CULTURAMARCHE

Roland Gori non si ferma a Freud e Lacan e nel suo ultimo libro analizza anche gli apparati del potere

Roland Gori non si ferma a Freud e Lacan e nel suo ultimo libro analizza anche gli apparati del potere

di TIBERIO CRIVELLARO

Dopo “la dignité de penser”, “L’individu  ingouvernable “, “Faut-il renoncer à la liberté pour ětre heureux?”. “ Un monde sans esprit” e “La fabrique des inposteurs” tutti recensiti da Altro giornale Marche, Roland Gori, psicoanalista tra i più importanti, non si ferma solo a Freud e Lacan ma analizza gli apparati del potere.

In questo suo ultimo libro “La nudité du pouvoir –Comprendere le moment Macron” (Edizioni LLL) analizza quella specifica politica di che sembra condurci “ a une nouvelle invention” di altre forme di totalitarismo. Gori esplora efficacemente, dopo essersi particolarmente occupato del “cancro” delle multinazionali e dell’inerzia dei popoli, “l’apoteosi” del primo politico francese. Tal Emmanuel Macron e…macronismo. Ma chi è Macron? Quale personaggio veramente incarna? Certamente un doppiogiochista. E Gori fa bene ad occuparsene. “La nudité du pouvoir” (La nudità del potere) evidenzia le varie nefandezze. “Stiamo vivendo”, afferma l’autore, un momento politico praticamente nuovo le cui elezioni di Macron sono il simbolo di un’accelerazione del tempo presente che mostra mille contradizioni e pericoli. I politici non sono più quelli di un tempo, ma calcano la scena del loro tempo sostenendo ideologie e populismi. C’è alla presidenza francese un giovane praticamente sconosciuto, seducente, accogliente, ma autoritario, un abile negoziatore assai compromesso nei “tradimenti”. Si occupa di affari per nulla puliti. E costui sarebbe un filosofo? filosofo di che, di che cosa? Un falso pensatore, tanto che  “monsieur” Macron sembra apparire una figura eroica che tuttavia, se ne “frega” dei valori del debito, della giustizia, dell’ineguaglianza a favore della sua ridicola performance. Un abile prestigiatore anche se il suo specchio gli rimanda qualcosa di mefistofelico; illusorio e malandrino. E’ riuscito (con l’ingenuità delle masse e attraverso i media a presentarsi come uomo nuovo navigando l’onda della dégagisme (“in modo disinvolto”) sfruttando il suo successo con le vecchie ricette berlusconiane del neoliberismo.

Questo “tizio”, rassomiglia molto ai fantocci del nostro governo. Il suo marchio di fabbrica è la destra anti-sociale autoritaria. Il potere di Macron da l’illusione di superare “il vecchio” andazzo politico con una arrogante statalizzazione. Nel frattempo anche l’Europa scricchiola, scivola nella crisi del secolo. Per attuare questa politica di faccendiere norme strutturale, Macron costruisce metodicamente un sorta di edificio verticale sostenuto da un’architettura digitale di “governo” fatto di individui; una massa invitata a trasformarsi in auto-imprenditori di se stessi. Una concezione “buonapartista”  con una visione neoliberista? Tutti questi “standard” di vita per la logica dei mercati finanziari. L’apparato statale a quale sostegno provvede? Lo fa da un lato con l’autorità delle sue agenzie facendo spawning attraverso i social network privilegiando corpi intermedi che il potere favorisce.

In un Palazzo di “ghiaccio” dove l’immagine del Presidente si piega in mille distorsioni. La sfida è che riuscirà “La France”  nelle competizioni internazionali a condizione di un’ibridazione tra la tecnologia statale e le regole di un mercato globalizzato per mezzo di un apparato autoritario supportato dagli algoritmi (?). Scommessa altamente rischiosa, afferma l’autore. Intanto la Germania, l’Italia e altri Stati europei starebbero con le mani in tasca? Da questo punto di vista l’autore dichiara che questa politica rischia di condurre a un nuovo sistema totalitario. Questa gestione “algoritmica” di controllare le masse attraverso un marchio neoliberale trasforma il soggetto umano ad abbracciare nuove oligarchie per la gloria delle nuove tecnologie, verso una ulteriore povertà sociale. Un’attenta analisi politica propone una riflessione sulla natura di una prossima origine della caduta dei poteri.  L’attuale paradigma politico è in uno stato di esaurimento.

In fin dei conti “il Reuccio” è una pianticella orticaria. Si è in un tempo senza un’analisi psicopatologica e sociale, un ulteriore rapporto ammalato di potere. Il desiderio di democrazia presuppone del coraggio, coraggio comune e fraterno per poter dire insieme che “L’Imperatore è nudo”. Macron non ha inventato nulla di positivo, Ha copiato i peggiori schemi internazionali del neoliberismo. E la Francia? Uno stato che forse rimpiange la passata “Rivoluzione francese?”. Ma ora essa ha girato il timone a destra in una caravella alla deriva. Anzi di una “galera” colma di schiavitù che rema per la nudità del Re. Roland Gori è psicanalista e Professore onorario e Presidente dell’Associazione “Appel des Appel. Presso la casa Editrice Liens qui Libèrent ha pubblicato almeno una ventina di opere.

 

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