Grande interpretazione a Rocca Costanza di Daniele Pecci ne La morte della Pizia di Durrematt
Grande interpretazione a Rocca Costanza di Daniele Pecci ne La morte della Pizia di Durrematt
di PAOLO MONTANARI
PESARO – Una serata dedicata alla vera cultura quella classica e del mito greco, che nel nostro tempo di globalizzazione e frammentarismo allo stesso tempo, non si perde in una damnatio memoriae. E gli spettatori pesaresi e non,nonostante il caldo afoso, sono venuti per ascoltare la bella interpretazione di uno degli attori più popolari e amati del piccolo schermo ma anche del teatro, Daniele Pecci, che in un’ora e mezzo di spettacolo, accompagnato dalla violoncellista Chiara Di Benedetto, è calato nei personaggi di uno dei miti greci più conosciuti e misteriosi. Edipo. Un personaggio controverso,amato e disprezzato, anche dai drammaturghi, da cineasti come Pasolini, e soprattutto da quella stagione psicanalitca che da Freud è giunta fino a Lacan.
Titolo della performance teatrale, che in realtà è stata una lettura de La morte della Pizia di Friedrich Durrematt, che ha saputo cogliere i sentimenti, le emozioni, del capolavoro della tragedia greca e Daniele Pecci ritrasmettere con una pluritonalità interpretativa,verso gli spettatori estasiati nonostante il difficile testo teatrale. E’ questa la magia del teatro, per il contatto diretto, come affermava Arnhaim fra attore e pubblico e che si rinnova ad ogni messinscena. Per Marta Fossa, docente di lettere del Liceo Scientifico Marconi di Pesaro: ” la recitazione di Daniele Pecci è stata perfetta, che si è cimentato in un racconto breve che incanta grazie all’altrettanto eccellente penna di Durrenmatt. Il testo breve contiene uno spessore elevatissimo, un’analisi di intelligenza smisurata, un acume chirurgico. E la lettura di Pecci aggiunge tanto ad un testo già di per sè perfetto, conferendo un piacere insolito ed immediato, che segue anche dopo, quando il pensiero quasi stregato, inevitabilmente ci torna”. Le belle ed elogiative di Marta Fossa, rappresentano le emozioni collettive percepite fra il pubblico. Ma quel che a noi interessa è principalmente è la reinterpretazione che Pecci ha fatto del mito. E’ possibile presentare Edipo a teatro? E’ questo l’interrogativo che ci poniamo, di fronte all’ universalità delle domande esistenziali che questa tragedia greca contiene? Si come fu allora nel IV secolo a,c, è possibile anche oggi, con scenografie diverse, nude e spesso essenziali, che manifestano i conlfitti umani, padre figlio e madre, che uno studioso come Massimo Recalcati sta facendo venire fuori in una cultura quella contemporanea spesso distratta e asistematica.
(Le foto di scena sono di Marta Fossa)
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