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Cultura, arte, turismo, storia, innovazione e tradizione per ridare un futuro alla dorsale appenninica delle Marche devastata dal terremoto

Cultura, arte, turismo, storia, innovazione e tradizione per ridare un futuro alla dorsale appenninica delle Marche devastata dal terremoto

Sul futuro della dorsale appenninica delle Marche, profondamente colpita dagli eventi sismici, ci sembra interessante pubblicare l’intervento fatto all’Abbadia di Fiastra, nel corso del convegno organizzato dal Partito democratico, da Tonino Armata, a nome dell’Osservatorio Permanente comunale città di San Benedetto del Tronto

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di TONINO ARMATA

RingraziandoVi per l’invito qui all’Abbadia di Fiastra (Mc) per il futuro della nostra Regione. “Ricostruzione e Aree interne”, articolata in due tavoli di lavoro: “Emergenza e Ricostruzione” – “Ricostruzione economica, socio-sanitaria e culturale”, ho scelto di partecipare al tavolo di lavoro “Ricostruzione economica, socio-sanitaria e culturale”.

Come aderente al Partito democratico (ho contribuito alla nascita del Pd a San Benedetto del Tronto) penso di fare cosa gradita nel dare questo modesto contributo per la ricostruzione culturale e turistica della dorsale appenninica delle Marche.

Parlare di ciò che vorremmo della dorsale appenninica delle Marche di domani, significherà prima di tutto, riflettere sui Monti Sibillini delle Marche del presente. I Monti Sibillini delle Marche, dopo il terremoto sono una zona morta. Dobbiamo trasformarla in una zona viva, dinamica, aperta. Una zona che si deve lasciare alle spalle un periodo di declino per diventare protagonista nell’economia della nostra Regione, e anche un modello di coesione e inclusione sociale. Tutto ciò non può essere casuale: la (ri) costruzione dei Monti Sibillini delle Marche che tutti sogniamo, dovrà essere lo specchio di un impegno istituzionale rivolto a coniugare interventi strategici per la competitività del territorio con una quotidiana, incessante attenzione alle necessità dei singoli.

Con il Presidente, la giunta di centrosinistra delle Marche e con chiunque condivide questi obiettivi, vogliamo scrivere un nuovo capitolo all’insegna della collaborazione (Associazioni, società civile, liberi cittadini, ecc.), della progettualità, della ricerca dell’interesse comune. Una scelta in particolare, si dovrà rivelare decisiva: quella di puntare sugli “asset” strategici di tutta la zona dei Monti Sibillini delle Marche, sulle sue vocazioni più autentiche: la cultura, l’arte, il turismo, l’innovazione e la tradizione.

Con la forza dell’innovazione, la sfida che attende il Governo Regionale è quella di continuare a (ri) costruire quella zona anche a misura di bambine, bambini e adolescenti, in grado di attirare talenti e capitali ma anche di emozionare cittadini e turisti. Una zona che continui ad attingere la propria forza attrattiva non solo dalla bellezza di cui è naturalmente dotata, ma anche dalla capacità di rivitalizzare il proprio immenso patrimonio culturale con infrastrutture e iniziative ad alta valenza innovativa. Un esempio concreto potrebbe essere l’eliminazione della CONCORRENZA, FACENDO RETE PER FAR VINCERE LA COLLABORAZIONE.

Conoscendo un po’ quella zona, personalmente penso che l’agricoltura e la pastorizia anche se è stata importante, in futuro avrà sempre meno importanza. Pertanto, spenderei attenzione e investimenti su CULTURA, ARTE, TURISMO, STORIA, INNOVAZIONE E TRADIZIONE: da qui, dovrebbe partire un nuovo modello di fare economia e creare lavoro, con l’idea che collaborare sia più conveniente che farsi concorrenza.

In alcune zone (Gargano, Alto Lazio e Lunigiana), alcuni imprenditori con il contributo delle amministrazioni pubbliche hanno creduto a questo modello unendosi in rete per consolidare l’immagine delle loro terre. Quindi, seguendo questa logica, l’unico modo per recuperare CULTURA, ARTE, TURISMO, STORIA, INNOVAZIONE E TRADIZIONE che attraversa quelle zone le quali rischiano di scomparire sotto il peso delle vacanze “mordi e fuggi” e di una globalizzazione fatta di prodotti e pacchetti di viaggio standardizzati, è auspicabile pensare alla creazione di percorsi che sappiano differenziarsi e che raccontino il territorio dall’interno.

Nella zona dei Monti Sibillini delle Marche, per superare il concetto di concorrenza, il “motivo” di fare rete deve essere in armonia con il Governo Regionale, in particolare con l’assessorato alla cultura & turismo e l’associazionismo: associazioni culturali, associazioni albergatori, e associazioni ristoratrici (scrivo associazioni al plurale perché penso che ce ne siano più di una).

