CULTURA

Annitta Di Mineo nella sua ultima plaquette “Il tempo non ha rughe – poesie del divenire” mostra una grande maturità

Annitta Di Mineo nella sua ultima plaquette “Il tempo non ha rughe – poesie del divenire” mostra una grande maturità

di TIBERIO CRIVELLARO

Annitta Di Mineo, nativa di Catania, ora professoressa di un liceo sperimentale di Gallarate. Nella sua ultima plaquette “Il tempo non ha rughe – poesie del divenire” (C.A.S.A Edizioni, Saronno) con l’introduzione di Vincenzo Guarracino e una nota critica di Antonio Grassi, mostra una maturità che risente di anni di lavoro.

Il tempo, per lei, è scena inesauribile per “cristallizzare” sulla carta versi modellati ad arte, oltre a rapportarsi in una continua ricerca che, come affermava Freud, la scrittura è avventura, emozione, pulsione. In tal senso la Di Mineo si muove con abilità attraversando ogni corrosività del quotidiano non lasciando svelare troppo  le inquietudini. I suoi versi sembrano apparentemente amabili: “All’uomo clessidra/ il granello/ che lo separa dal nulla/ non sembra più infinito”.

Appare, piuttosto, intenta a “devastarsi” in similitudine di certe poesie leopardiane. Versi brevi, ma efficaci, un corpus che riporta l’ermetismo Ungarettiano, quali: “Cielo/ senza stelle/ è un drappo funebre”. In Anna/Soffio a pag. 65, troviamo un bell’esempio di un passato che ritorna: “In un pomeriggio/ di maggio piovoso/ la madre ottuagenaria/ con occhi lacrimevoli”, e “Alla figlia/ sorella/ che ne porta il nome/ mentre ascolta tremano carni/ con la pietà/ giungono gocce di pianto”.

A pag. 47: “Lacrima senza attracco/ ancora in terra desolata”, traluce un dantesco rimpianto della lontananza dalla “terra natia”, che…”ai naviganti n’tenerisce il core”. Sia questo uno dei dolori che intimamente custodisce? Esemplare: “Ho raccolto la tua ultima/ lacrima”. E quali speranze inconfessabili? Forse l’esemplare: “Chiarore/ nel cielo del tramonto”.

Questa raccolta trasuda, tergi-versa riservatezza nascosta senza indugi o divagazioni.  Annitta di Mineo sembra “confinata” nell’aridità desertica del Nord (dove opera) in netto contrasto alla fecondità del Sud. In fondo rimane siciliana. Una terra di grandi poeti e scrittori. Ella è poetessa che non ha bisogno di esibirsi, come certuni che si credono al centro dell’Universo, ahimè restando ai bordi della banalità.

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ANNITTA DI MINEO

IL TEMPO NON HA LE RUGHE

C.A.S.A Edizioni – Saronno (VA)

 

 

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