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Esaminati a Loreto i progetti attivati dalle Acli nelle zone terremotate

Esaminati a Loreto i progetti attivati dalle Acli nelle zone terremotate

Nel corso della prima giornata del corso regionale di formazione dedicato alla Rete dei Servizi

Esaminati a Loreto i progetti attivati dalle Acli nelle zone terremotate Esaminati a Loreto i progetti attivati dalle Acli nelle zone terremotate

LORETO – Introdotta dal presidente regionale delle Acli, Maurizio Tomassini, si è svolta a Loreto la prima giornata dell’annuale corso regionale di formazione delle Acli marchigiane, al quale quest’anno ha partecipato il presidente nazionale dell’Associazione, Roberto Rossini.

Il corso si è aperto con il ricordo di due dirigenti regionali delle Acli scomparsi prematuramente nel 2016: il responsabile nazionale dell’Associazione Arte e spettacolo Emidio Cecchini e il presidente regionale delle Acli Francesco Baldoni. Ha preso poi avvio la sessione dedicata ai Servizi promossi dalle Acli, alla loro integrazione e ai problemi aperti dalla legge di riforma del Terzo settore. Dopo l’introduzione del presidente regionale Tomassini e gli interventi di alcuni dirigenti e operatori del Patronato e dal Caf Acli, ha preso la parola il presidente nazionale Rossini.

Alla presenza di oltre cento dirigenti di base, Rossini ha collocato l’azione delle Acli (e dei loro servizi) dentro un quadro generale segnato nel nostro Paese da tre grandi fenomeni (le tre “i”): Invecchiamento, Immigrazione, Innovazione. In una società che sta vivendo un cambiamento d’epoca caratterizzato soprattutto dall’innovazione tecnologica, ma a livello sociale anche da fragilità e paure, individualismo e solitudine, insicurezza e nuove povertà, le Acli devono operare per costruire legami fra le persone e salvaguardare le comunità. Con la propria rete di servizi (dal Patronato al Centro di assistenza fiscale, dal Punto Famiglia all’Ente di formazione professionale, dall’Unione sportiva al Centro Turistico, dall’Ente di Cooperazione Internazionale alla Lega Consumatori) – ha concluso Rossini – le Acli possono e debbono essere una “grande rete di sostegno”, capace promuovere lavoro e di rispondere ai nuovi bisogni espressi da giovani, anziani, immigrati e famiglie.

Nel pomeriggio, la seconda sessione del Corso è stata dedicata al post-terremoto e ai problemi della ricostruzione. Dopo la presentazione dei progetti già attivati dalle tre province colpite e del progetto in corso di elaborazione da parte di un gruppo di giovani del Fermano, ha preso la parola l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. Dopo aver richiamato molti numeri (dai Comuni colpiti alla percentuale delle macerie rimosse, fino al dato relativo agli sfollati che ancora oggi sono 31.000), l’assessore ha affermato che le Marche stanno vivendo la loro crisi più grave dopo la seconda guerra mondiale. Ha riconosciuto che la ricostruzione leggera è in ritardo a causa di un quadro normativo farraginoso e appesantito da un’eccessiva burocratizzazione, ma ha sottolineato i tantissimi cantieri attivi nella ricostruzione di case, strade e scuole. È evidente, però,  che ricostruire case, strade e scuole non basta se non si riesce a far ripartire l’economia e se non si ricostruisce il tessuto sociale dei paesi colpiti dal sisma. E proprio su quest’ultimo versante, ha affermato Sciapichetti, il contributo di una associazione come le Acli, impegnata a promuovere reti di solidarietà, può rivelarsi davvero prezioso.

 

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