MARCHEPOLITICA

Le Marche al voto / Incontri & commenti

Le Marche al voto / Incontri & commenti

ANCONA – Il 20 e 21 settembre i marchigiani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione e rinnovare il Consiglio regionale. La campagna elettorale sta ormai entrando nel vivo. Proponiamo oggi un aggiornamento degli appuntamenti programmati (quelli che ci sono stati comunicati) e alcune dichiarazioni.

GLI INCONTRI

OGGI (Sabato 29 agosto)

Apiro e Porto Recanati sono gli appuntamenti del fine settimana di Francesco Fiordomo, candidato della lista Area Riformista – Mangialardi Presidente. Sabato alle 18,30 l’ex sindaco di Recanati sarà ad Apiro, in Piazza G.Baldini, insieme alla candidata Lucia Pistelli e al sindaco Ubaldo Scuola. Domenica alle 18,30 appuntamento al Bar Guido in Piazza Brancondi a Porto Recanati. Dalla località dell’entroterra al mare per una provincia che deve essere sempre più coesa e solidale.  Martedì 1 settembre si parlerà in particolare di agricoltura al Circolo Acli di Chiarino, a Recanati. Inizio ore 21,15. Con Fiordomo,  l’Assessore all’Ambiente del Comune di Recanati Michele Moretti e il consigliere delegato all’agricoltura Stefano Miccini.

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Martedì 1 settembre

L’onorevole Emanuele Lodolini, candidato alle regionali per il PD nella coalizione di centrosinistra a sostegno di Maurizio Mangialardi sarà ad Ostra, con il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli in località Vaccarile, per una conviviale, alle ore 20.00, di martedì primo settembre, per presentare il programma della coalizione per la regione Marche. Saranno presenti il consigliere uscente Enzo Giancarli e il sindaco di Castelplanio, Fabio Badiali.

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HANNO DETTO…

ITALIA VIVA, PSI, DEMOS E CIVICI MARCHE / Si è tenuta a Fano, ai Giardini Amiani, davanti ad un numeroso pubblico (col dovuto distanziamento e l’uso delle mascherine), la presentazione della compagine riformista a sostegno di Mangalardi presidente, composta da Italia Viva, Psi, Demos e Civici Marche, che annovera Federico Talè (Iv), Boris Rapa (Psi), Simonetta Giubilaro (Iv), Maria Grazia De Carolis (Psi), Lucio Venerucci (Iv), Elisabetta Patanoska (Demos) e Serena Biagini (indipendente). <Una squadra con tante competenze e che rappresenta l‘intero territorio provinciale – ha detto il capolista Talè -. Interpretiamo la politica con spirito di servizio, con la determinazione ad approfondire i problemi per cercare soluzioni e non per coniare slogan, come fa qualcun altro. I valori che ci spingono a far politica non sono appesi alle bacheche dei partiti, ma camminano sulle nostre gambe>. E a conferma che nel mirino c’è veramente la soluzione dei problemi, Talè ha affrontato subito il tema più spinoso e che più sta a cuore ai marchigiani: quello del diritto alla salute. <Per rafforzare la sanità territoriale e restituire un ruolo importante alle strutture periferiche, evitando l’intasamento degli ospedali della costa e, in primis, dei loro pronto soccorso – ha rimarcato – bisogna modificare il DM 70 Balduzzi e Italia Viva è l’unica forza politica che sta lavorando a questo obiettivo. Per riuscirci sono in contatto quasi quotidiano con la senatrice Annamaria Parente, che presiede la Commissione Igiene e Sanità a Palazzo Madama>.

Presente all’evento anche Maurizio Mangialardi: <La nostra mission non è contrastare la destra, ma governare bene la Regione e in questo senso Federico è un importante esempio>. Poi il candidato presidente ha citato come data storica quella del 22 luglio scorso facendo riferimento all’accordo europeo sul pacchetto di fondi a favore dei paesi Ue: <Noi siamo quelli che hanno lavorato per salvare l’Italia e le Marche, garantendo 300miliardi al Paese; gli altri sono i sovranisti. Senza Europa avremmo il 200% del debito pubblico. Ora siamo impagnati a far ricadere sulle Marche almeno 10 di quei 300 miliardi>. <Fare squadra in questo momento è particolarmente importante – ha detto Boris Rapa -. Questa è una lista con persone di grande competenza che saprà dare risposte ai marchigiani>.

