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La Vuelle non infiamma più i cuori come una volta, ma nel futuro di Pesaro non c’è solo il buio

La Vuelle non infiamma più i cuori come una volta, ma nel futuro di Pesaro non c’è solo il buio

di GIUSEPPE CRISTINI*

PESARO – Serviva forza carattere e determinazione;  questa è la premessa ufficiale della partita svolta ieri all’Adriatic Arena tra Pesaro e Milano.

La Vuelle Pesaro, è  purtroppo una squadra abituata alle sconfitte. Spiace vedere che gli schemi di gioco non esistono e che non vengono  neanche percepiti . Quasi mai visto in partita,  un giocatore libero dall’arco dei tre punti.

Difesa inesistente,  e manca quella cattiveria che serve,  quel carattere che deve venire fuori da chi è in difficoltà.

Ancellotti che non sa dove prendere posizione,  che resta sempre a metà campo nei rientri, le individualità degli americani,  che vanno di testa propria senza una visione di gioco.

Un pubblico che non si alza più in piedi neanche per tifare Vuelle,  capace di critiche e senza più fiato in gola come una volta, ed una mezza bandiera che sventola a malapena.

Chi si salva  è solo la società, che ci mette cuore,  anima e portafoglio. Ario Costa un gigante,  non solo per la sua altezza, Cioppi che fa miracoli ogni estate,  ed Elio Giuliani un manager meraviglioso e sensibile, pronto a svettare a  piu’ alti livelli. Ed  grazie a loro se oggi Pesaro ha buona attrattività.

Di riflesso,  un Cedro Galli, al quale ho detto bravo lo scorso anno per la scossa data la squadra nelle ultime partite di campionato; ma ad oggi devo riconoscere grandi lacune per un   allenatore da massima serie. Vergognoso il suo  richiamo in panchina del giovane Shashkov, beccandosi l’ilarita’ del pubblico.

Colgo involuzione sia nel gioco che nella mentalità dei giocatori, che mostrano sempre più insicurezza  e immaturità soprattutto contro le grandi;  contro Milano c’era già rassegnazione dalla fine del primo tempo.

Gli accordi di società della Vuelle con Milano sono linfa vitale per il futuro della Pesaro basket City e certe critiche sui social sono assurde immotivate e banali;  che poi Milano sia di un altro pianeta tutti lo sappiamo, ma certi movimenti imbarazzanti in campo di Monaldi e  Ancellotti irritano veramente e  partita chiusa dopo 10 minuti con  Milano che porta a referto tutta la squadra.

Tutto pare cambiare nel secondo tempo;  Cedro Galli toglie la giacca,  ma è solo un lampo perché Milano non spinge sull’acceleratore e non vuole infierire.

Ciò  che distrugge è la rassegnazione,  in primis del pubblico,  ancor prima della squadra.

Giocatori pavidi che quando tirano sono quasi sicuri dell’errore;   non ci aspettavamo la vittoria contro una Milano mostruosa,  che nella semplicità altruistica degli schemi, insegna come si gioca. .

Ma  mostrare di essere già sconfitti in partenza è gravissimo ed imbarazzante. Una Milano che scherza con Pesaro  e in scioltezza va avanti anche di 20 punti.

La società sta facendo il possibile ma il pubblico di Pesaro deve metterci più cuore; alla società dico il fair play finanziario è basilare, ma le motivazioni e  la voglia di osare della squadra non possono essere così bassi.

Infine devo rimarcare la decadenza della classe arbitrale nel nostro campionato, soprattutto quando si presentano a Pesaro ” i divetti del fischietto” inadeguati ed  incompetenti ed in lotta tra loro per un protagonismo personale irritante, ma  solamente per ritagliarsi una piccola convocazione in Europa.

Ne fuoriesce  soprattutto una classe arbitrale forte con i deboli e debole con i forti, con una supponenza plateale. Dico al designatore di non dormire sul divano la domenica  pomeriggio, ma di andare egli stesso a visionare le “amenità da superman” che si arrogano certi arbitrucoli.

Punteggio mai  in bilico,  con buona volontà nel secondo tempo della squadra,  ma con le solite castronerie della difesa;  tanti 2 + 1 concessi che determinano una notevole immaturità caratteriale di certi giocatori.

Purtroppo la Vuelle non infiamma più i cuori come una volta e me ne dolgo,  il pubblico deve tirare fuori le palle e il fiato.

Certo ci vuole un leader in campo,  un gladiatore gregario,  uno che sputa sangue.  Forse con questo spirito che si infonde nell’animo di tifosi,  anche certe sconfitte saranno meno amare.

*Narratore del gusto e della bellezza

QUI SOTTO UN BREVE VIDEO

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