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Ad Arquata del Tronto ricollocata la lapide garibaldina

Ad Arquata del Tronto ricollocata la lapide garibaldina

ARQUATA DEL TRONTO – Nel comune terremotato di Arquata del Tronto, in occasione delle celebrazioni in onore del patrono SS. Salvatore, magistralmente animate dal coro polifonico “Gaspare Spontini” di Moie di Maiolati Spontini, Massimo Ossidi,  presidente dell’Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona, di concerto con la locale associazione di promozione sociale “Arquata Potest” e la sezione marchigiana dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini  (ANVRG) con sede a Castelbellino, di cui è socio, ha promosso la nobile iniziativa del ripristino di un’epigrafe lapidea in ricordo della sosta di Garibaldi e del suo seguito – affissa nell’anno della morte dell’”Eroe dei Due Mondi”, 1882, e scomparsa a seguito dell’evento sismico -, motivata anche dall’esigenza di segnalare i ritardi delle operazioni per il ritorno degli abitanti nel paese oggi evacuato.

Il ricordo delle gesta risorgimentali per contribuire a risolvere i problemi del presente è una finalità precipua della sezione ANVRG, rappresentata altresì dal presidente, prof. Ettore Baldetti, intervenuto con un breve discorso e con la bandiera, secondo quanto auspicato dalla presidente nazionale, Annita Garibaldi Jallet pronipote del Nizzardo.

Una comunità si radica in un sito per ragioni ambientali e storiche. Qui si intrecciavano le comunicazioni fra i due versanti appenninici, testimoniate dalla ricerca archeologica sin dalla preistoria, e quindi perpetuate in età romana dalla Via Salaria, così chiamata perché riforniva Roma del sale proveniente dalla costa adriatica, unita al nord e alla Via Flaminia da una strada interna pedemontana e dalla litoranea, che la collegava anche al sud della Penisola. Lungo la Salaria si insediarono anche i Longobardi del Ducato di Spoleto, con i loro avamposti sud-orientali nei territori di Rieti, Norcia e Ascoli, oggi attestato soprattutto dai reperti del noto fortilizio di Castel Trosino. Arquata, sovrastata e difesa da una monumentale rocca, ha inglobato il tracciato della Salaria grazie ad un’imponente sostruzione arcuata, da cui verosimilmente il nome, e ha ospitato il prezioso e continuo transito montano, attraverso i maestosi Sibillini, in un paesaggio legato da sempre all’economia silvo-pastorale, rispettosa del procedere rallentato della storia nelle periferie rurali. Piccoli passi non invasivi in interazione con la natura e con l’ambiente umano, oggi perpetuati dal cosiddetto turismo lento nel contesto di uno sviluppo ecologicamente compatibile,

Garibaldi fu benevolmente ospitato dalla comunità arquatana in un palazzo del centro storico con un’abbondante cena, fra il 26 e il 27 gennaio del 1849, mentre si recava nel Lazio per difendere la Repubblica Romana con il suo seguito, tra cui il luogotenente Nino Bixio, Andrea d’Aguyar, ex schiavo uruguaiano e fedelissima guardia del corpo, Guerrillo, il cane ‘a tre zampe’, per infortunio bellico, passato dalle schiere argentine alle italiane durante un combattimento sudamericano, e Candido Augusto Vecchi, il patriota fermano che ospiterà il Generale nella sua villa ligure prima dell’imbarco per l’ “Impresa dei Mille” ed entrerà trionfalmente a Napoli in carrozza insieme all’amico condottiero.

La trasmissione televisiva  ‘Cammino nelle terre mutate’ di RAI News 24 ha recentemente ben descritto le problematiche post-sisma di Arquata del Tronto: non ci sono ancora certezze sui tempi di recupero del capoluogo comunale e gran parte delle macerie non sono ancora state rimosse quattro anni dopo il disastroso terremoto del  24 agosto 2016, che ha causato 53 vittime nel territorio comunale, 48 delle quali nella frazione di Pescara del Tronto. Camminare lentamente non significa però fermarsi o dimenticare la meta da raggiungere: per questo i presidenti delle suddette associazioni marchigiane si sono impegnati a tener viva l’attenzione sull’annosa vicenda.

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