CRONACAIN PRIMO PIANOMARCHE

L’ordigno bellico rinvenuto a Fano è stato neutralizzato e rimosso, con un intervento molto delicato, dai palombari della Marina e dagli artificieri dell’Esercito

L’ordigno bellico rinvenuto a Fano è stato neutralizzato e rimosso, con un intervento molto delicato, dai palombari della Marina e dagli artificieri dell’Esercito

FANO – Sono stati i militari delle Forze Armate a neutralizzare e rimuovere, con un intervento molto delicato e di particolare difficoltà, l’ordigno bellico della seconda guerra mondiale ritrovato durante i lavori sul lungomare di Sassonia, a Fano, per la realizzazione di uno scolmatore.

L’intervento è stato compiuto dagli artificieri dell’Esercito del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore (Bo) e dai Palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN) della Marina Militare.

L’ordigno era stato trovato in un cantiere aperto per i lavori di prolungamento degli scolmatori a mare ed è stato innescato accidentalmente durante le escavazioni.

Gli artificieri dell’Esercito, in coordinamento con i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei del COMSUBIN della Marina Militare, hanno individuato e riconosciuto l’ordigno, ovvero una bomba d’aereo inglese MK6 da 500 libbre. Il particolare dispositivo d’innesco prevede un ritardo d’armamento compreso tra le 6 e le 144 ore e, per tale ragione, l’intervento di bonifica rappresentava un grave pericolo per il vicino ospedale di Fano impossibile da evacuare completamente.

La Prefettura di Pesaro e Urbino ha disposto e coordinato l’intervento di bonifica d’urgenza che ha previsto un raggio di sgombero orizzontale di 1.816 metri, di 1.392 metri per quanto riguarda quello verticale e di 2.500 metri per lo specchio acqueo antistante al luogo di rinvenimento. Tali criteri di sicurezza hanno imposto di bloccare la Ferrovia Adriatica e di evacuare circa 23.000 persone attraverso il coordinamento delle forze dell’ordine, supportate da personale del 28° reggimento dell’Esercito Italiano.

Tuttavia non potendo sgomberare completamente il locale ospedale l’intervento di bonifica è stato dichiarato di massima urgenza allo scopo di tutelare la salute dei degenti e del personale della struttura sanitaria.

Dopo una lunga, meticolosa ed estenuante attività notturna gli artificieri dell’Esercito hanno effettuato l’imbragatura dell’ordigno, la pericolosa rimozione e la successiva consegna al personale della Marina Militare che ha provveduto al trasporto lontano dalla costa in mare aperto, a distanza di sicurezza da qualsiasi installazione o rotta navale.

Lì, i palombari della Marina attenderanno le 144 ore previste dal ritardo pirico di costruzione dell’ordigno prima di procedere alla sua distruzione. Tale intervento sarà naturalmente svolto attuando tutte consolidate tecniche e misure tese a preservare l’ecosistema marino.

I palombari della Marina Militare, gli artificieri dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività di bonifica ordigni nel rispettivo settore di competenza e sono in grado di condurre operazioni in qualsiasi scenario operativo, in territorio nazionale come all’estero. Un esempio, anche questo, di come le Forze Armate siano sempre al servizio del Paese.

Nelle foto: l’intervento di recupero, l’imbragatura ed il trasporto in mare aperto dell’ordigno bellico

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