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Per l’omicidio di Pamela Mastropietro condannato all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale

Per l’omicidio di Pamela Mastropietro condannato all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale

La sentenza emessa, dopo cinque ore di camera di consiglio, dalla Corte d’Assise di Macerata

MACERATA – E’ stato condannato all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale, accusato di aver ucciso Pamela Mastropietro. E’ la sentenza della Corte di Assise del Tribunale di Macerata arrivata alle 19,52, dopo 5 ore di camera di consiglio. A leggerla il presidente della sezione penale Roberto Evangelisti. Sentenza accolta, con un lungo applauso, dai presenti. Ad emetterla sei giudici popolari – quattro donne e due uomini – che hanno giudicato il nigeriano colpevole di tutti i reati che gli erano stati contestati: l’omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, il vilipendio, la distruzione del cadavere e l’occultamento dei resti di Pamela nei due trolley abbandonati sul ciglio della strada, tra Casette Verdini e Pollenza, e ritrovati il 31 gennaio dello scorso anno.

I giudici hanno anche disposto per il nigeriano 18 mesi di isolamento diurno.

“La condanna all’ergastolo e a 18 mesi di isolamento diurno del nigeriano Oseghale restituisce alla memoria di Pamela Mastropietro la dignità che merita ed è il giusto epilogo di un processo che poteva concludersi solo in questo modo, con la massima pena, perché le prove a suo carico erano schiaccianti”. Lo ha affermato il medico legale Luisa Regimenti, consulente di parte civile della famiglia Mastropietro, commentando la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Macerata.

“E’ stato un processo molto doloroso per la famiglia di Pamela – ha proseguito Regimenti – e che ha destato scalpore nell’opinione pubblica per l’efferatezza del crimine messo in atto. Personalmente non ho mai avuto dubbi sulla colpevolezza di Oseghale. Abbiamo fornito ampia documentazione con risultati tecnico-scientifici evidenti, esami istologici e istochimici effettuati con sistemi all’avanguardia e altamente specialistici. Tant’è che anche la Procura ha ritenuto inutile una nuova perizia medico-legale integrativa, così come avevano richiesto i difensori del nigeriano. E’ stato lui a uccidere Pamela, con due fendenti da arma bianca al livello del nono e decimo spazio intercostale. L’ho detto in aula nel corso della mia deposizione e l’ho ribadito in più occasioni. Oggi la Corte, con questa condanna, conferma la bontà del nostro lavoro”.

“La giustizia è arrivata puntuale – ha concluso Regimenti – e sono contenta per i genitori di Pamela e per lo zio e suo legale, l’avvocato Marco Valerio Verni, che hanno profondamente sofferto. La verità è stata ristabilita”.

 

 

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