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Una convincente opera teatrale di Arthur Miller portata in scena al Gad dalla Piccola Ribalta di Pesaro

Una convincente opera teatrale di Arthur Miller portata in scena al Gad dalla Piccola Ribalta di Pesaro

di PAOLO MONTANARI

PESARO – Erano tutti miei figli di Arthur Miller è stata portata in scena con grande successo di pubblico dal Teatro di Pesaro La Piccola Ribalta, penultima opera in calendario per il Festival Gad 2018. I registi Mario Cipollini e Antonella Gennari con la scenografia ideata dall’attore-regista Francesco Corlianò, hanno saputo rendere molto bene l’atmosfera socio-politica dell’America fine anni Quaranta e anche il cast di attori ha reso al meglio a livello interpretativo questo dramma “moderno”.

  • Mario Cipollini, perché la scelta di questo testo di Arthur Miller?

“Erano tutti miei figli  del 1947, è un’importante riflessione sulle guerra appena conclusa e delinea la ricaduta personale e di coscienza individuale che il conflitto bellico ha generato. La vicenda pone al centro la famiglia Keller, scossa dal ritorno di Ann, un tempo fidanzata del primogenito dei Keller, disperso in guerra, e figlia dell’ex socio di Joe Keller. Ann è stata invitata da Chris, l’altro figlio dei Keller. I due ragazzi sono segretamente innamorati e vorrebbero sposarsi, ma per poter portare avanti il loro progetto di vita dovranno fare i conti con le resistenze dei loro familiari”.

  • Dunque un romanzo sulla guerra?

“Più che sulla guerra in sé dunque il testo s’incentra sui suoi retroscena. Alla generazione dei figli/reduci/sopravvissuti si contrappone quella dei padri, che non hanno fatto la guerra, ma hanno fatto soldi sulla guerra. C’è uno scontro di valori tra chi è andato a combattere per un ideale e chi con cinismo ha sfruttato la situazione per arricchirsi. Questa attenzione al tema del profitto rende il testo a nostro avviso provocatorio e stimolante e l’accusa rivolta da Chris ai genitori “POTETE ESSERE MIGLIORI, interroga lo spettatore di ieri come quello di oggi. I temi trattati dal testo sono quindi temi molto forti, come quello della menzogna, della colpa, e delle conseguenze di un comportamento ipocrita. Questo risulta essere un altro aspetto particolarmente interessante nella struttura dello spettacolo, all’inizio caratterizzato da toni leggeri che si mantengono per gran parte del tempo; ma quando la verità comincia ad emergere, ci si rende conto di come le conversazioni così composte e garbate in realtà nascondano tutta l’ipocrisia e le disonestà di fondo, ma anche la sofferenza di coloro che sono ancora attaccati e delle illusioni solo per non dover affrontare la realtà dei fatti, realtà che assumerà nel finale le caratteristiche della tragedia”.

  • Erano tutti miei figli è una sorta di monito, che lo stesso autore scrive?

“Il delitto in, Erano tutti miei figli, non sta per essere commesso , e nessuno dei personaggi può far nulla per attenuarne le conseguenze: il male che è stato fatto è irreparabile. Moralità, è probabilmente un termine impreciso, ciò che volevo raggiungere era il fatto straordinario che le conseguenze delle azioni sono reali quanto le azioni stesse, eppure raramente le prendiamo in considerazione quando agiamo”.

(Le foto sono di Marta Fossa)

 

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