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La contraffazione dei prodotti del Made in Italy valgono ogni anno un fatturato da 60 miliardi di euro

La contraffazione dei prodotti del Made in Italy valgono ogni anno un fatturato da 60 miliardi di euro

Dal finto pecorino al wine kit del Verdicchio: il procuratore Carlo Caselli giovedì alla Mole Vanvitelliana di Ancona per il convegno della Coldiretti su agroalimentare e legalità

ANCONA – L’agropirateria e la contraffazione di prodotti del Made in Italy valgono ogni anno un fatturato da 60 miliardi di euro. Un fenomeno, quello dell’italian sounding, che non risparmia le Marche. L’elenco del cibo fake è davvero lungo: tra falsi pecorini e vino bianco comune spacciato per Verdicchio dei Castelli di Jesi, che addirittura in Canada viene venduto con un wine kit che nulla ha a che fare con il vero vino. Figuriamoci con la doc più premiata dalle guide di settore.

Di questo si parlerà alla Mole Vanvitelliana giovedì 8 novembre (dalle 10) con la presenza del procuratore Gian Carlo Caselli, attuale presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio nazionale sulle agromafie, nel corso di un convegno dal titolo “L’agroalimentare italiano punta sulla legalità” organizzato da Coldiretti Marche. Con Caselli, sul palco come relatori anche Stefano Masini (capo area Ambiente e Territorio Coldiretti Nazionale), il comandante del Nas delle Marche, Sandro Sborgia e Antonio Iaderosa, direttore dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari per Marche, Emilia Romagna e Lombardia). A chiudere le conclusioni di Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. “Il grande valore economico e culturale del nostro agroalimentare – spiega la Gardoni – ha paradossalmente un suo rovescio della medaglia che si manifesta nel vizioso operato delle agromafie le quali, sfruttando la fertilità della filiera del cibo, danneggiano produttori agricoli e cittadini. I fenomeni distorsivi del mercato, la concorrenza sleale e l’illegalità compromettono ogni giorno il nostro settore così importante per la crescita e la stabilità dei nostri territori.

Dal terreno alla distribuzione, le attuali strutture normative a livello nazionale, comunitario e internazionale stanno giocando un ruolo chiave nella proliferazione dei fenomeni distorsivi. Il mercato del cibo ha bisogno di regole giuste che possano definirlo libero e trasparente. Per questi motivi è sempre più urgente l’approvazione della riforma dei reati agroalimentari che ha la finalità di rivedere l’intera materia penale riguardante il settore, la piena attualizzazione dell’etichettatura di origine, il rifiuto di ogni processo che implichi l’omologazione produttiva, l’efficientamento dei controlli e l’attuazione di sanzioni adeguate”. Sarà l’occasione, insomma, per approfondire i temi della ricchezza del nostro paniere agroalimentare (nazionale e regionale), vedere dal vivo un’esposizione di falsi Made in Italy, conoscere le azioni di repressione degli organi preposti con esempi che arrivano proprio dalla nostra regione e non mancheranno anticipazioni rispetto al report 2018 che l’Osservatorio pubblica ogni anno.

 

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