Grande partecipazione popolare ai funerali di don Alberto Pianosi / Foto
Grande partecipazione popolare ai funerali di don Alberto Pianosi / Foto
di MASSIMO CORTESE
ANCONA – Nella Cattedrale di San Ciriaco, l’Arcivescovo della Diocesi di Ancona-Osimo Mons. Angelo Spina ha celebrato i funerali di don Alberto Pianosi, il parroco della Chiesa del Santissimo Sacramento, scomparso mercoledì scorso all’età di ottanta anni.
Quarantuno sono stati i sacerdoti concelebranti, oltre a tre diaconi, al Vicario Episcopale della Diocesi di Milano Mons. Luciano Angaroni, al Vescovo emerito di Fabriano-Matelica Mons. Giancarlo Vecerrica e al Cardinale Edoardo Menichelli, che ha guidato la Diocesi di Ancona-Osimo dal 2004 al 2017.
Moltissimi i fedeli che hanno partecipato commossi alla funzione religiosa, come era facilmente prevedibile per la scomparsa di un sacerdote molto conosciuto ed amato. Oltre ai familiari, numerose erano le persone provenienti dalla Diocesi di Milano, luogo di provenienza di don Alberto, così come avvenne il 6 dicembre 1975, presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Ancona, in occasione della sua Ordinazione Sacerdotale.
Andiamo con ordine. Dopo una breve processione dei sacerdoti, il canto introduttivo è stato “Il nostro cuore non si è perduto”.
Mons. Angelo Spina, visibilmente commosso, ha chiesto ad un sacerdote di leggere il necrologio della Diocesi di Ancona-Osimo con il quale, subito dopo il decesso, è stata comunicata la triste notizia.
Come prima cosa, Mons. Spina ha detto di aver ricevuto in questi giorni tantissime lettere e telegrammi da parte di persone che hanno voluto far sentire la propria vicinanza. In particolare, ha menzionato, fra gli altri, la Presidente delle Comunità Ebraiche e il Dottor Vittorio Robiati Bendaud, Coordinatore del Tribunale Rabbinico del Centro-nord Italia.
Mons. Spina ha ringraziato i parenti e tutti coloro che si sono adoperati per prestare le cure in ospedale. Nel sottolineare l’infaticabile energia con la quale don Alberto affrontava i numerosi impegni, mons. Spina ha descritto i tratti di una personalità forte, che tollerava bene anche la fatica di certi trattamenti sanitari, al punto da confessare, al termine di una seduta di chemioterapia, “che si sentiva come rinato”. Sicuramente, il ritratto più bello dello scomparso, fatto dall’Arcivescovo, è ristretto in queste poche righe:” Ci ha insegnato ad amare Gesù”.
Al termine della celebrazione, ha fatto un breve ma significativo intervento Mons. Luciano Angaroni, Vicario Episcopale della diocesi di Milano, dove Alberto ha vissuto prima di essere ordinato sacerdote e dove ha incontrato il Movimento di educazione ecclesiale di Comunione e Liberazione. Angaroni ha esordito dicendo che portava il saluto dell’Arcivescovo Enrico Delpini, ordinato sacerdote, come don Alberto, nel 1975. Mons. Angaroni ha poi raccontato che i gruppi di adolescenti che avevano conosciuto Don Alberto restavano sempre colpiti dalla sua schiettezza, dalla sua fede e dalla simpatia.
In questi ottanta anni don Alberto ha fatto molte cose. In particolare, in una riusciva a dare il meglio di sé: l’attività di educatore.
La massiccia partecipazione, come quella che c’è stata ai suoi funerali, in un caldissimo giorno di agosto, ne è una valida dimostrazione.
I canti che hanno accompagnato la funzione, sono stati:
Il nostro cuore non si è perduto;
Il seme;
Lasciati fare;
Ave Maria Splendore del Mattino;
Io credo risorgerò.
(Le fotografie sono di Stefano Sacchettoni)
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it