Maria Grazia De Carolis, forsemprense, consulente finanziario, ha aggiunto: <Vivo a contatto con le imprese e le accompagno per cercare di risolvere i loro problemi. Ho deciso di candidarmi per portare nelle istituzioni quello che vivo ogni giorno nel mondo del lavoro>. La pesarese Elisabetta Patanoska, impegnata da anni ad insegnare equitazione ai ragazzi disabili e a diffondere la lingua dei segni per i non udenti, ha posto l’accento sulla necessità di <abbattere le barriere della comunicazione>, e per rendere esplicita questa esigenza si è fatta accompagnare da una traduttrice in lungua dei segni che ha reso comprensibile ai non udenti l’intero evento. <Io stessa sono sordastra – ha rivelato – e ho una capacità uditiva del 40%>. Venerucci, che è stato sindaco dell’ex comune di Auditore, oggi fuso con Sassocorvaro, ha puntato sul concetto di Marche uguali: bisogna pensare alle esigenze di ogni singolo territorio, sostenendone nuclei familiari e imprese>. <Vogliamo rimboccarci le maniche e preparare riforme efficaci – ha chiuso l’avvocato Simonetta Giubilaro -. Per ripatire occorre mettere al centro la famiglia>.

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CARLONI – MASTROVINCENZO / I rappresentanti delle associazioni sindacali degli studenti Marco Centanni di Gulliver-UDU Ancona, Francesca Camilla Bollettini di Officina Universitaria Macerata e Sara Franchi e Camilla D’Angelo di Rete degli Studenti Medi Marche hanno incontrato i candidati alle elezioni Regionali delle Marche Manuela Carloni e Antonio Mastrovincenzo. Le tre associazioni hanno presentato un manifesto programmatico sulle problematiche e le proposte in merito all’istruzione, sia scolastica che universitaria, reso pubblico e disponibile a tutti i partiti candidati al governo della Regione.

I punti centrali riguardano il diritto allo studio, sia scolastico che universitario, i trasporti, problema particolarmente sentito da tutti gli studenti, l’edilizia scolastica e quella degli alloggi universitari e, in ultimo, l’accesso alla cultura.

Il principio fondamentale che lega le proposte è la valorizzazione dello studente come cittadino in divenire e come risorsa da costruire, senza che la sua formazione pesi esclusivamente sulle famiglie, ma che venga percepito dalla società come un investimento. In particolare si ritiene necessario rendere accessibile interamente l’istruzione a chi è privo dei mezzi.

“Oggi gli studenti – ha detto Manuela Carloni – non hanno sufficienti strumenti per continuare a frequentare l’università. Non solo. In Italia oltre il 24% dei giovani tra i 15 e i 34 anni, secondo gli ultimi dati Istat, non studia e non lavora. Il fenomeno dei Neet riguarda anche il 17% dei laureati e questo significa che occorre investire risorse su università e ricerca”.

Aggiunge Mastrovincenzo “Non si può pensare di avere un lavoro di qualità se non c’è innovazione nel sistema produttivo, ma innovazione nel sistema produttivo non c’è senza giovani adeguatamente formati”. I due candidati consiglieri si impegnano a presentare una proposta di legge regionale sul diritto allo studio per garantire pari opportunità ai giovani indipendentemente dalla provenienza sociale e territoriale.

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STEFANIA PALAZZESI / Per la candidata alle regionali con la Lega per le Marche Stefania Palazzesi: “è necessario garantire e potenziare l’Ospedale di Comunità e la Casa della Salute in Arcevia”.

Innanzitutto facciamo chiarezza cercando di spiegare le differenze tra le due strutture: gli Ospedali di Comunità servono quei pazienti che hanno una situazione clinica certa e stabilizzata che non prevede grossi cambiamenti nell’immediato, mentre le Case della Salute invece servono tutta la Popolazione che necessita di servizi di prossimità. In alcuni casi, le Case della Salute e gli Ospedali di Comunità possono coesistere ed è questo il caso di Arcevia, attivo dal 1999 con 20 posti letto.

