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Lavoro, nelle Marche si può tornare a correre

Lavoro, nelle Marche si può tornare a correre

Lavoro, nelle Marche si può tornare a correre

Il segretario della Cisl, Stefano Mastrovincenzo, ospite del Rotary di Falconara: “Investimenti in linea con le regioni del Sud”

Lavoro, nelle Marche si può tornare a correre Lavoro, nelle Marche si può tornare a correre

FALCONARA – Nelle Marche si contano oltre 69mila disoccupati con un tasso del 9,95%, raddoppiato rispetto al 2007 pre crisi quando la regione viaggiava sul 4,11%. Lentamente ci si allontana dal record del 2013 con un tasso del 10,95% ma la china è lunga da risalire e non si può più attendere. È il quadro delineato da Stefano Mastrovincenzo, segretario generale Cisl Marche, ospite ieri sera del Rotary di Falconara. Il Club falconarese continua a occuparsi di economia. “Anche stavolta – ha commentato la presidente rotariana, Francesca Porcedda – ci troviamo per dibattere temi di grande interesse per la nostra società. Lavoro ed economia sono argomenti sentiti come dimostrano la partecipazione e le tante domande arrivate dal pubblico”. Dopo l’incontro del mese scorso con la direttrice di Confindustria Marche, Paola Bichisecchi, ieri è stata la volta del punto di vista dei lavoratori. Dati che fanno riflettere quelli snocciolati da Mastrovincenzo. “I dati Istat ci dicono che nella nostra regione, nel 2015, quasi 455 mila persone svolgono un lavoro dipendente – ha detto il segretario Cisl – gli sgravi fiscali hanno fatto lievitare le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, ma il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 29 anni è del 22,6%. Tra le imprese artigiane, che nel 2015 sono diminuite di quasi 1000 unità, solo il 20% ha fatto formazione negli ultimi due anni e una su 10 ha fatto investimenti nel 2015.

In generale le Marche tra il 2013 e il 2015 hanno avuto un calo annuo (-2,7%) degli investimenti fissi lordi, superiore alla media italiana del (–1,6% all’anno). Per il 2016 si prevede un incremento, ma limitato, più in linea con le regioni del sud anziché del centro nord con le quali ci siamo sempre confrontati”. Si può tornare a correre? In una regione che conta poco più di 1,5 milioni di abitanti, nella quale la stragrande maggioranza delle imprese è piccola o media, con un alto tasso di sofferenze creditizie e una spesa per la ricerca che vale lo 0,7% di pil, sotto la media italiana dell’1,25%, occorre aggregare. “Restare frammentati non paga – ha spiegato Mastrovincenzo – a livello regionale si sta lavorando ad un Confidi unico, così come devono essere rafforzate le reti d’impresa, e possono aumentare anche le sinergie tra le quattro università, sul piano della ricerca, del trasferimento tecnologico e della cattura di fondi europei. La stessa governance locale va rivista. Fusioni o unioni? L’importante è avere un disegno organico. Il tema è mettere insieme i servizi, non togliere identità. Non è un aspetto marginale. Qualcosa si sta muovendo anche sul tema dei servizi pubblici locali ma siamo in ritardo. Oggi abbiamo 5/6 aziende di rifiuti in province grandi come un quartiere di Roma. Il tutto in una collaborazione tra pubblico e privato, tra aziende e lavoratori; la cooperazione tra sindacati e organizzazioni imprenditoriali ha consentito di sviluppare varie attività ed enti bilaterali, che si occupano di formazione e aggiornamento professionale per lavoratori e imprenditori, di servizi all’occupazione e di tutela sociale. Dobbiamo rilanciare nuove relazioni industriali e rafforzare la contrattazione come fattore di condivisione degli obiettivi, di partecipazione attiva dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro, per aumentare qualità, produttività, capacità delle aziende di proiettarsi sui mercati”.

 

 

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