CRONACAIN PRIMO PIANOMARCHE

Nelle Marche prime agevolazioni per le imprese danneggiate dal terremoto

Nelle Marche prime agevolazioni per le imprese danneggiate dal terremoto

Nelle Marche prime agevolazioni per le imprese danneggiate dal terremoto

ANCONA – Si terrà a Force il primo incontro sui provvedimenti a favore del sistema produttivo extra agricolo, danneggiato dal sisma del 24 agosto scorso. Martedì 8 novembre, a partire dalle 15.30, presso l’albergo Vecchia Posta in piazza Guglielmo Marconi, si svolgerà una riunione con i Comuni e le associazioni di categoria ascolane e fermane. Una prima iniziativa che verrà estesa anche alle altre realtà sconvolte dai sismi successivi ad agosto, sulla base di una prossima programmazione che terrà conto delle risorse stanziate a livello centrale. “Ribadiamo che le attività produttive, che hanno subito danni dopo il sisma, avranno le agevolazioni stabilite dal decreto del governo. Non dimenticheremo nessuno, tutti saranno ascoltati e insieme individueremo le soluzioni migliori – afferma l’assessora alle Attività Produttive, Manuela Bora –  Intanto iniziamo con i territori individuati con i provvedimenti già esecutivi, per dare immediatamente un segnale di vicinanza e di concretezza alle decisioni da assumere per rilanciare il tessuto produttivo danneggiato”. A Force l’assessora informerà le amministrazioni comunali e le associazioni di categoria sulle misure previste dal decreto sisma a favore delle imprese produttive extra agricole. Verranno delineati, in particolare, i danni subiti dalle attività ed elencate le misure più idonee a favorire la ripresa economica.

COLDIRETTI SODDISFATTA PER I PRIMI PROVVEDIMENTI

Per effetto delle 22700 scosse che stressano gli animali dal 24 agosto la produzione di latte negli allevamenti delle aree terremotate è crollata del 30% mentre sono aumentati i costi gestione nelle stalle distrutte, inagibili o lesionate e quelli per la consegna del latte a causa delle strade dissestate ma crescono anche i rischi per mandrie e greggi senza più ricoveri di essere preda di animali selvatici e lupi o degli sciacalli. A sottolinearlo è la Coldiretti Marche nell’esprimere apprezzamento per il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che prevede la copertura del mancato reddito delle imprese di allevamento con un aiuto per gli aiuti per gli animali allevati dalle pecore ai bovini per i quali è fissato un aiuto di 400 euro a capo con l’aumento degli stanziamenti da 1 a 10 milioni per gli allevatori colpiti, nonché anticipi sui contributi europei per far fronte alle esigenze di liquidità mentre verranno raddoppiate le 200 stalle mobili ed i 70 moduli abitativi previsti dai bandi regionali in dirittura di arrivo.

Ora occorre vincere insieme la battaglia contro la burocrazia per fare in modo che gli aiuti arrivino al più presto ad agricoltori ed allevatori che rischiano di chiudere per sempre se non si creano le condizioni per restare sul posto, garantendo vivibilità e operatività per accudire il bestiame e dare continuità alle attività produttive. Serve una corsa contro il tempo per dare la possibilità agli allevatori di stare vicino ai propri animali con container, roulotte o moduli abitativi ma servono anche ricoveri sicuri per il bestiame con stalle, fienili e casolari lesionati, distrutti o inagibili.

Gli animali, sottolinea la Coldiretti, sono particolarmente sensibili ai cambiamenti ambientali che creano in loro uno stato agitazione con conseguenza riduzione della produzione di latte in mucche e pecore che rappresentano la spina dorsale dell’attività di allevamento nelle zone colpite dal sisma. Oltre l`80 per cento delle strutture agricole e zootecniche delle zone terremotate marchigiane controllate presenta danni, mettendo a rischio un settore determinante  per l’occupazione e l’economia di questi territori ma, sottolinea la Coldiretti, alimenta anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo che sostengono che il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione.

NUOVA BANCA MARCHE CONCEDE DEI LOCALI AL COMUNE DI TOLENTINO

Nuova Banca Marche ha concesso al comune di Tolentino l’utilizzo a titolo gratuito di propri locali di circa 1400 metri quadri situati presso il centro commerciale Oasi in contrada Pace. I locali, tutti immediatamente disponibili e in buone condizioni di manutenzione, saranno utilizzati dall’amministrazione comunale sia per la sistemazione degli sfollati, che hanno lasciato le proprie abitazioni rese inagibili a causa del sisma, sia per collocare aule scolastiche d’emergenza che permettano agli studenti delle varie scuole del territorio di continuare l’anno scolastico in sicurezza.

Nuova Banca Marche, già all’indomani della prima grande scossa di terremoto del 24 agosto scorso, aveva concesso all’amministrazione comunale di Tolentino l’uso gratuito di locali a piano terra di palazzo Europa, in pieno centro cittadino, dove sono stati trasferiti alcuni uffici comunali.

