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Dipinti nelle Chiese di Filottrano: sabato la presentazione del nuovo libro di Mario Filippi “Ave, Gratia Plena”

Dipinti nelle Chiese di Filottrano: sabato la presentazione del nuovo libro di Mario Filippi “Ave, Gratia Plena”

Dipinti nelle Chiese di Filottrano: sabato la presentazione del nuovo libro di Mario Filippi “Ave, Gratia Plena”

FILOTTRANO – Si svolgerà sabato 30 dicembre a Filottrano, presso la Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo (La Pieve), la presentazione al pubblico del nuovo lavoro editoriale a cura dello storico Mario Filippi, “Ave, Gratia Plena (L’Annuncio a Maria tra Arte, Storia e Devozione in alcuni dipinti presenti nelle Chiese di Filottrano)”. L’evento avrà inizio alle ore 21.00 e prevede l’intervento, tra altre autorità civili e religiose, di mons. Angelo Spina, arcivescovo dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, e del prof. Gilberto Piccinini, Presidente della Deputazione di Storia Patria per le Marche. Interverrà anche la mezzosoprano filottranese Mariangela Marini (protagonista ormai delle scene musicali anche a livello internazionale) accompagnata all’organo in momenti musicali durante la serata.

“Ave, Gratia Plena”, edito dal Circolo Culturale L’Incontro di Filottrano, è un prezioso lavoro dello storico locale Mario Filippi, da anni impegnato nelle certosine ricerche che puntano alla riscoperta dei tesori storici ed artistici della sua Filottrano. «Da tempo sapevamo che Filippi si stava occupando dello studio di pitture e pale d’altare ancora oggetto di culto o accantonate nei depositi delle chiese filottranesi – ha avuto modo di spiegare il prof. Gilberto Piccinini nella presentazione del volume –. In quest’occasione Filippi fornisce informazioni appropriate su alcune rappresentazioni dell’Annunciazione a Maria presenti nelle chiese di Filottrano e quel che balza all’evidenza è il loro numero, segno di una devozione alla Madonna coltivata nei secoli e tuttora forte, anche per la prossimità di Filottrano al Santuario lauretano che custodisce la reliquia della Casa di Maria, dove avvenne, secondo le scritture, la visita dell’angelo Gabriele”.

Mario Filippi ha al suo attivo una ricca produzione editoriale di oltre 30 pubblicazioni con cui continua ad illustrare ed approfondire da alcuni decenni la storia di Filottrano ed è un prolifico collaboratore del periodico locale freepress “L’Incontro News”.

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La presentazione del Presidente

della Deputazione di Storia Patria per le Marche

Da anni, ormai, Mario Filippi non finisce di stupirci con le sue ricerche mirate alla riscoperta dei tesori storici e artistici della sua Filottrano. Da qualche tempo sapevamo che Filippi si stava occupando dello studio di pitture e pale d’altare ancora oggetto di culto o accantonate nei depositi delle chiese filottranesi. Di alcune aveva fornito importati schede e sollecitato restauri perché potessero essere meglio godute e apprezzate da devoti e studiosi dell’arte.

In quest’occasione Filippi fornisce informazioni appropriate su alcune rappresentazioni dell’Annunciazione a Maria presenti nelle chiese di Filottrano e quel che balza all’evidenza è il loro numero, segno di una devozione alla Madonna coltivata nei secoli e tuttora forte, anche per la prossimità di Filottrano al Santuario lauretano che custodisce la reliquia della Casa di Maria, dove avvenne, secondo le scritture, la visita dell’angelo Gabriele. Un culto dell’Annunciazione risalente ai primi secoli del cristianesimo e che nell’arte ha lasciato testimonianze pregevoli già nelle catacombe romane, moltiplicatesi durante il medioevo e con splendidi risultati nel primo rinascimento ad opera di Beato Angelico, Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Botticelli, Pinturicchio.

A Filottrano la più antica rappresentazione dell’Annunciazione sembra essere quella ritrovata pochi decenni orsono, a seguito dei restauri nella chiesa di S. Cristoforo Martire, definito un vero scrigno d’arte da Pietro Zampetti già da quando, invitato e guidato da Mario Filippi, aveva potuto mettere piede in quello che ancora pochi decenni fa era un magazzino di robe vecchie. L’affresco, risalente al 1569, è di autore ignoto ma che si può ipotizzare vicino alla scuola di Lorenzo Lotto e alla lezione dell’Annunciazione di Recanati del 1532, soprattutto per quel che riguarda le figure della Madonna e dell’Angelo annunciante, con la loro levità e naturalezza, non più statiche come nel passato.

Ai nuovi canoni postridentini si rifà l’Annunciazione nell’altare della Famiglia Perozzi della chiesa di S. Maria Assunta, acquistato sul mercato romano da Angelo Perozzi negli anni di transizione tra Sei e Settecento, così come quella della chiesa di S. Maria di Storaco, ora nei depositi del Museo diocesano di Osimo, databile ai primi anni Trenta del Settecento, tanto strana nella raffigurazione della Vergine ma ancor più dell’Angelo, con le sue forme gigantesche e al tempo stesso gentili.

C’è poi l’Annunciazione della chiesa delle Stimmate, una copia che il pittore osimano Antonio Cappannari poté eseguire dall’originale di Federico Barocci negli anni in cui il quadro era ancora presente nella cappella dei Della Rovere nella Basilica lauretana, da dove sarà sottratto nel 1797 da Napoleone, ora nelle collezioni vaticane. Un quadro realizzato dal Barocci tra il 1582 e il 1584 in un momento in cui urgeva una forte riaffermazione del culto dell’Annunciazione, dopo che con la “Inter gravissimas di Gregorio XIII del 24 febbraio 1582, l’Occidente aveva adottato un calendario che sarebbe iniziato il primo di gennaio e non più, com’era successo per secoli e secoli, il 25 marzo, festa dell’Annunciazione. Un evento che pesò non poco sulle abitudini di vita delle persone e nei rapporti internazionali, poiché il calendario gregoriano fu adottato nel volgere di pochi anni da tutti i paesi cattolici d’Europa. Rimasero escluse le regioni ove aveva preso piede la riforma protestante, molte delle quali si allineeranno nel secondo Settecento, nonché in oriente dove la Chiesa ortodossa ancora segue il calendario giuliano.

Queste ultime riflessioni convincono sempre più della grande vivacità culturale di cui godette Filottrano tra Sei e Settecento e che lasciò tracce profonde nel rinnovamento urbanistico ed edilizio di quella che nel 1790 avrebbe ottenuto da Pio VI il titolo di città. (Prof. Gilberto Piccinini)

 

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