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“Dove fare attività motoria a Pesaro? Nelle dolci colline di Candelara: tra natura, storia e arte”

“Dove fare attività motoria a Pesaro? Nelle dolci colline di Candelara: tra natura, storia e arte”

di LORENZO FATTORI*

PESARO – Da alcuni giorni il nostro sindaco Matteo Ricci, attraverso dei video sui social, moltiplica gli appelli di non concentrarsi tutti nella zona mare e, soprattutto, in spiaggia in occasione del week-end che si prospetta all’insegna del sole e bel tempo. Le alternative proposte sono le passeggiate nei tanti parchi cittadini; del resto il sole è ovunque.

Noi come Pro Loco aggiungiamo che c’è un bellissimo sole anche nelle nostre belle, dolci e verdi colline di Candelara. Perché non approfittare in questo week-end per venire a fare attività motoria nel nostro territorio? Purtroppo, se come Pro Loco non possiamo fornire accoglienza turistica per la situazione contingente legata al Covid-19, la scelta di diradare la popolazione sull’entroterra è vincente. Abbiamo per questo deciso di proporre nelle prossime settimane dei percorsi differenti che possano accontentare gli amanti della natura e della cultura.

Del resto le attuali norme non proibiscono di prendere l’auto o la moto per spostarsi all’interno dei confini regionali per visitare le bellezze del nostro territorio e sicuramente qui non troverete assembramenti di persone che invadono il territorio collinare pesarese. L’incantevole borgo di Candelara è lieta di proporre una passeggiata che può iniziare dalla pieve tardogotica di Santo Stefano (che è sempre stata aperta per la preghiera individuale, anzi dalla settimana scorsa il parroco ha distanziato le panche e messo dei simpatici cartelli con il particolare della “Creazione” di Michelangelo per invitare le persone a mantenere il distanziamento sociale). La pieve è un edificio unico delle Marche per il suo impianto a croce greca; al suo interno conserva meravigliosi affreschi quattrocenteschi e cinquecenteschi, insieme a maestose pale d’altare.

Prendiamo ora il viale “della Rimembranza” caratterizzato dagli alti alberi che, con la loro cadenza regolare, conducono al bel borgo ottocentesco di Santa Lucia. Lì all’ingresso si può notare il circolo Acli, con le forme severe e geometriche di metà del XX secolo, oggi arricchito dalla paper art di Zed1. Attraversiamo il borgo ottocentesco, con le case colorate in arancio, giallo e altre dalle belle facciate in laterizio, che terminano nella piazza caratterizzata dalla sede dell’ex-Comune. Lungo questa strada si stia attenti a notare le opere dello stret artist fiorentino Blub, che ha inseminato il paese la scorsa estate in occasione della sua mostra. Proseguite la vostra camminata oltrepassando il fornice, e proprio quando siete li sotto fermatevi alzando gli occhi: alla Vostra sinistra vigila la porta d’accesso al paese un’immagine della Vergine; rivolgete a Lei una preghiera benaugurante.

Proseguendo il percorso sulla via maestra a destra svetta la meravigliosa chiesa settecentesca di San Francesco, che attende un restauro per essere restituita al pubblico. Era la chiesa più ricca di Candelara; oggi purtroppo è diroccata e privata dei suoi manufatti dorati. Alle sue spalle un meraviglioso giardino anch’esso dimenticato in attesa di cure. Lì non perdetevi la bella ceramica policroma dell’artista maceratese Silvio Craia dedicata al tricolore italiano e la cisterna decorata con i soprannomi delle famiglie di Candelara, opera dello street artist ferrarese Andrea Amaducci in occasione dell’inaugurazione della sua mostra alla Sala del Capitano. Tornate sui vostri passi e difronte alla chiesa potete scorgere la bellissima sede della Soms, che comprende il palazzo Carletti, recentemente restaurato, ed il corpo novecentesco della sala polivalente.

