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Il governo cinese si schiera contro i videogiochi

Il governo cinese si schiera contro i videogiochi

ANCONA – La Cina sicuramente non è nuova a iniziative che bloccano la diffusione di prodotti o servizi all’interno del paese. I motivi sono molti e vanno dalla protezione del mercato interno al controllo dei contenuti che possono circolare nel paese.

Recentemente ha creato molte discussioni la decisione del governo cinese di limitare drasticamente le ore passate davanti ai videogiochi per adolescenti al di sotto dei 18 anni. In pratica i ragazzi non potranno trascorrere più di 3 ore a settimana davanti a uno schermo per giocare ai loro giochi online preferiti e potranno farlo solo in determinate ore nel fine settimana.

Il settore del gaming in Cina è in forte espansione e segue il trend di altre industrie altamente tecnologiche. I giochi però, secondo il partito cinese, possono veicolare messaggi negativi e influenzare le giovani generazioni.

In particolare sono presi di mira i videogame violenti o con riferimenti al sesso o alla politica.

Estremamente difficile dunque per le compagnie straniere di gaming entrare in questo mercato gigantesco e promettente. Non solo per le barriere commerciali all’ingresso (come detto prima la Cina attua delle precise politiche protezionistiche del mercato interno) ma anche per fattori culturali (complicato per chi viene da fuori capire come soddisfare esattamente gli standard cinesi riguardo ai contenuti).

In Cina, come in altri paesi, i videogiochi rappresentano spesso oltre che un hobby anche uno sblocco sociale in alternativa alle lunghe ore di lavoro.

Molti sono i giochi online ad aver avuto successo, per esempio il gioco multiplayer per dispositivi mobili Honor of Kings conta più di 100 milioni di giocatori al giorno.

Quello che preoccupa ai vertici del governo è proprio la troppa distrazione e l’apatia che i giochi provocano. Il ruolo che il partito cinese gioca nella vita dei cittadini non è paragonabile a quello di altri governi come quelli europei e quindi alcune prese di posizione possono risultare estreme. Il governo in Cina si assume la responsabilità di guida morale e culturale per i cittadini e quindi può prendere strade che altrove non sarebbero percorribili, come appunto la censura o il controllo di certi aspetti della vita come il modo di passare il tempo.

Ovviamente la decisione di limitare a sole 3 ore il gioco agli adolescenti ha provocato critiche e malumori soprattutto online ma a quanto pare ha incontrato -prevedibilmente – il favore di molti genitori.

 

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