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Si celebrano i settant’anni del maceratese Carlo Iacomucci, un artista unico nel suo genere a livello internazionale

Si celebrano i settant’anni del maceratese Carlo Iacomucci, un artista unico nel suo genere a livello internazionale

di TIBERIO CRIVELLARO

Quattordici lustri. Settant’anni quest’anno per Carlo Iacomucci, noto artista maceratese, conosciuto in Italia e all’estero. Un traguardo raggiunto che rappresenta soprattutto non solo un bilancio umano e professionale. Personaggio che ha “investito” e speso i suoi migliori anni facendo ciò che da sempre ama: incidere e dipingere.

Pare che, per Sant’Agostino, il numero 70 corrispondesse alla totalità dell’evoluzione del percorso umano e spirituale, nonché il numero dei giorni della creazione di Dio, e dunque del perfezionamento non solo del pensiero laddove Platone, facendo suoi i pensieri di Socrate, enunciò l’anima mundi. Ma Platone fu più un politico che filosofo, uomo di potere convertitosi per de libero arbitrio al pensiero, ma  poco incline  all’arte e, pure, favorevole alla pena di morte! Mentre Iacomucci è portatore di vita. La mia ironia di poc’anzi sul filosofo copione, non va a…”pennello” col  Maestro Iacomucci, ma calza bene col suo bulino e la sua arte nel pennellare.

Inizialmente, nel corso della carriera artistica, ove si è speso in serietà, è stata la sua curiosità artistica e la tenacia che da sempre trasmette attraverso le sue opere fin dai trascorsi urbinati Tutte le conoscenze ed esperienze sono partite da Urbino, dalle  frequentazioni degli ambienti artistici romani, dai contatti coi migliori maestri dell’epoca, compiutamente ai suoi numerosi viaggi all’estero, hanno contribuito a formarlo. Sono, infatti,  numerose le collettive e le personali in Europa e oltreoceano. La sua quarantennale carriera è stata un continuo maturare culturale nell’ambito delle arti in cui si è cimentato quale artista poliedrico (dicevo più sopra), eclettico in percorsi e stili differenti, ma il comune denominatore resta la tematica di un particolare segno dalla inconfondibile impronta a marcare la purezza specie nell’incisione; tecnica antica e ancora attuale che richiede pulizia e rigore.

Carlo Iacomucci continua la sua trasformazione. Alcuni dei suoi tipici soggetti sono l’aquilone trasportato dal vento, le gocce di pioggia che tra i raggi risaltano i colori spesso vivaci nella scenografia del “campo” dove l’artista crea il proprio “linguaggio” diversamente da quella leggibile del poeta, proponendo allo stesso tempo la difesa della natura, tema quanto mai attuale dati i disastri perpetuati dall’uomo dall’epoca del capitalismo fino all’attuale neoliberismo assassino. Ma vi invito a notare i particolari segni del Maestro: i tratti decisi, a volte delicati, secondo la sua poetica nell’opera che si alterna attraverso i paesaggi e i panorami tipici di Urbiano, dove è cresciuto artisticamente e da sempre ne è grato. La ricorda sia attraverso (oltre che i paesaggi) le figure che sembrano uscire da una prigione dorata da varie ottiche: il sipario, la finestra, inconsciamente significanti di esplorazione varcando i limiti dello spazio nel campo inciso o pennellato molto spesso con vivacissimi colori in armonia tra loro che sembrano muoversi in una particolare sinuosità, quasi erotica, in antitesi alla prevalenza spirituale dei suoi capolavori. Nel caso mi viene in mente di citare alcuni versi di un noto poeta italiano dato il suo continuo sperimentalismo:

L’ALBERO DI ASSISI

L’albero lanceolato

(trobar in esso sinestesie,

inseguendo odissee

dalle radici, precipizi in terra)

dispone che

il suo destino

nell’atmosfera etica

viva i suoi neuroni più

sublimi senza incresparsi

nelle migliori prospettive

dell’uomo/arte per

effimere bellezze.

 

Vedi la perfetta e brinale rugiada

che si confonde

nei panorami stellari

si trasfigura, si insinua

nelle sette gocce auree….

