sete e tessuti della seteria di San Leucio, produttrice dei tessuti per la casa reale napoletana, tessuti pregiatissimi decorati con perle vere, corallo pelle d’angelo e rosso, palliette di ottone e decori in filo dorato o argentato”.

Entrando nei particolari, ha illustrato: “Nella prima sala troviamo in una bella teca, l’Immacolata in abito prezioso dall’espressione del viso dolcissima, su una nube circondata da angioletti e cherubini come da tradizione. Nella sala successiva il forte impatto con i Re Magi, Il Re Giovane, il Re Vecchio e il Re Moro, abbigliati riccamente in ogni particolare con mantelli in preziosa seta decorati in oro. Nella terza sala possiamo ammirare il carro del fruttivendolo ricco di prodotti vari in cera e terracotta. Carro dipinto con decorazioni floreali tipiche della tradizione partenopea e con particolari di funzionamento spettacolari, dai freni al cassettino per gli attrezzi. Cavolfiori, pomodori, carciofi, melegrane, peperoni, una gabbietta in legno con due colombe bianche all’interno e alcune ceramiche dipinte. Seduta sul carro la cosiddetta “Pacchiana” ovvero una donna di una certa età vestita con il costume tipico delle popolane settecentesche, collana e orecchini in corallo e oggetti di uso giornaliero. Appesi al carro vari tipi di formaggi in cera, cipolle, trecce di aglio e spighe di granturco. Il carro è trainato dal fruttivendolo in abito tradizionale curato nei minimi particolari. I visi delle statue sono di una espressività straordinaria. Sotto il carro anche un cane sempre in terracotta policroma e occhi in vetro – e ancora – nella stessa teca due figure, una di un giovane ben vestito con un’espressione di meraviglia in volto tenendo in mano il cappello in pelle e nell’altra un gallo cedrone, probabile dono per il Sacro Bambino. Vicino al giovane un uomo con in mano un calice in vetro ed una bottiglia impagliata dall’abito piuttosto ricco con bottoni in argento. Viso tipico del popolano dalla pelle scurita dal sole”.

Da qui alla sala successiva “possiamo vedere- sono ancora parole di Ezio Maria Tisi – nella grande teca un bel gruppo di orientali, al seguito dei Re Magi, in abiti sfarzosi, ricchissimi di decori preziosi tra cui coralli, perle, ricami dorati ecc. c’è anche un paggetto con in mano un pappagallo in terracotta policroma e al guinzaglio un levriere in terracotta con occhi in vetro e zampe in legno. Nella stessa teca la “Georgiana” che è poi la figura presente sul manifesto della Mostra, donna dalla carnagione chiara, bellissima, con fili di perle vere e decori dell’abito raffinatissimi. Nell’ultima sala si è subito colpiti dalla grande Natività sullo “Scoglio” con una colonna romana spezzata, tipico della tradizione partenopea dove si vuole evidenziare la vittoria del Cristianesimo sui pagani. La vergine Maria e S. Giuseppe sono di una fattura meravigliosa. Il viso della vergine ha un’espressione di una tenerezza straordinaria mentre tiene sul grembo il bambino Gesù, anche esso totalmente in terracotta policroma, occhi in vetro e aureola in argento sbalzato. Bellissimi i fiori in argento sul bastone di San Giuseppe.

Ai piedi della Vergine un cesto di uva e mele in cera e un piccolo cane dalle orecchie rosicchiate. In ammirazione del Fanciullo un uomo riccamente vestito con un’espressione di meraviglia bellissima. Sospesi in aria nei loro abiti in seta rigonfi dell’aria che li sostiene, due grandi Angeli in adorazione del Bambino appena venuto al mondo. Ai lati della Natività altri personaggi della tradizione; dall’oste, al Capobanda orientale, dalla giovane calabrese al bellissimo pastore con lanterna”.

In definitiva, abbiamo potuto ammirare delle statue dai visi espressivi nel loro ruolo e abbigliati nei minimi particolari. Una collezione formata con tanta pazienza e passione dal M° Tisi in circa trent’anni, avendo trascorso molto tempo a Napoli salendo spesso sul palcoscenico del Teatro San Carlo. Molto bello vedere le espressioni di meraviglia dei visitatori di fronte a tanta bellezza.

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