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Troppi danni alle coltivazioni: a Montecitorio la protesta degli agricoltori marchigiani

Troppi danni alle coltivazioni: a Montecitorio la protesta degli agricoltori marchigiani

ROMA – Cinghiali e caprioli. Animali che rappresentano danni gravi alle coltivazioni agricole ma che sono anche un pericolo per la cittadinanza a causa dei numerosi incidenti che vengono registrati ogni anno sulle strade.

Circa 150 quelli avvenuti nelle strade marchigiane nel corso del 2018, secondo il Piano faunistico venatorio regionale. La maggior parte di essi sono legati a caprioli (55% dei casi) e cinghiali (35%) mentre la parte restante riguarda daini e istrici. Numeri che però non riescono non riescono a dare il quadro completo perché difficilmente, ammette lo stesso report, chi investe un animale di piccola taglia come volpi, lepri, eccetera, denuncia il fatto.

È quanto ribadito dai circa 250 contadini e dai pastori delle Marche che questa mattina, insieme a una cinquantina di sindaci e alla vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, hanno raggiunto Roma per protestare davanti a piazza Montecitorio.

Con loro migliaia di agricoltori, allevatori, cittadini, esponenti istituzionali, sindaci e ambientalisti da tutta Italia per protestare contro l’invasione dei cinghiali e degli animali selvatici ormai arrivati anche dentro le città. “Non è più solo una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione.

Serve agire in modo concertato tra Ministeri e Regioni, Province e Comuni ed avviare un piano straordinario senza intralci amministrativi. Bisogna rendere ancora più efficaci i piani di contenimento e allargare le maglie di intervento perché in caso contrario la questione è destinata a peggiorare” è il commento della presidente Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. Basti pensare che negli ultimi 8 anni – 2010-2018 – il numero di incidenti gravi con morti o feriti per colpa di animali, a livello nazionale, è aumentato del 81% sulle strade provinciali, secondo l’analisi Coldiretti su dati del rapporto Aci Istat. Una vera e propria emergenza nazionale che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti e che – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – porta 3 italiani su 4 (72,7%) a considerare un pericolo per la circolazione sui quasi 850mila chilometri di strade e autostrade italiane la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura – evidenzia Coldiretti – che dilaga dalla montagna alla pianura, dalle zone vicino ai fiumi fino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno di cinquemila abitanti sale addirittura all’83% dei residenti.

Il 75% dei danni dovuto ai cinghiali

Circa 10mila cinghiali. Quasi 24mila caprioli. Sono queste le specie più numerose della grande invasione incontrollata di animali selvatici che mette a rischio le produzioni agricole e l’incolumità dei cittadini. È la stima che Coldiretti Marche fa su dati del report faunistico venatorio regionale che registra anche la conta dei danni alle colture. Davvero salata: 2,5 milioni tra 2013 e 2017. Di questi circa 2 milioni sono causati dalle incursioni cinghiali.

A livello nazionale si assiste al proliferare di branchi che, sull’Appennino, guadagnano terreno rispetto alla presenza umana con una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti in una fascia territoriale segnata già dalla tendenza allo spopolamento per l’indebolimento delle attività tradizionali. Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del problema gli agricoltori e gli allevatori della Coldiretti hanno provocatoriamente portato in piazza Montecitorio un pentolone gigante di polenta e di spezzatino di cinghiale, salumi e cartelli con le foto degli incidenti provocati sulle strade e dei danni nelle campagne. L’eccessiva presenza di selvatici rappresenta anche un rischio – evidenzia Coldiretti Marche – per quell’agroalimentare di qualità che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra: ben 36 denominazione d’origine marchigiane – secondo i dati Symbola/Coldiretti – e dove insistono oltre 35mila imprese (quasi il 24% del totale), molte delle quali proprio legate all’agricoltura e alla manifattura agroalimentare.

Un tesoro messo a rischio dall’avanzata dei cinghiali che sempre più spesso in queste aree si spingono fin dentro i cortili e sugli usci delle case, scorrazzando per le vie dei paesi o sui campi, nelle stalle e nelle aziende agricole ma anche nei boschi a caccia di castagne e tartufi.

 

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