La Casa della Salute di Arcevia è situata nel territorio montano più lontano dalle A.U.S.L. di Senigallia, Jesi e Fabriano e potrebbe essere, soprattutto dopo le nuova emergenza sanitaria Covid, potenzialmente il punto di riferimento di gran parte degli abitanti dell’entroterra e potrebbe evitare il congestionamento delle strutture ospedaliere.

La Casa della salute di Arcevia, primo esempio regionale nelle Marche, inizialmente, offriva molte attività professionali: all’interno della struttura erano presenti molte figure medico specialistiche ambulatoriali rivolte all’utenza esterna.

E’ doveroso ricordare che la sistemazione e la ristrutturazione del vecchio presidio Ospedaliero è stata realizzata grazie anche ai contributi di aziende imprenditoriali locali che vivono e lavorano sul territorio.

Un ospedale, il nostro, dove l’attaccamento dei cittadini è testimoniato dalle continue donazioni di privati e Associazioni locali che offrono alla struttura preziosi macchinari moderni e all’avanguardia, spesso però mai messi in funzione e dimenticati.

E’ necessario ricordare che, negli anni a venire, tutti questi servizi sono stati silenziosamente ridotti o addirittura soppressi senza che nessuna delle diverse amministrazioni, succedutesi in questi decenni, abbia mai fortemente e concretamente cercato di bloccare questo depotenziamento della struttura.

Il sempre impoverimento del servizio sanitario e la crescente preoccupazione sulla modalità di presa in carico dei pazienti e sulla gestione delle molteplici cronicità che si presentano e dei servizi, dovuti alla dislocazione del territorio montano, sono i temi che più di frequente ricorrono tra le preoccupazioni dei cittadini arceviesi e di quelli di tutto l’entroterra.

Come conferma di quanto affermato sopra, nel 2018 l’ospedale di Comunità di Arcevia viene addirittura declassato da Casa della Salute di tipo C, con funzioni ospedaliere organizzate h 24, a casa della Salute di tipo B, ossia a una struttura incaricata alle SOLE forniture di cure integrate e di degenza.

Ad oggi, in Arcevia, i servizi continuano ancora a diminuire:

–  assenza di alcune specialistiche ambulatoriali tra i quali il neurologo

–  servizio potes con medico in presenza ridotto a 12h

–  servizio radiologia, dotato di macchinari funzionanti, donati dalla cittadinanza. Chiuso

–  ufficiale medico sanitario e medico legale non più presenti a seguito del pensionamento a fine marzo, di conseguenza non si effettueranno più né vaccini (vaccinazioni minori e adulti, profilassi Malattie Infettive e Parassitarie…), né certificati di idoneità psicofisica (rinnovo della patente di guida, certificato medico per porto d’armi…).

– servizio ostetrico sospeso almeno fino a fine anno: il test per lo screening di prevenzione verrà dato su appuntamento presso gli ospedali di Senigallia o di Sassoferrato con tempi di attesa decisamente più lunghi.

L’emergenza Covid ha dimostrato come i servizi sanitari di prossimità siano strumenti fondamentali per la gestione dell’emergenza e necessitano di essere valorizzati e non certo depotenziati. Inoltre effettuare le prestazioni anche nel bacino dell’entroterra ha il vantaggio di ridurre la mobilità della popolazione, la spesa sociale e favorisce la riduzione del contagio.

Oggi più che mai, bisogna rafforzare la medicina territoriale per avere un miglior presidio sul territorio ed evitare inutili congestionamenti dei centri più grandi; inoltre le aree interne debbono essere difese perché sono anche le più fragili.

Le Case della Salute servono un bacino molto vasto per tutta quella popolazione che vive in un territorio geograficamente lontano dai centri più serviti.

Oggi più che mai abbiamo il compito di tutelare e proteggere queste strutture capillari del nostro territorio e non si può rimanere inermi di fronte a questa politica di abbandono delle popolazioni dell’entroterra.

Si sono da tempo realizzate in piccoli centri strutture ospedaliere, via via adeguate alle mutate esigenze socio-sanitarie, perché, oramai da anni, si sta maturando l’intenzione di impoverirle ed estinguerle?

La Palazzesi legata ed attiva da sempre sul territorio marchigiano intende impegnarsi affinché la salute torni tra le priorità della Regione, perché come dice lei “Chi ha a cuore la propria Terra, ci vive, ci investe, conosce le problematiche e si impegna per trovare delle soluzioni tangibili”.

