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L’area marina protetta del Conero volano di una nuova economia sostenibile

L’area marina protetta del Conero volano di una nuova economia sostenibile

Tutela dell’ambiente, accesso ai finanziamenti e progetti europei, ricerca applicata, turismo responsabile, esaltazione dei prodotti tipici, pesca sostenibile e marketing territoriale: queste le ragioni del “Sì” viste nell’ottica del nuovo modello economico sostenibile cui l’Europa guarda

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ANCONA – Si è tenuta oggi (venerdì 30 luglio) ad Ancona la conferenza stampa che ha visto la partecipazione dell’on. Eleonora Evi (nella foto) europarlamentare e Co-Portavoce nazionale di Europa Verde,  Gianluca Carrabs, Adriano Cardogna, Caterina Di Bitonto e Roberto Rubegni dal titolo “L’area marina protetta del Conero, se non ora quando?” nella quale sono state messe in luce le ragioni del “Sì” analizzate tanto dal punto di vista della tutela ambientale, dell’attrattività dei finanziamenti europei e conseguente sviluppo economico e di visibilità internazionale dell’intera area. Durante la conferenza è emerso in maniera chiara che il quesito referendario, al momento al vaglio della commissione comunale competente,  vada approvato senza alcuna modifiche e in tempi rapidi.

“Proteggere il mare del Conero non è un’opzione, ma un dovere – ha dichiarato l’on. Evi – d’altronde le aree marine protette nascono in tutto il mondo per tutelare, proteggere e valorizzare quei tratti di mare considerati di maggior pregio proprio come questo bellissimo tratto di costa. Il nuovo corso della politica comune europea punta sulla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali nei prossimi 30 anni ed è un paradosso che qui si vada in direzione ostinatamente contraria, con i paraocchi rispetto ai grandi temi ambientali che l’Unione europea valorizza con cospicui finanziamenti. L’area marina protetta rappresenta una reale risorsa di sviluppo socio-economico e culturale di un territorio e rende più facile l’accesso a finanziamenti europei specificamente dedicati, e riceve finanziamenti dal Ministero dell’Ambiente e dalla Comunità Europea grazie ai progetti di ricerca generando un importante indotto economico”.

“L’utilità delle aree marine protette ad oggi è ampiamente riconosciuta a livello scientifico, politico ma anche economico e sociale – ha rimarcato Gianluca Carrabs membro dell’Esecutivo nazionale Europa Verde – e alla luce della mia esperienza professionale rafforzo quanto già detto dall’On Evi. Sono tantissimi i progetti europei in fase di realizzazione che vertono proprio su queste aree. Creare un’area marina protetta darà la possibilità a tutta questa fascia di costa di approcciarsi ad un nuovo modello di turismo, slow e sostenibile, rispettoso degli equilibri ambientali da una parte, ma allo stesso tempo dando, la possibilità al visitatore di vivere un’esperienza più consapevole e sostenibile. Una seconda riflessione la voglio dedicare al mondo della ricerca universitaria che proprio in questo luogo e in un ambiente protetto potrà sperimentare e proporre soluzioni che potrebbero essere esportate anche in altre aree del pianeta che hanno peculiarità simili”.

“I cittadini debbono esprimersi è un loro diritto – ha dichiarato Caterina Di Bitonto Co Portavoce Europe Verde Ancona  – è una possibilità che la natura e il turismo sostenibile meritano. L’Europa e ringrazio l’On Evi ci hanno indicato la strada, ma oggi è necessario che la società civile debba fare un passo avanti sul tema dell’area marina protetta, lo chiedo a grande voce per tutti i cittadini di Ancona, ma soprattutto per le generazioni future. Un cambiamento necessario nella dialettica politica a tutti i livelli poiché il tema ambientale è quello ala primo posto in tutte le agende dei governi europei”.

“Mi riallaccio a quanto detto da Carrabs – ha chiosato Roberto Rubegni Co Portavoce Europe Verde Ancona  – in tema di turismo slow e di pesca sostenibile proponendo una considerazione: quanto e quale valore aggiunto possa portare l’istituzione dell’area marina protetta del Conero per la tutela della biodiversità che, come è noto, sta diminuendo. Questo è un dato di fatto. La perdita di questo grande valore rappresenta una delle maggiori problematiche ambientali dei nostri giorni. Così come si è dimostrato che, una volta istituita un’area marina protetta, le specie autoctone tornano a proliferare come recentemente testimoniato da un’indagine subacquea svoltasi nell’area marina protetta delle Cinque Terre. Un vantaggio enorme anche per il settore della pesca sostenibile a dimostrazione che la salvaguardia all’ambiente non è sinonimo di divieti tout court ma, al contrario, è la proposta di un’altra economia possibile che necessariamente deve tenere conto della tutela dell’ambiente perché senza questo non c’è economia e, soprattutto, futuro”.

 

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