A proposito di Cultura desidero informarVi della proposta dell’Osservatorio Permanente comunale città di San Benedetto del Tronto (progetto “città sostenibili e amiche dei bambini e degli adolescenti) per una biblioteca pubblica per bambini e adolescenti ad Arquata con i responsabili della ricostruzione.

Seguendo attraverso i media, il tragico terremoto avvenuto sulla fascia del dorsale degli Appennini (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria), molta gente ha regalato tanti, tantissimi giocattoli; ma, nessun libro.

Le sezioni per ragazzi delle biblioteche sono nate in tempi abbastanza recenti, diciamo circa trenta anni fa. Questo è la conseguenza della trasformazione della biblioteca da luogo, dove non si poteva fare quasi niente a luogo amichevole, un posto dove l’utente trova informazioni, socialità, iniziative culturali oltre che libri.

I bambini e gli adolescenti hanno bisogno della biblioteca come centro di incontro, con spazi pensati per loro, tanti libri nuovi, belli e aggiornati, riviste, giochi, materiali multimediali e personale preparato in grado di seguirli. Se invece lo spazio bambino è un angolo con vecchi libri polverosi, sarà molto difficile che percepiscano la biblioteca come un luogo di interesse culturale (insomma sulla scia di nati per leggere).

Come Osservatorio Permanente Comunale Città di San Benedetto del Tronto (progetto “città sostenibili e amiche dei bambini e degli adolescenti), desideriamo proporre di istituire una Biblioteca pubblica per bambini e adolescenti (soprattutto per i bambini dalla nascita ai 6 anni) che con l’aiuto di un pediatra può avere una positiva influenza dal punto di vista relazionale e cognitiva nella nuova struttura scolastica di Arquata del Tronto.

Questa potrebbe essere una proposta oltre che a livello locale e regionale, anche nazionale.

In Italia ci sono circa 2000 librerie; se ognuna regalasse un libro per bambini e adolescenti, la biblioteca di Arquata del Tronto potrebbe diventare un vero centro polifunzionale.

Leggere insieme rafforza il legame affettivo, crea l’abitudine all’ascolto, accresce il desiderio di imparare a leggere; inoltre è dimostrato che può migliorare le performances scolastiche, anche se è fondamentale ricordare che questa è una conseguenza e non lo scopo della lettura. Un grande circolo virtuoso, insomma, un reciproco scambio, e anche un modo di unire le forze (dove non arriva uno, arriva l’altro). Ad esempio, è difficile che una famiglia che vive in una condizione di disagio (economico, culturale) vada in biblioteca perché convinta che leggere fa bene al bambino, ma se glielo dice il pediatra forse c’è una piccola probabilità che questo accada.

I LIBRI CHE VIAGGIANO CON I BAMBINI DALLA BIBLIOTECA “LESCA” DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO ALLA FUTURA BIBLIOTECA PUBBLICA DI ARQUATA DEL TRONTO

Come si ricostruisce un paese, un borgo, una cittadina? Con i finanziamenti, i progetti, gli interventi dello Stato, della Regione, i mattoni. Basta? Forse no. Perché nei luoghi colpiti dal terremoto di fine ottobre, lo spaesamento è forte, e si teme che molti degli abitanti oggi evacuati sulle coste decidano di non tornare. C’è chi pensa, però, a un altro tipo di ricostruzione, dove i mattoni sono i libri.

L’idea è di costruire una Biblioteca Pubblica che segua bambini, adolescenti e abitanti della marchigiana Arquata del Tronto oggi sistemati in alberghi vicino al mare dove oggi si trovano fino al ritorno nel loro paese. Arquata del Tronto, luogo di grande storia e bellezza, aveva circa 1500 abitanti, oggi dispersi. Ricostruita, nella Biblioteca Pubblica, arriveranno anche i libri donati in risposta all’appello lanciato dall’iniziativa “Un Libro per ri-costruire”, dal Salone Internazionale del Libro di Torino – Portici di Carta -, depositati presso la Biblioteca “Lesca” di San benedetto del Tronto.

Perché libri? Perché nei libri ci sono le parole e in questo momento c’è bisogno di parole nuove che vadano a sostituirsi al vocabolario del terremoto e della paura. Parole che aiutino a immaginare e a costruire una visione di futuro, un futuro infinito con i libri che sono arrivati alla Biblioteca “Lesca” i quali, già classificati in futuro arriveranno alla Biblioteca Pubblica di Arquata del Tronto. Dunque, libri importanti per la vita di chi dona, libri importanti per i bambini e gli adolescenti che li potranno consultare e leggere.

 

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