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“Ai vini del Conero serve una nuova promozione,  non banale e non improvvisata”

“Ai vini del Conero serve una nuova promozione,  non banale e non improvvisata”

“Ai vini del Conero serve una nuova promozione,  non banale e non improvvisata”

Si riparte dal vitigno, dalla longevità, dal fattore umano, e dal promontorio. Il Rosso Conero, è un vino di mare per piatti del territorio: solo un inadeguato consumatore lo abbinerebbe con il mosciolo di Portonovo, in piena estate e con 40 gradi all’aperto

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“Ai vini del Conero serve una nuova promozione,  non banale e non improvvisata”di GIUSEPPE CRISTINI*

ANCONA – L’occasione per parlare di questo vino, ci viene offerta, da  un incontro con il produttore Giancarlo Polenta, che guida una piccola e bella azienda sulla collina di Portonovo. E lui, senza peli sulla lingua, attacca dicendo: “Il Rosso Conero è un vino che in pochi conoscono,  noi produttori non facciamo squadra, “il marchigiano è ignorante” ognuno vende direttamente, e la promozione è fallimentare.

“Per un periodo con Yes we Conero si dialogava tra noi,  ma adesso si è spenta la luce. Con le uve al valore di 60  euro al quintale,  e bottiglie che trovi in giro a poco più di 2 euro,  dove vogliamo andare”.

“Io vendo, per fortuna, nel mio agriturismo, dove cucino piatti del territorio,  tra tartufo,  sugo di papera, coniglio disossato e cosciotto d’agnello al forno:  questi sono i piatti per il mio Rosso Conero e la mia Riserva. Poi vengono i turisti stranieri che mi acquistano il vino e lo fanno conoscere ad altri amici”.

Nei boschi del Parco Naturale del Conero, ci sono lepri,  caprioli e cinghiali, mica i moscioli o i moscardini. Accipicchia che Poggio  ( Poy in dialetto anconetano )  fantastico, sulla collina di Portonovo;  “ed io  aggiunge Polenta, ci ho creato due vini, che piacciono e vanno per la maggiore”.

“Ai vini del Conero serve una nuova promozione,  non banale e non improvvisata”Da noi i “pastrocchi”  non si fanno,  non esiste nella mia cucina, la bistecca o la tagliata, piuttosto ti faccio due tagliatelle con un bel sugo di rigaglie dei miei  polli ruspanti,  e ad oggi vendo in cantina il Conero Riserva del 2007  (che aggiungo io, sfiora la perfezione sensoriale e gusto-olfattiva ). Mi piace andare in controtendenza.

Che la promozione del vino nelle Marche non funzioni, ne è convinto anche il famoso cardiochirurgo, di valenza mondiale, Marco Pozzi e l’esperta di vini internazionali Denise Black (moglie del professore ), londinese di nascita,  ma marchigiana di adozione,  presenti con me in questo lungo excursus in cantina.

Entrambi sono cittadini del mondo, dove amano portare in alto il nome della marchigianità a tutto tondo, e sostengono,  che nella nostra regione manca il marketing.

“Abbiamo nelle Marche la Ferrari delle produzioni alimentari, ma non abbiamo un brand Marche che può fare da apripista”, e continuiamo con gli stessi  campanili e con le stesse figure, da troppo tempo,  mentre il mondo va in un’altra direzione.

Il vino deve tornare ad essere socializzante, e lo dobbiamo raccontare con semplicità, “ed anche una bottiglia speciale comune di “Gianco 2007 Riserva” può  essere narrato con familiarità e spontaneità, perché se capisci e conosci,  non è più un fattore limitante per un evento o una cena speciale, spendere  100  euro in una grande bottiglia,  se questa sa regalarti un’esperienza sensoriale ed umana.

E tra un incrocio Bruni è un Poy  2003,  accanto ad un Parmigiano Reggiano stagionato,  Denise mi rivela che presto tutti tre assieme, scriveremo un libro sui vini marchigiani,  soprattutto su quelli che non sono presenti all’estero, ed in particolare, ci dedicheremo a  quelli più originali e speciali.

Il nostro,  rivolgendosi a me esclama:  “sarà un viaggio di scoperta” in un crescendo rossiniano.

Intanto stiamo già programmando, prima di Natale, una serata autentica  ed esclusiva in cantina ed in cucina da Polenta. Per rilanciare questo Montepulciano del Conero,  con un evento che dovrà narrare, in  modo completamente differente e alternativo, questi vini e questi cibi ( rispetto al poco fatto finora ) con un linguaggio nuovo e abbinamenti provocatori.

La voglia di osare non ci manca, e chiameremo a raccolta anche gli altri produttori del promontorio.

*Narratore del gusto e della bellezza

 

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