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MARCHETTI (LEGA) / Il responsabile Lega Marche sulle dichiarazioni del candidato Mangialardi e del ministro Gualtieri. Decenni di immobilismo e di errori del PD non hanno prezzo. Chi ha fallito nella normale amministrazione che garanzie può dare su quella straordinaria?

“I soldi non fanno di Mangialardi un governatore per le Marche:  decenni di immobilismo e di errori del PD non hanno prezzo. Il PD di Mangialardi ha fallito nella normale amministrazione: che garanzie può dare su quella straordinaria? Dicendo di voler fare “una vertenza per le Marche”, il candidato della sinistra va dritto a schiantarsi contro sé stesso. È il PD che governa la regione da decenni e non basta un ministro per cancellare questa macchia. Perché Gualtieri non dice chiaramente che l’ipotetica quota parte marchigiana dei soldi ricevuti dall’Europa per obbedir tacendo sono a debito e che saranno i marchigiani a doverlo ripagare?”

“Contro chi farà Mangialardi la vertenza perché mancano infrastrutture viarie e digitali? Contro il suo PD! Contro chi la vertenza perché il sistema sanitario pubblico è stato smantellato e le Marche sono penultime in Italia per i fondi PSR all’agricoltura? Sempre contro il suo PD! E contro chi farà la vertenza per migliaia di tonnellate di macerie del terremoto ancora per strada ed 8.000 pratiche di ricostruzione nei cassetti dell’USR? Ancora una volta contro il PD che ha pure espresso tre commissari su quattro. I soldi non fanno un governatore, e nemmeno un sindacalista”.

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DIPENDE DA NOI / Avevamo sperato che in occasione delle prossime elezioni regionali ci potesse essere una svolta radicale a sinistra. Usciti da un quinquennio disastroso con un governatore che lo stesso  Partito Democratico ha ritenuto impresentabile, si è preferita la continuità con Mangialardi che di Ceriscioli è copia.

Avevamo chiesto di individuare insieme un governatore, meglio una governatrice, che provenisse dalla società civile e un programma su sanità, ambiente, lavoro, ricostruzione che segnalasse un cambiamento drastico rispetto alle politiche privatiste e liberiste perseguite negli ultimi anni.

E’ prevalso ancora una volta il sistema di potere, la mancanza di prospettiva e di coraggio che hanno fatto sfumare sul nascere quella che poteva essere l’occasione per ricostruire un ampio fronte di sinistra in grado di sconfiggere la destra illiberale e fascista.                                                                                                                                                     Dipende da noi è un movimento che è nato con lo scopo di rinnovare la politica nella Regione Marche. Roberto Mancini è l’unico che è riuscito a creare un canale aperto tra la parte più impegnata  della società civile e l’istituzione regionale, per dare voce ai gruppi ed associazioni, alle imprese responsabili, a tutte quelle persone che a sinistra, dentro e fuori dei partiti, non si sentono adeguatamente rappresentati.  Molte di queste persone avrebbero scelto di non andare a votare o di esprimere solo un voto di protesta. Sono le persone tradite nei territori del terremoto, quelle che in questi anni hanno invano lottato per una sanità pubblica, per uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, per la realizzazione di quelli che chiamiamo beni comuni.                                                                                                                                                             Non ci sembra che da parte del sindaco uscente, candidato a governatore, vengano segnali di cambiamento. Per esempio, nessuna chiara presa di posizione sull’ospedale Covid di Civitanova per dire che non solo  è stato  un grande errore, ma un’ostentata prova di arroganza contro tutti; la prima uscita pubblica della campagna elettorale, la visita all’Istituto Santo Stefano, tempio della sanità privata, non promette nulla di buono in una visione di rilancio della sanità pubblica.

Roberto Mancini, professore dell’Università di Macerata, si è fatto conoscere nella nostra città in anni di incontri e seminari sui temi della giustizia e del bene comune, della solidarietà, della economia redistributiva.

Vogliamo dare forza a queste idee perché  riteniamo che la loro attuazione sia la sola garanzia per immaginare una regione davvero diversa. E a chi dice che così si rischia di far vincere la destra, ricordiamo senza stancarci che la destra si sconfigge solo demolendo il sistema politico di potere, autoreferenziale che ci ha sin qui governato.