Il percorso prosegue lungo le mura dove lo sguardo può spaziare fino all’Appennino marchigiano. Quasi al termine della via si arriva alla chiesa detta di Santa Lucia, in realtà dedicata a San Giovanni: pochi sanno che qui aveva sede l’antico ospedale per accogliere i pellegrini (una specie di ostello odierno) diviso in sezione maschile e femminile, ma le cronache raccontano che di notte spesso gli ospiti riuscivano ad eludere i controlli e gli amanti si ricongiungevano. Qui è interessante notare come su alcune abitazioni ci sono ancora dei ferri che servivano per legare i cavalli o gli animali da soma fuori dalle abitazioni. Prima di tornare al fornice d’ingresso si incontra la scultura del “Vescovo Stefano” , opera del pesarese Terenzio Pedini che ha voluto donare alla comunità di Candelara una delle sue sculture più belle: la leggenda racconta che, dopo la sconfitta di Legnano nella disputa del potere tra Imperatore e il Papa, il vescovo Stefano in sfregio al potere papale nascose l’imperatore Barbarossa a Candelara, nel 1176. Alle spalle della scultura una serie di case in mattone: si narra che siano state fatte costruire dalla filantropia della beata Michelina, che ha fondato anche l’ex-convento francescano di Candelara.

Oggi queste case, di proprietà del comune di Pesaro, sono state trasformate in sede di due attività economiche. Non si può proseguire se non scendendo per andare a vedere la porta d’accesso dal basso e proseguendo verso la chiesa dei Genga, incastonata in un edificio rurale, e poi tornando indietro potete chiedere a qualche abitante le indicazioni per la piccola via carraia che conduce al lavatoio di Candelara restaurato pochi anni fa. Un luogo ameno e piacevolissimo; per raggiungerlo bisogna attraversare la campagna ancora coltivata di Candelara. Vista la fonte si prosegue la strada in salita e dopo poche centinaia di metri si torna sulla strada maestra e si vede la meravigliosa villa Almerici, ora Berloni. Il fascino di questa struttura esternamente ricorda le forme di una fortezza mentre all’interno abbondano le delizie e le decorazioni tipiche delle ville gentilizie del Settecento a firma del geniale Vanvitelli.

La nostra camminata torna verso il quartiere di Rondello: oggi l’agglomerato è stato inserito dentro il paese, ma fino a due decenni fa aveva il suo cartello stradale che rivendicava la sua autonomia rispetto a Candelara ed aveva naturalmente il suo negozio di alimentari con la mitica Mariola ed il suo quaderno di chi segnava e pagava a fine mese. Una volta c’era anche il presidio dei Carabinieri. Oggi è tutto scomparso e nulla fisicamente rimane a testimonianza di ciò, se non i ricordi degli storici abitanti. È tempo di riprendere il cammino, per tornare verso il nostro punto di partenza, ma prima di risalire in macchina non possiamo non fare una tappa allo storico cimitero locale, con il bellissimo corpo centrale fondato nell’Ottocento, con i primi campi d’inumazione che presentano ancora le originarie numerazioni. Le belle cappelle funebri dei borghesi e le tombe degli abitanti più noti del paese e tante storie che potrebbero essere raccontante dagli abitanti. Così nel silenzio rispettoso della nostra storia del passato si conclude la nostra passeggiata, certi di aver fatto sicuramente un po’ di attività fisica ma, soprattutto, di aver conosciuto e riveduto alcuni luoghi con occhi nuovi.

Al termine di questo bel percorso, sicuramente in tempi normali uno avrebbe piacere di un bell’aperitivo o di sedersi a tavola in uno dei nostri ristoranti con cucina tipica locale; purtroppo ciò non sarà possibile questa volta ma i nostri ristoranti “da Fiorella”, “osteria delle Candele” e “ses60ntarestaurant” si sono riconvertiti e sono aperti per la consegna a domicilio o take away. Quindi prima di tornare a casa potrete acquistare i cibi tipici della nostra terra e portali a casa vostra dove potrete gustarli insieme ai vostri cari.

*Curatore “Festival CandelarArte”

 

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