“Cerchiamo di fare, per quanto ci è possibile, del nostro meglio per aiutare le famiglie, le imprese e le amministrazioni colpite dal terremoto – commenta Luciano Goffi, amministratore delegato di Nuova Banca Marche. “In provincia di Macerata, nella zona più duramente interessata dalle scosse, la nostra banca è la prima per presenza territoriale. Abbiamo in questo momento in provincia di Macerata undici filiali chiuse per inagibilità e ancora un’altra agenzia in provincia di Ancona. E’ un momento difficile per tutti, ma sentiamo l’obbligo morale di aiutare quanti sono in difficoltà a causa del terremoto”.

Voglio esprimere il mio più vivo ringraziamento all’amministratore delegato Luciano Goffi e a tutta Nuova Banca Marche per la collaborazione e la vicinanza che ci stanno dimostrando in questo momento così difficile che sta vivendo la nostra comunità” ha commentato Giuseppe Pezzanesi, sindaco di Tolentino.

Le dodici filiali di Nuova Banca Marche chiuse, perché inagibili o perché si trovano in zone dichiarate interdette, sono: Camerino, Visso, Pievebovigliana, Pioraco, Castelsantangelo sul Nera, Muccia, Ussita, Pieve Torina, Caldarola, Fiastra, San Ginesio e Monte San Vito.

RIPRENDONO LE ATTIVITA’ IN TUTTE LE STRUTTURE DI ANCONA

L’Amministrazione comunale di Ancona ha reso noto che è stata revocata l’ordinanza 102 bis relativa alla sospensione dell’attività negli edifici sportivi e culturali per permettere  le verifiche tecniche dopo il sisma del 30 ottobre scorso.

E’ stata quindi revocata la chiusura degli edifici sportivi cittadini ad eccezione ad eccezione del geodetico Cerioni del quartiere Verdena;

revocata anche l’ordinanza per quanto riguarda i seguenti edifici culturali che possono quindi riprendere la loro regolare attività, quali il Panettone di piazza Aldo Moro, auditorium della Mole, sala Magazzino Tabacchi della Mole Vanvitelliana e i seguenti edifici di carattere sociale centri diurni per disabili quali Laboratorio e mestieri, Il sole, Mattinando,  Centro per il lavoro guidato.

SGOMBRATA A JESI UNA CASA COLONICA IN VIA MONTEGIACOMO

L’Ufficio di protezione civile del Comune di Jesi è intervenuto questa mattina in via Montegiacomo per predisporre lo sgombero di una casa colonica lesionata dall’evento sismico del 31 ottobre scorso. L’abitazione, che presenta vistose crepe alle murature portanti, è di un operaio di mezza età che vive solo e che ha trovato ospitalità da un parente.

L’Ufficio di protezione civile – a cui è fatto carico di occuparsi delle persone che restano senza un luogo sicuro a seguito di calamità naturali – era stato chiamato dai vigili del fuoco che hanno visionato la casa colonica dichiarandone l’inagibilità e che dunque hanno dato comunicazione al Comune per l’emissione della relativa ordinanza.

Si ricorda ancora una volta: chi avesse dubbi o volesse saperne di più sulla staticità dell’abitazione o di altri immobili di proprietà deve rivolgersi ad un tecnico di fiducia. Solo in caso di evidenti situazioni di criticità vanno contattati i vigili del fuoco. I dipendenti comunali non sono in alcun modo autorizzati ad intervenire per effettuare verifiche in strutture private.

STRUTTURA LESIONATA, CHIUSO A JESI IL NIDO CEPI

L’edificio di via Finlandia 2, a Jesi, che ospitava l’asilo nido Cepi è stato definitivamente chiuso per motivi di sicurezza. I 25 bambini che lo frequentavano da lunedì prossimo andranno alla casa di legno di Piazzale Don Miliani, vicino alla fornace, dove la cooperativa convenzionata con il Comune che gestisce il nido ha trovato ospitalità.

La decisione è stata assunta a seguito degli ulteriori controlli disposti dall’Area Servizi Tecnici dopo il terremoto del 31 ottobre scorso. La conclusione della relazione non lascia adito a dubbi: l’edificio comunale non possiede un adeguato livello di sicurezza per continuare ad ospitare il servizio di prima infanzia. Il sindaco Massimo Bacci ha subito firmato l’ordinanza di chiusura, mentre i servizi educativi si sono attivati per trovare una soluzione all’asilo nido che, come noto, era l’unica struttura scolastica non più riaperta dopo i primi controlli.

Scelta naturale la casa di legno vicino alla fornace, anche grazie al fatto che proprio all’inizio dell’anno scolastico erano state liberate alcune aule frequentate dai 44 bambini della materna Arcobaleno, a sua volta tornati nella struttura originaria e completamente ristrutturata dell’Aquilone in via Suor Maria Mannori.

La casetta di legno accoglierà dunque i 25 bambini da 0 a 3 anni (con le relative attrezzature smontate dall’edificio di via Finlandia) insieme ai due centri per l’infanzia attualmente presenti, l’Isola Felice con 62 bambini e la Gola della Rossa con 42.

 

 

 

 

 

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