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La strage alla Lanterna Azzurra: nuovi accertamenti per far chiarezza sulle cause

La strage alla Lanterna Azzurra: nuovi accertamenti per far chiarezza sulle cause

Questa mattina gli esperti del Racis ed un consulente del pubblico ministero torneranno a Corinaldo

CORINALDO – Questa mattina gli esperti del Racis ed un consulente del pubblico ministero torneranno all’interno della Lanterna Azzurra, la discoteca di Corinaldo dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre sono morte sei persone – cinque adolescenti ed una giovane mamma –  per approfondire i campionamenti delle sostanze che hanno provocato il fuggi fuggi all’origine della calca che ha poi causato la tragedia.

Un primo sopralluogo c’era già stato la mattina del 21 dicembre, alla presenza dello stesso pubblico ministero. Ad un mese dalla tragedia prende campo anche l’ipotesi che, per meglio ricostruire quanto avvenuto all’interno della Lanterna Azzurra, potrebbe essere fatta perfino una simulazione virtuale in 3D, utilizzando anche i video girati da alcuni dei giovani presenti quella notte e consegnati – nei giorni successivi – ai carabinieri.

Purtroppo gli aspetti da chiarire sono ancora tanti. L’attenzione dei magistrati della Procura della Repubblica di Ancona è posta in primo luogo sulla regolarità della rampa in cui hanno perso la vita, anche in seguito al cedimento della balaustra laterale, sei persone. Si tratta infatti di uno scivolo in cemento che termina con degli scalini che non dovevano esserci. Eppure gli organi preposti di Corinaldo avevano dato ugualmente l’autorizzazione alla struttura.

Non secondario neppure il numero dei biglietti venduti e – soprattutto – delle persone presenti all’interno della discoteca al momento della tragedia.

All’esame dei periti incaricati dalla Procura di Ancona anche l’adeguatezza dei locali, degli impianti interni e di tutte le uscite di sicurezza (non solo quella in cui sono morte le sei persone), rispetto all’autorizzazione per l’attività di pubblico spettacolo che è stata rilasciata alla Magic Srl il 20 ottobre 2017 dall’Unione dei Comuni Misa-Nevola.
I magistrati della Procura anconetana hanno anche chiesto ai periti indicazioni sul funzionamento delle luci d’emergenza, sull’ancoraggio della balaustra che ha ceduto e, soprattutto, sulle condizioni della stessa, i cui resti sono rimasti a terra, dopo il cedimento.
Al momento gli indagati sono dieci. Si tratta di Marco Cecchini, il dj presente in sala la notte della tragedia, figlio di Quinto Cecchini, uno dei soci della Magic srl, la società che gestisce la discoteca (anche lui indagato); il responsabile della sicurezza Gianni Ermellini, di Mercatino Conca; i tre gestori della discoteca (i due soci della Magic Srl Carlantonio Capone e Quinto Cecchini e l’amministratore unico Francesco Bartozzi) ed i proprietari della struttura (Alberto Micci, i suoi nipoti Marco e Letizia Micci, e la loro mamma Mara Paialunga). Per tutti l’accusa (concorso in omicidio colposo aggravato) è la stessa ipotizzata, fin dal primo momento.

Va ricordato che nell’inchiesta è indagato anche un ragazzo di 17 anni, sospettato di avere usato quella tragica notte dello spray al peperoncino. Ma lui – come hanno più volte ribadito i suoi avvocati – continua ad affermare che quella tragica notte, alla Lanterna Azzurra, non c’era.

 

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