Dipende da noi vuole combattere l’astensionismo o il voto di protesta, ma anche la rassegnazione e la sottomissione ad una nociva continuità di governo.

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GIOVANNI GOSTOLI (PD) / Ieri si è tenuta a Osimo l’iniziativa “Direzione Marche” a cui ha partecipato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri insieme al candidato presidente di Regione Maurizio Mangialardi. “E’ motivo di orgoglio per tutti noi e per le Marche che il Ministro Gualtieri abbia scelto come prima uscita la nostra regione, tra tutte quelle che andranno al voto, per sostenere Mangialardi”, dichiara il segretario regionale Pd Giovanni Gostoli. L’evento al Teatro della Fenice è stata l’occasione per presentare i punti programmatici principale della coalizione Insieme Marche e un “Piano shock” per il rilancio della regione con impegni concreti su cui investire la montagna di risorse che arriverà dall’Unione europea.

“Con gli 8 miliardi che arriveranno per la nostra terra cambieremo le Marche – afferma il segretario regionale Pd Giovanni Gostoli – In Europa ci siamo impegnati per ottenere il Recovery Fund, mentre la misura veniva osteggiata dalla destra sovranista, compresa quella marchigiana. Oggi grazie a questa montagna di risorse la nostra regione ha una grande opportunità e siamo di fronte a una svolta storica. I tanti progetti delle Marche possono diventare realtà, perché finalmente ci sono le risorse economiche per realizzarli. Solo con un presidente di Regione come Maurizio Mangialardi e una squadra al suo fianco davvero europeista e non sovranista, le Marche coglieranno al meglio tutte le opportunità dell’Europa.

Ad Osimo abbiamo aperto una vertenza nazionale – aggiunge Gostoli – Noi vogliamo impegnare le risorse per ridurre lo storico gap infrastrutturale. E’ la scelta più strategica per il rilancio della Regione e dentro questo quadro le Marche godranno di maggiori vantaggi. Sulle strade, prioritari per noi sono: la realizzazione della terza corsia da Porto Sant’Elpidio a San Benedetto del Tronto; il completamento della Fano-Grosseto che rappresenta un’opera imprescindibile, l’equivalente, a nord, della Quadrilatero; la Pedemontana che tiene insieme tutto il territorio regionale, in particolare le aree interne; così come il progetto della Transcollinare Piceno-Fermana, strada della Mezzina, che rappresenta un collegamento strategico che unisce nella parte collinare, longitudinalmente, le vallate della provincia di Ascoli Piceno con quelle di Fermo; propedeutica al completamento del raccordo tra il nuovo ospedale di Fermo e il casello A14 di Porto Sant’Elpidio, è poi la così detta la Mare-Monti del Fermano, indispensabile asse di collegamento tra la costa adriatica e i Monti Sibillini. I progetti sono pronti, i tracciati definiti, i costi stimati. Tutto dimostra quanto siamo determinati a partire. Una simile opera significa lavorare per dare chance di sviluppo e futuro alle aree interne. E poi, sul versante ferrovie, il raddoppio della linea Orte/Falconara e gli investimenti per potenziare il Porto d’Ancona”, precisa Gostoli.

“Lavoro, lavoro, lavoro. Le risorse europee saranno al centro del nuovo “Patto per il lavoro e per il clima, il fare impresa e la rigenerazione delle Marche” che scriveremo nei primi 100 giorni di governo, fondato sulla condivisione delle scelte e la partecipazione di tutti i protagonisti: lavoratori e sindacati, imprese e associazioni di categoria, professionisti, istituzioni locali e università saranno impegnate ad analizzare e discutere e dare valore a progetti comuni. Vogliamo investire sulla piccola e media impresa, puntare sull’innovazione e la digitalizzazione per modernizzare il sistema, sulla valorizzazione del “Made in Marche” nel mondo e dare vita a un “Gree New Deal” per una crescita all’insegna della sostenibilità capace di creare nuovi posti di lavoro e allo stesso tempo prendersi cura dell’ambiente”.

