L’ultimo saluto di Pesaro all’argonauta Paolo Morsiani: una vita dedicata al mare, alla cultura e all’associazionismo

L’ultimo saluto di Pesaro all’argonauta Paolo Morsiani: una vita dedicata al mare, alla cultura e all’associazionismo

di PAOLO MONTANARI

PESARO – Un volto scarnificato dalla salsedine del mare. E’ questo l’ultimo ricordo di Paolo Morsiani, noto geometra pesarese, appassionato di vela, di libri, sostenitore di iniziative culturali e solidali come Il centro di solidarietà di don Gaudiano, quando poco più di una settimana fa, partecipò al tradizionale concerto estivo sulla darsena del Porto, che da anni aveva ideato per l’Assonautica, di cui era non solo il presidente ma un punto di riferimento costante per tante generazioni di giovani che si sono poi accostati allo sport della vela e all’amore del mare.

Con una voce flebile, ma sempre con accenti grintosi, salutò tutti gli amici venuti per quell’avvenimento musicale.

Poi, dopo una malattia che lo aveva colpito da circa un anno, Paolo Morsiani se n’è andato in punta di piedi, come nel suo stile, riservato ed amante del silenzio e la meditazione che solo la barca a vela gli aveva donato, fin da ragazzo.

Ai funerali, svoltosi nel duomo di Pesaro, c’erano tutti i compagni di barca, Steno, il fratello Vittorio, il grande amico Ermanno, i fratelli Ritossa e tanti conoscenti che, insieme al figlio Renato, hanno continuato a portare avanti l’amore per la vela.

E c’erano anche dei sacerdoti come don Tamburini che ha celebrato la liturgia funebre, don Raffaele Mazzoli, don Giuseppe Signoretti per tanti anni cappellano dell’Assonautica che, con Paolo Morsiani, traghettava viveri per le martoriate popolazioni durante la guerra del Kossovo, don Silvano, don Graziano, don Marco Farina e don Marco Di Giorgio insieme al professor don Mario Florio.

E accanto a queste figure, legate da amicizia e collaborazione con Paolo, che aiutò il settimanale diocesano Il Nuovo Amico, presenti anche le rappresentanze militari della Capitaneria di Porto di Pesaro e tanti amici marinai, di altre associazioni nautiche e l’ex presidente della Camera di Commercio Alberto Drudi.

In un romanzo dello scrittore e poeta milanese che vive da tanti anni a Fano, Ermanno Pierpaoli, dal titolo Un’Isola per ogni uomo, si comprende la vita avventurosa vissuta da Paolo Morsiani. La sua capacità di aggregazione che andava dalle estenuanti regate nel Mediterraneo, i diari di navigazione che scriveva con la stessa capacità e volontà di leggere, agli incontri conviviali, gli interscambi fra le associazioni marittime, si basava sulla caducità del tempo e la serenità dell’animo, come aveva espresso nel settembre 1969, alla amata moglie Lena: “La serenità è nel viaggio ove l’imprevisto affiora continuamente”.

E dopo tante ore di navigazione Morsiani affermava: “Dopo molti giorni di mare la terra sotto i piedi non guasta, nella sosta vivremo tanti luoghi affascinanti da vedere ed un popolo a me sconosciuto da osservare. Signore, ti prego mantieni viva la mia memoria”.

Anche la morte per Paolo, uomo credente aveva un valore: quello della Resurrezione.

Una giornata triste ma anche piena di ricordi quella del funerale dell’amico Paolo, che nei versi in prosa di Ermanno Pierpaoli riecheggiano  fra onde e amici:

Mare antico, memore dell’amore e dell’odio

e tragedie degli uomini

sopite nelle profondità degli abissi.

Gorgone minacciose

terre bruciate dal sole

ove recano impresso nel marmo

l’impronta del ferro,

maestro del sentimento degli uomini……….

 

Fermati tempo!

Non sottrarmi la gioia

del vivere fra amici

che condividono con me

il pane dello spirito

e il sale del mare

che con me rinnovano

il desiderio di vivere

momenti felici

da ricordare nel freddo dell’inverno….

 

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