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Il post sisma preoccupa, anche la Confartigianato chiede risposte adeguate in tempi celeri

Il post sisma preoccupa, anche la Confartigianato chiede risposte adeguate in tempi celeri

Il post sisma preoccupa, anche la Confartigianato chiede risposte adeguate in tempi celeri

ANCONA – La comunità civile sociale ed economica dei territori colpiti nelle Marche (immaginiamo anche degli altri territori colpiti dal sisma) ha ricevuto, nelle numerose visite che, a partire dal Capo dello Stato, dai due Premier che si sono succeduti, dai Ministri e dai Presidenti della Camera e del Senato, ampie, ripetute ed  autorevolissime  assicurazioni  sui  tempi,  sulle  caratteristiche dell’emergenza, della ricostruzione, delle risorse  economiche che  certamente  non  sarebbero mancate.

Purtroppo – dichiara il dott. Giorgio Cippitelli segretario Confartigianato Marche – l’ultimo provvedimento in questione (DL. 8/2017) non rappresenta quasi nulla di queste attese e non fornisce risposte adeguate alle ripetute emergenze segnalate.

Nello specifico, pur prorogando, ma a stanziamento invariato, l’intervento a favore dei lavoratori dipendenti per l’anno 2017, nulla, ripetiamo nulla, viene detto né riguarda i lavoratori autonomi,  titolari  d’impresa,  per  il  contributo  forfettario  che  nel  2016  è  di  5000  euro.

E  la prosecuzione per l’anno 2017, non prevista in questa norma, non viene chiesta quale atto di pietà per gente che non ha voglia di fare, ma semplicemente perché sono ancora da risolvere gran parte delle questioni legate all’emergenza determinando cosi l’impossibilità di poter effettuare la propria attività a tutte le imprese nei luoghi dove erano ubicate o limitrofi, anche al di là della previsione della delocalizzazione temporanea delle attività produttive.

Segnaliamo anche che la sospensione dei pagamenti delle imposte sui redditi (c.d. busta pesante), così come aggiornata rispetto all’art 48. della L. 229/2016, rischia un effetto boomerang fortemente negativo e penalizzante per le attese e per le casse delle persone interessate dal provvedimento in quanto la sospensione presuppone una restituzione che nei termini definiti dal decreto, non va incontro alle esigenze dei lavoratori interessati.

L’ipotesi ventilata di allargamento anche ai titolari di pensione per certi versi è ancor peggio. Qualora invece in sede di conversione il legislatore intervenga con una esenzione dei tributi, ancorché temporalmente definita, allora la questione si porrebbe assolutamente in termini diversi ed accettabili.

In subordine  e qualora la norma resti invariata, recitando la stessa la modifica –con l’art. 11 comma 1 lett.b) del d.l. n. 8/2017 all’art. 48 comma 1-bis –  di “ritenute operate ai sensi degli articoli 23,24 e 29 del DPR 29 settembre 1973 n. 600”, e facendo tali articoli solo ed esclusivo riferimento all’Irpef; pertanto resta “assente” la previsione sulla applicabilità delle addizionali comunali e regionali, disciplinate da altri singoli provvedimenti normativi di ciascuna delle Amministrazioni interessate e cioè Regioni e Comuni.

Amarezza e sorpresa negative – continua il segretario Cippitelli –   nella pur  parziale  presenza  nel testo iniziale,  il dover registrare l’assoluta assenza della normativa delle zone franche (nel testo iniziale previsto per 2 anni),  quando  nella  regione  Emilia  Romagna  è  tuttora  in  essere;  con  la  zona  franca  non intendiamo vedere un territorio fuori dalle normative e dalle imposizioni fiscali, bensì intendiamo collegare la previsione europea sulle stesse zone, ad un nuovo progetto strategico di ripresa del territorio dell’Italia centrale; assenze gravi sia del progetto che della zona franca.

Altra analoga sorprendente assenza normativa è il termine per lo stato di emergenza che continua ad essere fermo al 21 febbraio 2017 (va da sé la proroga immediata a tutto il 31 dicembre 2018, termine ancora valido per il sisma dell’Emilia Romagna).

All’art. 14 del DL. 8/2017, viene normata l’acquisizione di immobili ad uso abitativo per l’assistenza  della  popolazione  (con  ciò  accogliendo  una  nostra  reiterata  proposta);  l’impianto descritto  e  le  finalità  sono  assolutamente  pertinenti,  con  essi  anche  gli  effetti  positivi  per  il patrimonio pubblico residenziale anche quali elementi in luogo delle destinazioni temporanee. Tuttavia il comma 3 lega la percorribilità di tale proposta ad una valutazione complessiva della soluzione economicamente più vantaggiosa tra le diverse opzioni inclusi la SAE che va in senso opposto alle finalità connesse e alle tempistiche attese dalla popolazione.

Una valutazione va poi espressa in ordine al fatto che il recente DL 8/2017 è il terzo atto centrale  normativo  che  interviene  sul  tema,  oltre  alle  ordinanze  del  Commissario  per  la ricostruzione ed a quelle della Protezione Civile; evidentemente qualcosa non ha funzionato per di più  tenendo  conto  che  l’ultimo  interviene  con  modifiche,  interpretazione  ed  integrazione  ai precedenti atti, di cui l’ultimo convertito in legge a dicembre scorso. Il tutto sta a significare la mancanza di una strategia organizzativa, per di più insensibile alle espresse attese di una parte del territorio italiano.

Non da sola  – chiude il segretario regionale Confartigianato Giorgio Cippitelli – illuminante è l’articolo 15 del corrente DL 8/2017 il cui titolo e le cui disposizioni sono riferiti per “il sostegno e lo sviluppo delle aziende agricole, agroalimentari e zootecniche al fine di garantire un tempestivo sostegno…….” ; a partire dalla crisi sismica del 24 agosto  passando  per  gli  eventi  del  26  e  30  ottobre,  stiamo  ancora  parlando  di  “tempestivo sostegno”.

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