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Peste suina, Coldiretti soddisfatta: “Accolte le nostre richieste per sostenere gli allevatori”

Peste suina, Coldiretti soddisfatta: “Accolte le nostre richieste per sostenere gli allevatori”

ANCONA – Nella lotta per scongiurare il contagio da peste suina è stato fatto un notevole passo avanti con l’approvazione dello schema di bando “Investimenti per accrescere la biosicurezza degli allevamenti di suini e/o suidi per la prevenzione dal virus della Peste Suina Africana (PSA)”.

Gli allevamenti non saranno costretti ad abbattere i propri animali qualora sorga un focolaio. Un risultato richiesto e raggiunto da Coldiretti Marche che ha sollecitato la Regione Marche a prendere provvedimenti anche sul fronte della prevenzione per salvare gli animali non malati.

“L’attuale normativa prevede l’abbattimento totale dei capi allevati nelle zone dove scoppiano i focolai – spiegano da Coldiretti Marche – ma c’è una possibilità di deroga previa verifica dell’adozione di misure di biosicurezza rafforzate se si rispettano determinate misure di biosicurezza. Misure che comportano investimenti che da oggi in poi potranno essere coperti all’80% partecipando al bando in prossima uscita. Ora più che mai, con gli allevamenti già in difficoltà tra aumento dei costi delle materie prime e siccità, dobbiamo aiutare il comparto a investire in sicurezza”.

La Psa che, seppur innocua per l’uomo, viene veicolata dai cinghiali e può colpire i maiali. I provvedimenti delle autorità sanitarie per contrastare la diffusione del virus prevedono anche l’interdizione delle aree, il divieto di raccogliere funghi e tartufi, le attività di pesca e perfino il trekking e le passeggiate in mountain bike e tutte le altre attività che potrebbero portare a un’interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti. Un danno, quindi, non solo al settore zootecnico ma anche a tutta l’economia del bosco, delle aree interne e del turismo.

Quanto ottenuto da Coldiretti mira a poter attuare, in caso di focolai, poggia su una specifica ordinanza del 28 giugno 2022 del Ministero della Salute che elenca una serie di procedure – come l’installazione di recinzioni per evitare il contatto diretto tra i loro maiali e i cinghiali e adottare tutta una serie di procedure per la pulizia e la disinfezione delle strutture, dei mezzi di trasporto, delle attrezzature e per l’igiene del personale – per scongiurare gli abbattimenti. La decisione finale spetta comunque al comitato tecnico e all’Asur Marche.

“Il settore – spiega Maria Letizia Gardoni – è già in forte difficoltà per la situazione economica mondiale. Con i primi casi di peste dei cinghiali in Italia ci siamo subito attivati per trovare soluzioni di difesa per i nostri allevatori. Dobbiamo poter contare sul sostegno delle istituzioni”.

In Italia si sono riscontrati casi solo su cinghiali in Piemonte, Liguria e, addirittura, nel vicino Lazio.

 

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