Sembra che il 7 sia il numero magico di Iacomucci. Un richiamo alla perfezione? I sette colori dell’arcobaleno? Le sue sette immancabili gocce nel campo pittorico? Le sette note musicali? Il 7 pare il suo “compagno di viaggio silenzioso” che lo accompagna e fa da cornice alla luminosa e brillante carriera di incisore e pittore, direttore d’orchestra in un teatro dove la scenografia del colori incanta lo spettatore…

…E IACOMUCCI STUPISCE, CI AFFASCINA NEL SEGNO, COLORE, FORMA COL SUO RECENTE CAPOLAVORO. UN LIBRO UNICO!…

Vi chiederete se il sottoscritto ha in serbo una sorpresa per il lettore. Certo che si. Il Maestro maceratese ha da poco impresso un rarissimo libro che è da definire il suo culmine poetico. Dopo questo, riuscirà a stupirci ancora? Si tratta del LIBRO ATELIER PER ATTIMO FUGGENTE. Libro d’arte di una preziosità tale che ci riporta alla tipica maestria degli ebanisti e intarsiatori del rinascimento. Con la  consueta pazienza e meticolosità certosina Carlo Iacomucci, con tarsie, ritaglia, incastra gli elementi significanti della sua visiva tematica artistica ricorrente. In quest’unica opera, l’occhio è costretto all’autoipnosi stendhaliana a soffermarsi in ogni minuscolo dettaglio ora cromatico, ora in bianco e nero.

La scelta del materiale usato denota, ci porta all’attenzione (soprattutto ai tanti suoi estimatori) sia nella forma e le dimensioni del libro che si fa apprezzare per la dedizione, l’amore e l’entusiasmo. Un delicato e poetico capolavoro molto “incisivo”. Potrei definire questa impagabile opera la cifra del suo lavoro quarantennale in quanto intimo e personale. Conoscendolo da anni, il primo incontro fu la felice occasione dove vinsi l’importante Premio Senigallia Spiaggia Di Velluto, dove la copertina del mio libro ETHANOL era stata da lui illustrata in sole cento copie numerate su mille. Ed è stato subito sodalizio sfociato in amicizia. La simbiosi è immediatamente nata per un “coup d’oeil” sia per la comunanza della curiosità, sia per il mio amore per l’arte dell’incisione sia per il comune amore per la poesia scritta.

A quel tempo, nel successivo incontro ad Assisi, mi spiegò dettagliatamente l’effetto dei suoi cromatismi brillanti e fantasmagorici, cosa significava quel leggero alito di vento che permeava nella funzione (psicoanalitica?) di “parlante”. Da parte sua ho accolto piacevolmente la sua apertura, i suggerimenti corrispondenti alla rispondenza di comuni intenti. Se ho cominciato pian piano a dipingere le mie “piccole visive” il merito è certamente suo oltre che al compianto e amico Roberto Sanesi. Per questo non finirò mai di ringraziarlo. Quindi, cari lettori, mi pare ora il caso di tracciarvi la sua biografia essenziale, più importante, in quanto scrivere tutto riempirebbe pagine su pagine:   (Elpidio, qui metterei la sua biografia in neretto che ti ho mandato in allegato, naturalmente in un paio di corpi più piccola)

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Carlo Iacomucci nasce a Urbino (PU) nel 1949, vive e opera a Macerata.  www.carloiacomucci.it

Con  serietà e costanza ha potuto  per gradi e per avvio naturale avvicinarsi alla grande tradizione della scuola urbinate che porta avanti da circa 40 anni. Nella sua città natale riceve la prima formazione artistica e culturale presso l’Istituto Statale d’Arte, meglio noto come Scuola del Libro. Tra il 1969 e il 1970 vive a Roma dove frequenta stamperie d’arte, studi e ambienti artistici, maturando la passione per l’incisione e, in modo particolare, per l’acquaforte. Si iscrive quindi al Corso Internazionale della Tecnica dell’Incisione Calcografica che si tiene a Urbino.   La necessità di approfondire lo stimola poi a frequentare per soli due anni la sezione di pittura dell’Accademia di Belle Arti ad Urbino.  Nel 1973 inizia la sua esperienza didattica che prosegue fino al 2008: insegna Discipline pittoriche ed Educazione Visiva all’Accademia di Belle Arte di Lecce, poi al Liceo Artistico Statale di Varese ed infine all’Istituto Statale d’Arte di Macerata.

