CULTURAMARCHE

Un bel memoriale nell’ultimo libro di Mathias Enard

Un bel memoriale nell’ultimo libro di Mathias Enard

di TIBERIO CRIVELLARO

A scapito di Sacha Naspini, in coda, faccio passare l’ultimo di Mathias Enard “Il banchetto annuale della confraternita dei becchini” (E/O Edizioni).

Per come abbiamo imparato a conoscere l’autore le 467 pagine possono sembrar stese da uno spiritoso laureando con  pioggia di tra-parentesi nei vari contesti a spiegare la spiegazione della spiegazione. Lasciare al  lettore la curiosità?

A documentarsi sui termini desueti, incentivare la curiosità  consultando il dizionario? Ottima pratica per ricordare certe parole accrescendo la propria cultura. L’altro modo è quello di rimandare l’agnanoste a un glossario a fine libro. Non sto muovendo contro Enard recensione velenosa. Plaudo invece l’inedita e divertente tematica  popolar-agro-pittoresco calandosi nell’antropologia dei semplici e nella curiosa etnologia dei francesi.

La fioritura del lungo “diario” è sottoforma di un memoriale, agenda che registra quotidianamente il lavoro del dottorando David Mazon “cacciatosi” in una sorta di paesello-rio-bo nei pressi della città di Diort accampata al Centro-Ovest della Francia. Tutto qua? Ma no, tranquilli, dopo l’antipasto alla vieux cuisine, tante altre pietanze porteranno al digestivo che, da quelle parti, è un’alcolica liturgia. Piacevoli, intriganti e pittoreschi sono gli “affreschi” di luoghi e persone; processioni goldoniane o molièriane, se preferite, con supplementari witz freudiani.

Tutto questo, per David, equivale a immergersi perfettamente nel contesto e nello spirito del loco. Farsi amico il Sindaco Martial che pure fa il beccamorto e frequentare il bar Sport, ritrovo di formidabili avvinazzati colpevoli, per questo, di mettere a repentaglio la sua ricerca.

E rischiare di rompersi l’osso del collo col motorino prestatogli dalla Madame (proprietaria del fortunoso abitacolo) utile per gli spostamenti (o appostamenti) uscendo dal casale coabitato da due gatti compagnoni-lecchini e da lombrichi rossi acquartierati nel mini bagnetto sempre freddo. E quindi? mi direte. Quindi troverete divertenti le avventure-disavventure  green del nostro, incluso un vergognoso raccontino erotico-bestiale: “…zoofilo assassino strangola alcune capre dopo averle copulate…gli allevatori e le gendarmerie degli agglomerati payesani sono in allarme…” Senza menzionare il vecchio parroco morto da poco incarnatosi in un vivace cinghialetto.

Un esoterico Mathias a macchia di leopardo nel “Banchetto…”Aneddoti e curiosità a iosa. E poi, da queste parti, alla morte si fa festa. Il Sindaco Martial organizza ogni anno il banchetto della “confraternita” dei pizzicamorti: una grande abbuffata di tre giorni. Enard, le superbe, miei cari, lo  descrive dettagliatamente, deducendo come la morte, in questo caso, conceda una tregua affinché il festino possa distinguersi attraverso una incredibile quantità di cibi, libagioni e lunghe chiacchierate; un andirivieni di presenti, passati e trapassati nella rotazione del tempo fissato dagli umani in cui la “nera signora” rimette in circolazione le “anime morte”. Mathias Enard è maestro anche nella descrizione d’una Francia rurale dai molteplici contorni e toni. La sua aratro-penna ha costì trovato fertile terreno produttivo. E allora buona libagione in libreria!

MATHIAS ENARD

IL BANCHETTO ANNUALE DELLA CONFRATERNITA DEI BECCHINI

E/O Edizioni

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it