Infine – conclude Gostoli – se avessimo ascoltato negli anni scorsi i partiti che sostengono la candidatura di Acquaroli saremmo finiti fuori dall’Unione europea e invece con un nuovo protagonismo dell’Italia in Europa, grazie al Pd, siamo riusciti a portare risultati a casa. Continuo a ritenere che dovremmo accedere anche alle risorse del MES per investire sulla sanità pubblica: potenziare gli ospedali, investire nella medicina del territorio e rendere il sistema pronto a nuove possibili emergenze con la garanzia di offrire a tutti la possibilità di cura”.

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DANIELE SILVETTI / Con l’approssimarsi dell’avvio dell’anno scolastico si ripropone, quest’anno soprattutto, il tema delle criticità nell’edilizia scolastica in particolare ad Ancona.

«L’amministrazione comunale di Ancona e la sindaca Mancinelli in particolare, si affretta a evidenziare gli interventi in corso per garantire l’avvio dell’anno scolastico – dice Daniele Silvetti, coordinatore provinciale di Forza Italia e candidato alle prossime elezioni regionali come capolista nel collegio di Ancona – ma il vero problema è che nel capoluogo ci sono ben 12 edifici scolastici abbandonati che non solo non sono stati riqualificati ma nemmeno riconvertiti, taluni facenti parti del patrimonio regionale ed ex provinciale, ma alcuni anche della città di Ancona».

«In questa fase così delicata che rischia di incidere sul futuro dei nostri figli – insiste Silvetti – emerge tutta l’incapacità di programmare e di pianificare del centro-sinistra in questa regione». «Vivere alla giornata senza avere un’idea di come affrontare e risolvere certe situazioni alla lunga porta questi risultati – conclude Silvetti – che incidono anche sul bilancio perché significano un depauperamento del valore di beni materiali che, lasciati in stato di abbandono, sono sempre meno appetibili per eventuali acquirenti senza considerare gli aspetti architettonici e di decoro urbano che non migliorano di certo l’immagine della città».

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PAOLA GIORGI / La candidata al Consiglio regionale Paola Giorgi, a sostegno di Francesco Acquaroli nella lista civica Civitas Civici, interviene sul tema del referendum confermativo del testo di legge costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Un intervento che si lega alla scelta di rinunciare al vitalizio e che lei stessa, da ex assessore, adottò.

“Il tema dei costi della politica è un argomento importante – dice Paola Giorgi – e come tale andrebbe trattato con onestà intellettuale, senza rincorrere la pancia di un Paese in affanno e a volte poco incline agli approfondimenti. Io ho scelto di rinunciare al vitalizio, già maturato in Regione, ed ho potuto farlo grazie ad una legge che approvammo nella passata legislatura.

È su questa posizione che la candidata getta le fondamenta per una sua visione più ampia che riguarda il referendum: “Il referendum per il taglio dei Parlamentari è l’ultimo atto dell’iter di una riforma costituzionale. Risulta bizzarro come la nostra Costituzione – dice – diventi la più bella del mondo, o un atto da modificare a seconda delle convenienze.

La nostra Costituzione venne scritta sulle ceneri di una guerra civile, un evento che rappresenta la divisione più estrema tra le parti del Paese. Eppure – aggiunge – quella volta lavorarono, fianco a fianco, uomini e donne che si erano aspramente combattuti e la politica fu il nobile strumento per costruire e proteggere la democrazia, la cui anima è la rappresentanza. Ciò che vedo oggi, in questa riforma, è una dannosa operazione demagogica che mette a repentaglio percorsi virtuosi di valorizzazione della democrazia per abbracciare il populismo”.

Paola Giorgi esprime dunque la sua opinione di contro a chi propone il taglio dei parlamentari per risparmiare sui costi della politica: “Si tratta di un risparmio irrisorio – dice – che incide dello 0.007% della spesa pubblica: 285 milioni netti ogni legislatura, 57 milioni all’anno, 1 euro annuo a cittadino”.

Ed aggiunge sul tavolo del confronto un’amara verità: “E’ scomodo dirlo, ma il politicamente corretto non è la mia passione: credo che il Paese abbia bisogno di una classe dirigente più preparata, non di minor numero, capace di guardare oltre e testimoniare senso civico grazie anche a scelte come quella fatta da me”.

La difesa della rappresentanza come cardine della democrazia, quindi, al centro del pensiero di Paola Giorgi sul referendum: “Non si possono abdicare valori fondanti per rincorrere sirene populiste; i costi della politica debbono essere affrontati con altri strumenti”.

 

 

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