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La Russia, l’Ucraina e antichi ricordi di conflitti e migrazioni

La Russia, l’Ucraina e antichi ricordi di conflitti e migrazioni

di TIBERIO CRIVELLARO

Cosa motiva un magister laureato in lettere a Mosca, giornalista e scrittore, a rifiutare decisamente il “metodo” Russia?

Lo spiega apertamente Michail Ševelëv in “Russia No” (E/O Edizioni) con argomenti inattaccabili anche dal più ostinato panrussista attraverso un romanzo di sapore storico. Il narrante, giornalista Pavel Volodin, è a casa con la moglie Tat’jana quando viene diffusa la notizia di un attacco terrorista dove sono state presi in ostaggio un centinaio di persone nella chiesa dell’Epifania di un villaggio nei pressi di Mosca. Nello schermo televisivo appare il volto del capo terrorista Vadim Petrovič, detto Vadik, un vecchio amico di Pavel.

E scorrono, dunque, antichi ricordi tra i due, sfila un’epoca di conflitti, guerre fratricide, migrazioni e fughe che interessavano vari piccoli Stati russofoni, ma anche a riguardo la Cecenia e Ucraina. Il terrorista chiederà espressamente che sia proprio Pavel a fare da negoziatore con le autorità preposte.

Nel lungo racconto emergeranno ancora stragi passate, con centinaia di vittime (come nel teatro di Dubrovka), orrori in aberranti panorami dove, spesso, c’era la regia degli oligarchi russi fedeli (o costretti) a Vladimir Putin.

Nel frattempo, in chiesa, Pavel (entrato a parlamentare) capisce che i terroristi hanno un’unica richiesta, che sia lui a portare un drammatico messaggio al dittatore Putin. Il romanzo svelerà tali retro-scene crudeli da far si che il motto sia quello del titolo: RUSSO NO. No a Putin e alla corrotta nuova Russia. Finale sconcertante…esplosivo. E mentre tutt’ora incombono i pro e i contro l’invio di armi in Ucraina, nazione invasa col pretesto di eliminare un qual certo nazismo, a chi dar credito?

A coloro che sostengono la resistenza ucraina pressati “geopoliticamente” dagli Stati Uniti, o a coloro contro l’invio degli aiuti fatti di armi anche offensive sempre più sofisticate? A una decisione europea propria senza l’intromissione di quei Paesi che vogliono prevalere economicamente? Sarebbe come a decidere se salvare capra o cavoli. In ogni caso, nel prendere una decisione, non siate lupi…

MICHAIL ŠEVELËV

RUSSO NO

E/O Edizioni

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