A Pesaro un’edizione del Rossini Opera Festival da incorniciare, il bilancio del direttore artistico Ernesto Palacio
A Pesaro un’edizione del Rossini Opera Festival da incorniciare, il bilancio del direttore artistico Ernesto Palacio
di PAOLO MONTANARI
PESARO – Una edizione del Rossini Opera Festival da incorniciare da un punto di vista qualitativo. Ne parliamo con il direttore artistico del Rof , Ernesto Palacio, celebre cantante lirico, insegnante e agente di Juan Diego Florez.
Maestro Palacio un programma del Rof di grande valore artistico e musicale.
“Abbiamo presentato delle produzioni molto equilibrate con cast vocali molto buoni. In Torvaldo e Dorliska il cast è stato solido e di grande esperienza. Ma La pietra del Paragone il cast vocale è stato di giovani cantanti che hanno espresso il loro meglio. Infine in Le Siège de Corinthe sono emersi per la prima volta al Rof, due voci molto interessanti: Luca Pisaroni nel ruolo di Maometto II e Sergey Romanovsky in Neoclès.. Sono nomi nuovi per il Rof ma già nella ribalta internazionale. Poi non bisogna mai scordare la presenza dell’Orchestra nazionale della Rai, una realtà orchestrale di grande prestigio che ha diretto le due opere più impegnative. Ma bisogna ringraziare anche le altre due orchestre, il coro di Ascoli Piceno e quello del teatro della Fortuna di Fano”.
Adesso tutti attendono l’edizione 2018 del Rof con il ritorno di Florez.
“Noi cerchiamo di fare il programma migliore e non possiamo basarci su una persona. Anche quest’anno abbiamo trovato nuovi cantanti mai presenti al Rof, che sono vere eccellenze. Per le celebrazioni rossiniane il Rof proporrà nomi nuovi e quattro nuove produzioni: Ricciardo e Zoraide con Florez , Romanoski e la Yende, diretti dal maestro Giacomo Sacripanti e la regia di Marshall Pynkoski. . Al teatro Rossini vi sarà una nuova produzione di Adina diretta dal maestro venezuelano Diego Matheuz e la regia della pesarese Rosetta Cucchi, reduce dal grande successo con il Werther al teatro comunale di Bologna con un grande Juan Diego Florez. Terza opera in cartellone sarà Il Barbiere di Siviglia,nuova produzione affidata al grande regista Pier Luigi Pizzi che sceglierà per l’occasione anche i cantanti e il ritorno di una grande bacchetta: Yves Abel. Infine vi sarà una nuova produzione del Viaggio a Reims, affidata a Babilonia teatri con cantanti provenienti dall’Accademia rossiniana. Questo non vuole dire che Il Viaggio a Reims diretto da Emilio Sagi verrà messo in soffitta. Molto probabilmente si alterneranno di anno in anno”.
Sarà un Rof celebrativo o manterrà l’indirizzo di quest’anno: innovazione registica e grande musica.
“Certo il 2018 è l’anno delle celebrazioni rossiniane ma noi puntiamo a fare il meglio che si può, seguendo la nostra linea artistico-musicale”
Maestro Palacio, certo che il mondo della lirica in Italia non vive i suoi momenti migliori.
“Vi è l’aspetto economico che influisce tanto nel mondo lirico italiano. E questo è il principale motivo di tante angosce che si vivono nei teatri, dove spesso i cantanti non vengono pagati per mesi e anni. Da qui anche prodotti spesso scadenti. E quando il pubblico rappresentazioni liriche con cantanti che non sono all’altezza, non ritorna più. E’ una situazione tutta italiana, perché in Germania e in Francia, lo stato aiuta di più la musica lirica e i risultati si vedono. Con il passare degli anni le situazioni sono cambiate. Oggi bisogna rimodellare la situazione e questo potrebbe portare anche a dei taglia come la chiusura di qualche teatro, per far prevalere l’aspetto qualitativo”.
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