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Al Teatro Gentile di Fabriano l’omaggio dei cantori della Città Futura a Gioachino Rossini

Al Teatro Gentile di Fabriano l’omaggio dei cantori della Città Futura a Gioachino Rossini

di PAOLO MONTANARI

FABRIANO – Si conclude nel migliore dei modi l’omaggio al 150esimo della morte di Rossini da parte del Coro della Val del Foglia, della Città Futura, con un bel Barbiere di Siviglia di Rossini nel magnifico Teatro Gentile di Fabriano. L’opera su libretto di Cesare Sterbini è stata portata in tournée nei maggiori teatri marchigiani, Fabriano, Cagli, Matelica, Urbino, e al teatro La Regina di Cattolica.

Se è vero che il Barbiere di Siviglia, con la Rossini Renaissance, non rappresenta da solo il mondo rossiniano, come per molti anni  si è pensato e diffuso nell’immaginario collettivo, è vero però che è l’opera più conosciuta ed amata del cigno di Pesaro.

Rossini la compose in 13 giorni, vi è chi dice 19 giorni, in ogni caso due date impressionanti per un genio come lui, che dell’ozio si era in parte fatto prendere, oltre alla depressione innata, che seppe mascherare per tutta la vita. Il Barbiere di Siviglia per la regia di Roberto Ripesi, basso buffo nel ruolo di don Bartolo, uno dei personaggi che più ama, ha evidenziato ancora una volta come il cantante  marchigiano, che ha interpreto tanti ruoli, in più di cento opere liriche, prediliga i personaggi rossiniani e quel dottor Dulcamara di donizettiana memoria che è il suo cavallo di battaglia.

Ma parliamo del Barbiere di Siviglia visto al Gentile di Fabriano, uno dei tempi della lirica nazionale, dove nel 1883 venivano eseguite nella stessa serata pagine selezionate di due opere spesso verdiane. Un teatro che il maestro Riccardo Muti ha esaltato per la sua acustica.

La scenografia tradizionale ha rispettato i canoni della messinscena rossiniana, in cui spazio e tempo sono semplici e si da più libertà al canto. Essenziali dunque le scenografie in parte fisse e gli oggetti. Una variante voluta dal regista Roberto Ripesi, l’uso più chiaro scurale delle luci, che contrasta con il Barbiere già messo in scena dallo stesso Ripesi e soprattutto con la scenografia en plain air di Pier Luigi Pizzi nel Barbiere del Rof 2018. Il tono meta drammaturgico da un punto di vista scenico scelto da Ripesi, che risente dell’influsso di Ronconi, sempre per un Barbiere pesarese, è stato intenzionale, perché il cantante-regista ha voluto rispettare lo stato d’animo di Rossini, dopo il fiasco solenne della prima al teatro Argentina di Roma, Rossini capì che la congiura dei tifosi di Paisiello gli avrebbe lasciato una ferita che non si sarebbe mai rimarginata.

E Ripesi da grande e sensibile conoscitore rossiniano ha rispettato questo stato d’animo e lo ha trasmesso ai personaggi, ad iniziare don Bartolo, che pur evidenziando sequenze di vis comica, come lo svenimento, mantiene ferma una caratterizzazione semi seria che in Ripesi è spontanea.

Altrettanto si dica di don Basilio, con il bravo Ken Watanabe, anch’egli come don Bartolo personaggio della commedia dell’arte. Poi il servo, il Figaro della situazione, furbo, imbroglione, ma non cattivo, come diventerà nel teatro del Novecento come in Servo in scena, D’altronde Rossini non arriva mai agli eccessi caratteriali, preferisce semmai dare spazio alla creatività musicale: i crescendi, i recitativi, che Ripesi ha annullato nel Barbiere fabrianese. Daniele Girometti si è immerso in questo Figaro imbroglione, innamorato dei soldi, ma fedele al suo padrone. Civettuola con buone vocali il soprano Julija Samsonova-Khayet, che si è mossa molto bene nel palcoscenico. Un plauso particolare al bravo Carlo Giacchetta nel ruolo del Conte d’Almaviva.

Poi una brava Berta, interpretata da Daniela Bertozzi, a cui Rossini dedicò, pur essendo un personaggio comprimario, un’aria che è divenuta celebre nel repertorio belcantistico. Bravo e convincente Guglielmo Ugolini nel ruolo di Fiorello e Oliver Mani nel ruolo dell’Ufficiale. Molto buona la direzione d’orchestra del maestro Stefano Bartolucci e l’orchestra Raffaello. Una menzione al coro della Città futura, che ancora una volta ha dimostrato serietà e professionalità.

(Le foto sono di Flavio Mezzolani)

 

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