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Superbonus, 1.300 imprese edili e 5mila proprietari di abitazioni nei guai per il blocco dei crediti. Le associazioni chiedono soluzioni

Superbonus, 1.300 imprese edili e 5mila proprietari di abitazioni nei guai per il blocco dei crediti. Le associazioni chiedono soluzioni

 Le Associazioni di categoria Ance Marche, Confindustria Marche, Cna Marche, Confartigianato Marche, Confapi Marche, Legacoop Marche e Claai Marche, insieme agli Ordini professionali del “sistema casa”, hanno incontrato il sottosegretario al Mise Lucia Albano, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e l’assessore Francesco Baldelli per chiedere un impegno comune per superare il blocco della cessione dei crediti da bonus edilizi, che sta mettendo in difficoltà imprese, professionisti e famiglie

ANCONA – Sono più di 1.300 le imprese edili marchigiane rimaste in mezzo al guado del Superbonus, con 7 mila lavoratori che rischiano cassa integrazione o licenziamento. È questo l’effetto delle ripetute modifiche normative che hanno interessato la misura, compreso l’ultimo intervento ad opera del DL11/2023 che ha introdotto il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura. Così, i crediti incagliati nelle Marche, pari a quasi un miliardo di euro, sono rimasti in pancia alle imprese e ai proprietari delle abitazioni.  Senza sblocco dei crediti 3 mila cantieri si sono fermati o non sono neanche partiti, dopo aver fatto tutte le pratiche richieste. Nelle Marche 5 mila proprietari di immobili sono nei guai avendo puntato sul superbonus per ristrutturare e valorizzare le case.

Le associazioni di categoria Ance Marche, Confindustria Marche, Cna Marche, Confartigianato Marche, Confapi Marche, Legacoop Marche e Claai Marche, insieme alla Federazione degli Ordini Professionali degli Ingegneri delle Marche e alla Federazione degli Ordini Professionali degli Architetti, hanno incontrato il Sottosegretario al Mise Lucia Albano, il Presidente Acquaroli e l’Assessore Baldelli della Regione Marche, per chiedere un impegno comune per superare il blocco della cessione dei crediti da bonus edilizi, che sta mettendo in difficoltà imprese, professionisti e famiglie.

A forte rischio, in particolare le imprese del “sistema casa” (costruttori, impiantisti, produttori e rivenditori di materiali edili), i professionisti e i cittadini, che non sono riusciti a monetizzare il credito. Tra le aziende edili, da un lato ci sono quelle che hanno concluso i lavori facendo ricorso alle proprie disponibilità finanziarie e che adesso si trovano esposte con le controparti coinvolte (fornitori, lavoratori, professionisti, banche) a rischio di fallimento.

Dall’altro, ci sono quelle che, invece, non avendo più liquidità, hanno dovuto interrompere i lavori. Queste ultime, laddove non riuscissero a terminare gli interventi entro le scadenze di legge, si troveranno esposte non solo con tutte le controparti, ma anche nei confronti dei propri committenti (famiglia o condominio), con un elevato rischio di contenzioso, dal momento che dovranno restituire all’Erario ingenti somme di denaro. Senza considerare il rischio usura per le operazioni di acquisto dei crediti da parte di soggetti senza scrupoli.

Malgrado il cambio delle regole e la situazione di grande incertezza, anche nei primi due mesi del 2023, sono state presentate nuove pratiche di ammissione al Superbonus. In particolare, a gennaio le asseverazioni sono state 385 per 66 milioni di euro e a febbraio 349 per 75 milioni di euro. In tutto, dall’entrata in vigore del Superbonus, le pratiche sono state 9.640 per 1.799,4 milioni di euro ammessi a detrazione. L’investimento medio è stato di 507 mila euro per i condomini, di 180 mila euro per gli edifici unifamiliari e di 90 mila euro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

I bonus, secondo le associazioni di categoria, da volano di crescita per la filiera delle costruzioni e per l’intera economia, rischiano di innescare una reazione a catena che potrebbe velocemente provocare una vera e propria crisi sociale di proporzioni rilevanti. Appare quindi indispensabile introdurre al più presto soluzioni efficaci e di rapida attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi, nonché agire al fine di garantire la certezza del diritto che proprio riguardo al Superbonus è stata troppe volte disattesa.

Diverse le ipotesi avanzate alla Sottosegretaria Albano: utilizzo degli F24 da parte di istituti di credito e Poste s.p.a. a compensazione dei crediti maturati e il coinvolgimento di partecipate pubbliche come CDP, RFI, Enel, Eni, Fincantieri.

Il confronto ha riguardato anche le problematiche di grandissimo impatto ingenerate dal dDL11/2023 sul “Cratere Centro Italia” e sulle centinaia di immobili colpiti dallo sciame sismico dello scorso novembre nelle provincie di Ancona e Pesaro-Urbino, ancora in attesa di responso riguardo alla dichiarazione dello stato di emergenza.

Il dialogo tra Associazioni, Regione e Governo proseguirà nelle prossime settimane. In mancanza di risposte finalizzate allo sblocco dei crediti, non sono escluse iniziative di forte mobilitazione delle categorie e dei cittadini coinvolti.

 

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