-Tra  gli anni ottanta ed i primi del duemila, per brevi periodi, si sposta all’estero;  realizza disegni a china e acquerelli a Parigi, Praga e, in particolar modo, a Londra, dove  rimane affascinato dal quartiere “Portobello Road-Notting Hill”.

-Nel 1993 riceve a Terni il Premio Internazionale S. Valentino d’Oro per la sezione delle Arti Visive come “Messaggio d’Amore”.    Sempre in questo anno viene inserito nel repertorio degli incisori italiani censiti sul territorio nazionale a cura del Centro Culturale del Comune di Bagnacavallo (RA).   Nel 1995 alcune sue incisioni entrano a far parte della prestigiosa Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco di Milano.

-Pubblica un libro d’arte sulle sue incisioni dal 1971 al 2000 dal titolo: “ Un nuovo e sempre antico “Paesaggio dell’Anima”a cura di Floriano De Santi con testi antologici di Vittorio Sgarbi e Pietro Zampetti, edito dalla Fondazione  “Il Pellicano” Trasanni di Urbino.

-Tra le tante mostre  segnaliamo nel 2003 la personale “Le Carte dell’Arte-The Papers of Art” a cura di George Raso e Pacific Valeriote, Gallery Giorgio’s – Guelph Ontario Canada.

– Ha realizzato delle illustrazioni originali di vedute di Macerata ai tempi di Padre Matteo Ricci del 1500 per la mostra “Europa am Hofe der Ming” del Gesuita Maceratese allestita presso il Museum Für Ostasiatische Kunst Staatliche Museen di Berlino. (Alcune illustrazioni sono state anche riprodotte nel prezioso libro-catalogo tradotto in lingua tedesca, edito da Mazzotta).

-L’onorificenza di Cavaliere al Merito Artistico e Culturale della Repubblica conferitagli con decreto del Presidente della Repubblica Italiana nel 2011.

-Ha realizzato un’edizione d’arte a tiratura limitata contenente un’acquaforte originale dal titolo “La Scena Ideale” con un testo critico del poeta Francesco Scarabicchi per l’Associazione Culturale La Fenice per il Premio Senigallia di Poesia “Spiaggia di Velluto 2006”, e per l’occasione riceve dall’Amministra­zione Comunale la medaglia d’oro come autore dell’edizione d’arte che accom­­pagna le cento copie in edizione speciale del volume “Ethanol” vincitore della ventiseiesima edizione.

-L’invito alla 54^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia-Padiglione Italia per Regioni,  a cura di Vittorio Sgarbi, per le Marche sede espositiva ad Urbino Orto dell’Abbondanza;

-Nei diversi anni della sua attività artistica, Iacomucci ha sempre nutrito un vivo interesse per gli ex-libris, pertanto viene segnalato tra 20 artisti internazionali dallo storico degli ex-libris Giancarlo Torre e alcune sue opere sono state inserite nel libro d’arte edito da Artur Mario Da Mota Miranda “Contemporary International Ex-Libris Artists” in Portogallo.

– Nel 2012 mostra personale: “Oltre lo spazio e il tempo” organizzata dal Centro Studi “Carlo Crivelli” in collaborazione  con il Comune di Massa Fermana a cura dello storico dell’arte Prof. Stefano Papetti.

-Ha realizzato un’edizione cartella d’arte a tiratura limitata ” Il Cielo d’Assisi”  con  poesie di P. Stefano Troiani contenente un’acquaforte originale dal titolo “Laudato Sii…., con un testo critico di Mariano Apa, edita dall’Istituto Internazionale di Studi Piceni  di  Sassoferrato.

– 2013 mostra Personale: “Il segno dinamico” a cura del critico d’arte Silvia Bottaro, Antica Chiesa del SS.Crocefisso, Vico Pancellorum Bagni di Lucca (paese d’arte crocevia di artisti).

Recentememte è stato presentato presso la Libreria Del Monte di Macerata il nuovo libro d’artista“Armonie e Contrappunto”, curata dal grafico editore  Acerbotti, con un testo critico di Mauro Carrera di Parma, ( edizione limitata in15 esemplari stampati più 5 prove d’autore; ciascuna copia è impreziosita da un’opera originale firmata dall’artista).

 

 

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